17 ottobre 2008
Sinodo, prime relazioni dei Circoli minori, dedicate alle proposizioni finali dell’assise (Radio Vaticana)
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SINODO DEI VESCOVI SULLA PAROLA DI DIO (5-26 OTTOBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG
La diciottesima Congregazione generale al Sinodo dei Vescovi incentrata sulle prime relazioni dei Circoli minori, dedicate alle proposizioni finali dell’assise
Diciottesima Congregazione generale, stamani, per il Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio, in corso in Vaticano. Al centro dei lavori, le prime Relazioni dei "circoli minori", divisi in 5 aree linguistiche: italiano, francese, inglese, spagnolo e tedesco. A loro, infatti, è stato affidato il compito di focalizzare i temi principali da affrontare nelle Proposizioni finali del Sinodo. Ma ad accompagnare la discussione, è stata la presenza spirituale di Papa Giovanni Paolo II di cui proprio ieri ricorreva il 30.mo anniversario dell’elezione al Soglio Pontificio. Il servizio di Isabella Piro:
Leggeva la Bibbia ogni giorno, Karol Wojtyla, e poco prima di morire ha voluto ascoltare il Vangelo di Giovanni: ha vissuto così Papa Giovanni Paolo II, con la Parola di Dio sempre sulle labbra. E i lavori del Sinodo, stamani, si sono ispirati alla sua memoria per riflettere sul Verbo divino. I "circoli minori", infatti, hanno iniziato a rispondere ad alcune delle 19 domande poste, due giorni fa, dal Relatore generale, il cardinale Marc Ouellet, nella sua Relazione dopo la discussione. E allora, là dove si chiedeva come incrementare le traduzioni della Bibbia anche in lingue poco diffuse, i circoli hanno proposto l’istituzione, da parte delle Federazioni bibliche, di un fondo che finanzi tali progetti.
Allo stesso modo, il suggerimento di organizzare un Congresso mondiale sulla Parola è stato accolto, ma solo in parte: meglio, si è detto, sfruttare l’occasione offerta dai Congressi eucaristici internazionali. Quanto al dialogo interreligioso, il Sinodo hanno suggerito di ricorrere alla figura di Santa Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein: colei che, convertitasi dall’ebraismo al cristianesimo, può fare da “ponte” tra le due religioni. Ribadita anche la necessità di un rapporto positivo con l’Islam, perché il dialogo con esso non è un’opzione, ma un bisogno vitale per il futuro.
Proposti, poi, la Lettura cantata del Vangelo, l’istituzione di ministri straordinari della Parola e corsi di filosofia che, a partire dall’Enciclica Fides et Ratio, siglata dieci anni fa da Papa Wojtyla, contribuiscano ad una corretta esegesi biblica. Quindi, il nodo cruciale delle omelie: i "circoli minori" hanno detto sì ad un compendio omelitico per i predicatori e sono sembrati propensi all’istituzione di un direttorio del settore, purché si ricordi che l’omelia è un’arte che guarda allo Spirito Santo, non un esercizio oratorio e che è necessario conoscere a quale tipo di fedeli ci si rivolge.
Affrontata anche la questione degli edifici sacri e da più parti è arrivato l’auspicio che il Sinodo aiuti a costruire nuove Chiese, luogo privilegiato per accogliere la Parola di Dio. Parola che - si è detto - andrebbe anche fisicamente collocata in uno spazio specifico ad essa dedicata. E ancora, ribadito il diritto di tutti a ricevere l’annuncio del Verbo Divino: non si tratta di proselitismo, si è detto in Aula, ma della libertà di presentare a tutti il valore salvifico del Vangelo. In questo senso, il Sinodo ha chiesto maggiore attenzione per i poveri, gli emarginati, i disabili e i sordomuti. Un riconoscimento maggiore è stato sottolineato anche per le associazioni ed i gruppi che promuovono i diritti umani, affinché ricevano più profondità dalla luce della Parola di Dio.
Tra gli ultimi temi affrontati, quello della Lectio divina, che ha portato a proporre l’istituzione di scuole diocesane per i lettori, e quello della vita monastica e contemplativa, come “bussola” che indica al mondo di oggi ciò per cui vale la pena vivere.
Su questo punto, ascoltiamo padre Enzo Bianchi, priore della Comunità Monastica di Bose, presente al Sinodo in qualità di esperto. A lui abbiamo chiesto quale sia il contributo della Comunità all’assemblea sinodale:
R. - Essenzialmente, io credo, la lunga esperienza della Lectio divina, un cammino che io e la mia comunità abbiamo un po’ aperto, ormai 40 anni fa, e che oggi è addirittura raccomandato dal Papa come un cammino privilegiato per l’incontro con il Signore Gesù. La nostra fede è una fede secondo le Scritture e, di conseguenza, non si può incontrare Gesù senza conoscere i Vangeli che parlano di Lui e che lo testimoniano. In questo senso, io credo bisognerà davvero che il Sinodo incoraggi la Lectio divina e che questa possa attestarsi come qualcosa che è specifico e perseverante nella comunità cristiana.
D. - In Aula, si è sentito spesso parlare di dialogo interreligioso, in particolare con riferimento anche a religioni non solo come l’islam o l’ebraismo, ma anche il buddismo, il confucianesimo o l’induismo. Si è fatto riferimento a valori comuni come ad esempio la vita monastica. Lei è d’accordo?
R. - Sì, ci sono valori comuni che sono certamente vie di spiritualità tra cui anche la vita monastica. Tuttavia, bisogna sempre tener presente la specificità del cristianesimo: al cuore del cristianesimo non c’è una via etica, una via di disciplina, una via di spiritualità ma c’è Gesù Cristo, c’è davvero il Dio fatto uomo, venuto in mezzo a noi ed è il Salvatore del mondo. Io credo che noi cristiani abbiamo davvero il compito di dialogare con tutti mantenendo tuttavia questa certezza nel cuore, perché la nostra esperienza è un’esperienza di salvezza fatta proprio a causa del Signore vivente, Gesù.
D. - La comunità di Bose come mette in pratica tutti i giorni la Parola di Dio?
R. - E’ una vita monastica, quella che noi viviamo. Di conseguenza, noi abbiamo innanzitutto la Liturgia delle ore che scandisce tutte le giornate, i tempi liturgici. Poi c’è la celebrazione della liturgia eucaristica ma la Lectio divina è forse l’impegno più netto, più chiaro, più specifico perché ognuno di noi, almeno un’ora al giorno, sosta sui Testi biblici del giorno, cerca di leggerli, di meditarli, di pregarli, per arrivare ad avere davvero lo sguardo che Dio ha sul mondo, sugli uomini e sull’universo.
D. - A suo parere, quali cambiamenti porterà questo Sinodo, sia dal punto di vista dottrinale che della vita dei fedeli?
R. - Dal punto di vista dottrinale, non credo che possa portare cambiamenti ma certamente può indicare una via per una nuova primavera ecclesiale dovuta al primato, alla centralità della Parola di Dio, la quale può davvero convertire le vite e tracciare cammini di santità per tutti.
Infine, da segnalare la commovente testimonianza di un’uditrice proveniente dal Giappone, Sr. Apollinaris Shimura Yuriko, superiora generale delle Ancelle della Beata Vergine Maria Immacolata: nelle sue parole, la descrizione di un Paese dall’elevato sviluppo economico, ma schiacciato dal peso dell’utilitarismo. Un peso di fronte al quale le religiose non chiudono le orecchie, ma portano avanti la missione della Chiesa, sull’esempio dei numerosi martiri giapponesi.
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