3 luglio 2008

A colloquio con l'arcivescovo Monterisi, segretario del Collegio cardinalizio: "Accanto al Papa per servire l'universalità della Chiesa" (Osservatore)


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A colloquio con l'arcivescovo Monterisi, segretario del Collegio cardinalizio

Accanto al Papa per servire l'universalità della Chiesa

di Gianluca Biccini

Lo definiscono il "Senato del Papa" perché i suoi membri collaborano con il Pontefice nel compimento della sua missione; in realtà è il riflesso fedele dell'universalità della Chiesa. Il Collegio Cardinalizio, antichissima istituzione, svolge una funcpresentano i cinque continenti: centotré europei, cinquanta americani (Americhe del Nord, del Centro e del Sud), venti asiatici, sedici africani e quattro dell'Oceania. Centosedici sono gli elettori; settantotto quelli che, avendo compiuto gli ottanta anni, non partecipano al Conclave per l'elezione del Papa.
Il più giovane di età è l'arcivescovo di Esztergorm-Budapest, Péter Erdo, che è nato nel 1952, mentre quelli per nomina sono i cardinali creati nel secondo concistoro di Benedetto XVI il 24 novembre 2007. Il cardinale più anziano per età è il benedettino tedesco Paul Augustin Mayer di ben novantasette anni, prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Saccramenti e presidente emerito della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei". In quest'intervista l'arcivescovo Francesco Monterisi, segretario del Collegio cardinalizio, illustra i compiti principali di questo particolarissimo "Senato".

Nell'opinione comune il Collegio cardinalizio assume la sua rilevanza soprattutto in occasione dell'elezione di un Pontefice. Vuole invece spiegare quali sono le sue reali funzioni e quando viene convocato?

Nelle solenni celebrazioni presiedute dal Papa, vediamo sempre che egli è circondato da un certo numero di cardinali. Generalmente sono quelli che prestano il loro servizio nella Curia Romana e quelli che in quel momento si trovano in Roma. Ma il Collegio cardinalizio nel suo insieme si riunisce quando viene convocato dal Papa nel concistoro che lui stesso presiede. Possono esservi concistori ordinari o straordinari. Nei primi vengono chiamati tutti i cardinali che si trovano a Roma per compiere alcuni atti di grande solennità, come per esempio quello di esprimere il voto per la canonizzazione di un beato. Questo concistoro è detto anche pubblico, cioè vi sono presenti prelati, sacerdoti, religiosi, autorità civili e altre persone che possono esservi invitate.
Il concistoro straordinario viene convocato quando lo suggeriscono particolari necessità o per trattare problemi di grande rilevanza per la vita della Chiesa. Giovanni Paolo ii ha convocato tre concistori straordinari nel 1991, nel 1994 e nel 2001. Benedetto XVI ha preso occasione dai due concistori, convocati per la creazione di nuovi cardinali nel 2006 e nel 2007, per consultare i porporati presenti su importanti questioni del suo ministero petrino.

Qual è l'origine del Collegio cardinalizio?

Il Collegio cardinalizio trova la sua origine nel clero della primitiva comunità cristiana di Roma. Fin dal primo secolo presbiteri e diaconi assistevano il Pontefice nel suo ministero episcopale, con particolare riferimento alla carità. Due Papi, Cleto e Clemente, sarebbero stati prima dell'elezione diaconi di san Pietro. E sarebbe stato proprio Cleto (76-79 d.C.) a fissare in venticinque il numero dei preti per il servizio della città di Roma. A ciascuno di loro affidò un territorio; si può dire che in questo modo nacquero le prime parrocchie dell'Urbe.
Successivamente Papa Fabiano (236-250), organizzando meglio il lavoro dei diaconi, divise Roma in 14 "regioni" affidando a ciascuno due di esse. Aumentando il numero dei cristiani, a tali preti e diaconi si aggiunsero altri come loro ausiliari. Si cominciò allora a parlare di "cardinali", cioè di preti e diaconi "incardinati" nelle basiliche di Roma, dove aiutavano il Papa.
Il significato del titolo "cardinale" è appunto l'essere assegnato al servizio del vescovo di Roma. Nel v secolo si aggiunsero anche i vescovi delle diocesi vicine, dette "Suburbicarie", che iniziarono a prestare un regolare e solenne servizio liturgico settimanale nella cattedrale del Papa, la basilica di San Giovanni in Laterano.
In tempi più recenti il Papa conferì il titolo di cardinale anche a vescovi di altre diocesi, assegnando comunque anche a loro una Chiesa romana come diaconia o titolo presbiterale. Il vescovo di Roma risultò così attorniato da diaconi, preti e vescovi, che daranno origine ai tre ordini in cui è suddiviso anche oggi il Collegio cardinalizio. E anche oggi a ogni cardinale vengono assegnati una diaconia, o un titolo presbiterale o una delle sei diocesi suburbicarie, che sono: Ostia, Porto-Santa Rufina, Frascati, Sabina-Poggio Mirteto, Palestrina, Velletri-Segni.

Questo è un aspetto poco conosciuto dai non addetti ai lavori. Come si accede a ciascuno dei tre ordini?

