8 luglio 2008

Luigi Santambrogio alla curia milanese: "L'islam non è religione da marciapiede"


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L'islam non è religione da marciapiede

Luigi Santambrogio

E adesso si beccheranno pure loro da qualche pio monsignore di Curia la sprezzante invettiva di “fascisti e populisti”? Anche il sindaco di Milano, Letizia Moratti, e il presidente della Provincia, l’ex ds Filippo Penati? Assurdo, anzi ridicolo, anche se a fare il comico, stavolta, ci si è messo un alto prelato della burocrazia arcivescovile.
Non ne ripeteremo nome e cognome, ma solo le iniziali: G.B. In segno di rispetto (che sempre si deve a un servo di Dio) e di carità cristiana, per non condannarlo ab aeterno alla sesquipedale sciocchezza pronunciata contro il ministro dell’Interno, Roberto Maroni.
Definito da monsignor G. B. «fascista e populista» solo per aver proposto il trasferimento in periferia di un Centro islamico. Da anni gli abitanti del quartiere debbono subire ogni venerdì l’assalto di centinaia di musulmani: Corano alla mano, stendono i loro tappetini rivolti alla Mecca direttamente sui marciapiedi o nella strada che fronteggia la palazzina. Loro si guadagneranno il paradiso, ma per auto e pedoni sono le fiamme dell’inferno. Che il ministro Maroni adesso intende spegnere con il trasferimento del Centro-moschea in periferia.

Apriti cielo, anzi apriti Curia. In realtà, nessuno ha messo in discussione la libertà religiosa: a Milano l’unica cosa che si calpesta ingiustamente è il suolo pubblico, riservato alla libera circolazione di uomini e mezzi. Ma quale fascismo state condannando, eccellenze della Curia ambrosiana? Qui non ci sono in ballo i Dieci comandamenti, bensì un solo articolo: il 190 del Codice della strada che punisce con multe tutti coloro che intralciano il traffico.

Del resto, a tale codice la Chiesa si è da tempo adeguata. Da quanti anni, infatti, non si fanno più processioni o cortei funebri per le vie delle città? Non è forse per lo stesso articolino? O la regola vale solo per i cattolici mentre gli islamici sono graziosamente esentati?

Conoscete qualche prete cattolico che abbia mai preteso di officiare la santa messa a un semaforo o celebrare un battesimo sulle strisce pedonali? Via, dare del razzista a chi vuole il marciapiede libero è davvero offendere il comune senso del ridicolo.

© Copyright Libero, 8 luglio 2008 consultabile online anche qui.

3 commenti:

brustef1 ha detto...

I preti che fanno politica -tutti- esprimendosi come nei più beceri comizi dei nostri beceri politicanti sono una grandissima jattura! Non bastavano gli aspiranti antipapi provenienti da cinque lustri dalla curia milanese (povero Sant'Ambrogio!)...oppure...che siano proprio loro a legittimare le uscite frondiste dei loro burocrati?

Anonimo ha detto...

Sarà che il meridione d'italia non viene annoverato tra le dipendenze dello stato italiano...ma le processioni si fanno ancora (anche non autorizzate) e i cortei funebri anche. Non mi è mai capitato di vedere un vigile che sgomberasse il passaggio. La battuta sul codice della strada se la poteva risparmiare.
Rimango dell'idea che il diritto a professare la propria religione valga di più del diritto di circolare con l'automobile.. Sarò all'antica, sarò ultratradizionalista, sarò meridionale, ma la penso così. Raffa, apprezzo moltissimo il tuo lavoro, ma su questo punto abbiamo idee discordi. Viva la pluralità di pensiero e di idee nella Chiesa. Un abbraccio, Gianni.

Raffaella ha detto...

Ciao Gianni, purtroppo io devo confermare che in Lombardia le processioni sono vietate salvo autorizzazione.
R.