10 agosto 2008

Marcello, il "direttore babbo" della libreria San Paolo: "Quella volta in cui un cliente urtò il cardinale Ratzinger..."


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Non poteva trovarsi che in via della Conciliazione, quasi in piazza San Pietro, una libreria così aperta al dialogo e, appunto, alla conciliazione interreligiosa.
"Qui, oltre libri cattolici, proponiamo letture per gli islamici, seguiamo l'ebraismo e le religioni asiatiche". Chi parla è Marcello, il "direttore babbo", come si definisce lui, per l'amicizia con cui tratta i dipendenti della libreria "San Paolo". Sardo, papà e mamma impiegati statali, a differenza dei suoi 4 fratelli ha lasciato presto Sassari: "Per venire qui a Roma a studiare all'Istituto San Paolo e diventare fratello. Ho fatto i voti di povertà, castità e obbedienza, ma non dico messa, non ho una divisa. Adesso vivo qui a Roma in una comunità di 16 tra fratelli e sacerdoti, ma fino al 2005 ho diretto altre librerie a Pescara, Firenze, Genova, Catania…". Come ha fatto ad arrivare qui a due passi dal Vaticano?
"Qualcuno lassù mi ha scelto. Ammetto di sentirmi al centro del mondo. Servo una clientela sorprendente. Non posso fare nomi, ma tra gli scaffali, incontro personaggi della politica, della cultura, e anche di altre fedi, insospettabili. Gente che in televisione appare di tutt'altre idee. E qui mi confessano le loro segrete conversioni". Ma ci si può convertire con dei libri?
"C'è una grande sete di religiosità.
Chi compra il 'Catechismo' di Papa Ratzinger non ha età.
E così il 'Gesù di Nazareth', o le sue due encicliche 'Deus caritas est' e 'Spe salvi'.
Adesso sono in tanti a cercare i discorsi che il Papa ha appena fatto a Sidney per la Giornata Mondiale della Gioventù. E aspettandoli, comprano quello che lui ha scritto sull'Anno Paolino".
A proposito di Ratzinger, da cardinale era un vostro cliente?
"I miei ragazzi raccontano che varie volte lui è passato qui davanti alle vetrine. Non entrava, ma prendeva appunti su un taccuino. E dopo qualche ora, un emissario veniva a comprare i libri a nome suo".
Una persona discreta, un intellettuale gentile.
"So che una volta, un nostro cliente, uscendo di fretta dalla porta, ha urtato proprio il cardinale che era lì fuori col suo taccuino.
'Mi scusi, eminenza', ripeteva il cliente. 'Mi scusi lei, è tutta colpa mia', ribatteva il cardinale".
E' vero che nell'attuale caos la gente cerca libri sul silenzio? "Non sono soltanto suore o frati a cercare la pace nei libri sul monastero di Camaldoli, sulla comunità di Taizé, o a voler respirare la quiete interiore di Bose negli scritti di Enzo Bianchi. E' soprattutto gente comune". Proponete anche "riscoperte"? "A 30 anni dalla morte di Paolo VI, sono usciti un paio di libri che svelano le sue sofferenze segrete, il suo cilicio, il suo dolore per il caso Moro.
E poi Guareschi, con i suoi dialoghi tra don Camillo e il crocefisso. Le parole di quel Cristo di campagna suonano ancora moderne, fanno bene alle anime tormentate di oggi".
Va spesso in ritiri spirituali? "Sacco vuoto non sta in piedi, dicono i contadini, ma si riferiscono al cibo. Io credo che vada nutrita anche l'anima".
Un piccolo miracolo è il successo dei libri di Ratzinger per i bambini: "Joseph e Chico (un gatto racconta la vita di Papa Benedetto XVI)" e "Perché il Papa ha le scarpe rosse?". "E il bello è che li comprano anche gli adulti. C'è tanto bisogno di sognare una vita colorata di bontà". Parola di Marcello, un nostro fratello.

© Copyright Il Messaggero, 10 agosto 2008 consultabile online anche qui.

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