Al momento della nomina o della creazione, come si dice ufficialmente, a ciascun cardinale è affidata una diaconia o un titolo presbiterale in Roma (attualmente di norma i secondi spettano ai pastori delle grandi arcidiocesi mentre le prime vanno ai prefetti e ai presidenti di dicasteri romani, come Congregazioni, Tribunali e Pontifici Consigli, ndr).

Come avvengono gli spostamenti all'interno dei vari gradi?

Il passaggio dall'ordine dei diaconi a quello dei presbiteri avviene per una "richiesta" o "opzione" che un cardinale può fare dopo essere stato per dieci anni nell'ordine dei diaconi. L'opzione, fatta in un concistoro, dev'essere quindi approvata dal Papa. Quanto alle diocesi suburbicarie, il Pontefice le assegna, a mano a mano che si rendono vacanti, a cardinali presbiteri residenti a Roma. In tal modo ciascun cardinale si trova inserito in uno dei tre ordini di cardinali: vescovi, presbiteri e diaconi.

Nell'ordine gerarchico, in realtà tra i cardinali vescovi e quelli presbiteri e diaconi ci sono i cardinali patriarchi, i quali invece non hanno una diaconia o altro titolo presbiterale di Roma. Perché?

È stato Paolo vi, con il Motu proprio Ad Porpuratorum Patrum dell'11 febbraio 1965, a stabilire che i Patriarchi orientali creati cardinali mantengano la loro Sede patriarcale senza acquisire uno dei suddetti titoli. Si può dire che "non fanno parte del clero di Roma". Ciò è stato deciso per riguardo all'antichità e alla dignità dei patriarcati d'Oriente.

Parlando di un Collegio non si può non fare riferimento a chi lo presiede. Come viene nominato il cardinale Decano e quali sono i suoi compiti?

Il cardinale Decano è il primo dei cardinali-vescovi. Esso è eletto in una riunione dei cardinali vescovi e tale elezione deve essere poi approvata dal Papa. Il cardinale Decano, una volta eletto, aggiunge il titolo della diocesi di Ostia a quello della Chiesa suburbicaria che già aveva. Si tratta di una tradizione che risale al 1587: per decisione di Sisto V fu stabilito che spettava al vescovo di Ostia, in quanto primo vescovo suburbicario, consacrare il Papa come vescovo, se al momento dell'elezione non lo fosse stato.
La diocesi di Ostia è stata successivamente abolita, ma il suo titolo di suburbicaria rimane ed è assegnato al cardinale Decano, come stabilisce anche il canone 350 4 dell'attuale Codice di diritto canonico.
Tra i compiti principali del cardinale Decano, attualmente Angelo Sodano, vi è quindi quello di consacrare vescovo il Romano Pontefice, qualora al momento dell'elezione non lo fosse.

Un'altra figura molto nota è il cardinale proto-diacono. Quali sono le sue funzioni?

Il primo cardinale dell'ordine dei diaconi ha, fra gli altri, il compito di annunciare al popolo l'avvenuta elezione e il nome del nuovo Pontefice. Ed è sempre il proto-diacono a imporre il pallio al nuovo Papa durante la celebrazione per l'inizio del suo ministero di vescovo di Roma e pastore universale della Chiesa.
Attualmente tale carica è ricoperta da Agostino Cacciavillan, il quale ha anche il compito di ricevere il "giuramento di fedeltà" dei nuovi vescovi ai propri impegni episcopali.

Che differenza c'è tra i Legati pontifici e gli Inviati speciali del Papa?

In qualche circostanza particolarmente significativa il Papa incarica un cardinale a rappresentarlo e in questo caso il porporato viene nominato Legato a latere, egli è un alter ego del Pontefice in quella particolare celebrazione o assemblea di persone. L'Inviato speciale invece è il cardinale a cui viene affidato dal Romano Pontefice un determinato incarico pastorale.

Dov'è la sede del Collegio cardinalizio?

Da quest'anno su disposizione del Papa Benedetto XVI il Collegio cardinalizio ha sede nel Palazzo Apostolico Vaticano. Nella nuova sede è stato possibile riordinare anche l'Archivio e la Biblioteca del Collegio e avere i locali necessari per la segreteria del Collegio e l'ufficio del Decano.

(©L'Osservatore Romano - 4 luglio 2008)

Mi permetto di aggiungere che nell'ultimo Conclave il cardinale decano era Joseph Ratzinger, il cui compito (come, appunto, decano) sarebbe stato quello di chiedere all'eletto al Pontificato se accettava o meno l'elezione a Sommo Pontefice.
Quando, infatti, uno dei porporati viene eletto, il cardinale decano gli si avvicina e chiede "Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?" (Accetti la tua elezione a Sommo Pontefice fatta secondo il diritto canonico?).
Se l'eletto accetta, il decano chiede: "Quo nomine vis vocari?" (Con quale nome vuoi essere chiamato?).
E' chiaro che Joseph Ratzinger non poteva rivolgere queste domande a se stesso. Subentro', quindi, il cardinale sotto-decano o vice-decano, Angelo Sodano.
Fu lui che accolse la risposta positiva ed il nome: Benedetto XVI.
Una bel ricordo e un'accettazione di cui siamo veramente grati al Santo Padre
.
R.

1 commento:

mariateresa ha detto...

un bellissimo ricordo , Raffaella.
Davvero.