1 agosto 2008

Le prime immagini di Benedetto XVI a Bressanone rilanciano un Pontefice in ottima forma (Mazza)


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DAL NOSTRO INVIATO A BRESSANONE

SALVATORE MAZZA

Verso il pomeriggio di ieri la piaz­zetta di fronte al Seminario di Bressanone s’è animata quasi di colpo.
È bastato l’arrivo di due auto scu­re, e che alcuni personaggi in completo scuro si mettessero a parlare di fronte al grande cancello grigio, quello vigilato giorno e notte che preclude l’accesso al­la viuzza che porta al Seminario, e le an­tenne dei bressinesi hanno subito ini­ziato a vibrare. « Er kommt, er kommt! E­sce, esce...». Donne, uomini e bambini, a piedi o in bicicletta, con studiata non­chalance hanno così iniziato a conver­gere verso la piazza. Lentamente. At­taccati ai telefonini per avvertire gli a­mici: «Corri, mi sa proprio che il Papa sta uscendo...». Non è uscito.
I signori in completo scuro erano lì so­lo in vista dell’Angelus di domenica, u­na riunione col Comitato provinciale di pubblica sicurezza per mettere a punto gli ultimi dettagli, considerato che si pre­vede un afflusso di quasi diecimila per­sone. E la gente in piazza, quando l’ha capito, con la stessa nonchalance con cui era arrivata ha abbandonato la po­stazione. Così, a uscire dal Seminario, invece di Benedetto XVI sono state so­lo le sue prime imma­gini durante queste i­nedite vacanze altoa­tesine, girate dal Cen­tro televisivo vaticano. Che rilanciano un Pa­pa sereno, di ottimo u­more e in forma.
Che sia contento di trovar­si qui è sicuro.
Le riprese mostrano il Pontefice in uno dei momenti di riposo della sua giornata, a passeggio nel giardino del Seminario in conversazione con il fratello ottanta­quattrenne don Georg, che si appoggia prima a un bastone bianco poi al brac­cio del Papa. Nella sequenza successiva ai due, Benedetto XVI nella vesta bian­ca, Georg in clergyman, si aggiunge il segretario del Papa don Georg Gaen­swein, in talare nera, e li si vede sostare, prima in piedi e poi seduti su una sem­plice panchina di legno chiaro, di fron­te a un’edicola, anch’essa in legno, che custodisce una statua, riproduzione in di­mensioni più piccole di un’opera di epoca romanica, datata 1250, conservata nel locale museo diocesa­no.
La scultura in legno policromo raffigura u­na Madonna con Bambino, con la Ver­gine con la mano destra levata in segno di benedizione. Si sente a questo punto Gaenswein spiegare come, secondo la tradizione, l’opera intenda raffigurare la Madre che «insegna al Bambino come si fa a benedire». Segue una conversa­zione che l’audio non permette di co­gliere perfettamente, a un certo punto della quale i tre si sentono ridere a una battuta dell’anziano Georg. Il breve fil­mato si conclude con l’immagine del Papa assorto in preghiera, seduto da so­lo sulla panchina, con gli occhi rivolti verso la statua.
Nessuna immagine invece della vita al­l’interno del millenario Seminario, do­ve Benedetto XVI trascorre la maggior parte del tempo a leggere, studiare, la­vorare. A quanto sembra, a parte il suo appartamento, il locale più frequentato dal Papa è la biblioteca barocca, che oc­cupa gran parte del primo piano dell’e­dificio e rappresenta un «tesoro nel te­soro », con la sua incredibile collezione di volumi rari o addirittura unici. E che, assieme alla biblioteca nuova, ha sem­pre rappresentato per lo studioso Joseph Ratzinger una fonte impareggiabile.
Non c’è dubbio, come ha dichiarato il rettore del Seminario don Ivo Muser al­la vigilia dell’arrivo dell’illustre ospite, che «comunque il suo luogo preferito» in Alto Adige «è sempre stato il Semina­rio, e in particolare la biblioteca».
E alle voci insistenti che assicurano che po­trebbe diventare il luogo di vacanza 'fis­so' del Papa, Muser risponde: «Non lo so, ma è ovvio che lo spero».

© Copyright Avvenire, 1° agosto 2008

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