18 luglio 2007

Alessandra Borghese intervista Mons. Angelo Bagnasco


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Intervista a Monsignor Angelo Bagnasco

Monsignor Angelo Bagnasco, già Arcivescovo di Genova, dal 7 marzo 2007 è stato chiamato da Benedetto XVI alla presidenza della Conferenza Episcopale Italiana.
Negli ultimi mesi è stato minacciato a più riprese con scritte sui muri e gli è stato recapitato pure un proiettile. Per fortuna, il questore di Genova ha escluso ogni legame terroristico. Questi primi mesi per il capo dei vescovi italiani non sono stati facili e molti fedeli sono rimasti perplessi e preoccupati davanti ad una tale situazione di astio verso la chiesa cattolica. Malgrado ciò l’Arcivescovo Bagnasco non ha rinunciato a guidare la processione del Corpus Domini la sera di sabato 9 giugno per le vie di Genova. “Mai si era vista una partecipazione così sentita e numerosa da parte dei cittadini”, racconta con voce pacata e serena da dietro la sua scrivania negli uffici della Cei alla Circonvallazione Aurelia di Roma. Monsignor Bagnasco è un uomo che sa ascoltare l’interlocutore che si trova davanti, le sue risposte sono pensate, chiare e ponderate. Lo scorso 29 giugno ha ricevuto il Pallio da Benedetto XVI che secondo la tradizione cattolica rappresenta il Buon Pastore ma anche l’Agnello immolato. Angelo Bagnasco è un prelato elegante nei modi e nei tratti fisici: lineamenti delicati, carnagione pallida, giunture sottili, mani affusolate, alto e magro, si muove con passo leggero e sicuro.

E’ appena stato pubblicato il Motu Proprio riguardo l’uso del Messale di San Pio V rivisto da Giovanni XXIII nel 1962. Si torna indietro o si va avanti?

“ Questo messale non era mai stato abolito. E’ una possibilità ulteriore che il papa vuole offrire secondo delle precise disposizioni e una linea di continuità e non di cesura della storia della Chiesa e della liturgia”.

Lei ha ricevuto minacce e scritte minatorie in varie città italiane. Poi l’allarme è stato ridimensionato escludendo la pista del terrorismo. Si sente rincuorato?

“Non sono mai stato particolarmente turbato a seguito di queste minacce, non ho mai creduto ad una pista particolarmente pericolosa. Certamente mi sento rincuorato e ringrazio tutte le istituzioni che si sono occupate di questo caso”

Molti fedeli sono preoccupati e disorientati. Cosa vuol dire loro il capo dei vescovi italiani?

“ Bisogna avere sempre molta fiducia nella presenza del Signore che è fedele alla chiesa e al mondo. Essere molto uniti intorno al Santo padre e ai Vescovi perché la parola del vangelo è un punto di riferimento vivo e vitale, di speranza e verità che fa bene al cuore di ogni uomo”.

C’è chi pensa che la chiesa debba soltanto porgere l’altra guancia anche a costo di rinunciare alla propria verità. Sono cambiati i tempi?

“La Chiesa non po’ rinunciare alle verità del Vangelo e al deposito della fede perché tradirebbe la sua missione e gli uomini. Il perdono, la misericordia e il dialogo non escludono assolutamente la fedeltà alla verità di Cristo e della sua Chiesa”.

La modernità parla in continuità di tolleranza e rispetto, di dialogo e confronto e poi vuole soffocare la parola della chiesa quando tocca temi etici e morali. Perchè?

“Forse bisogna ridefinire bene queste nobili categorie perché non scadano a livello dell’indifferenza, del qualunquismo. Certamente i temi etici e morali toccano più direttamente la vita delle persone e delle comunità, quindi sono estremamente delicati. Qui c’è una sensibilità tutta particolare”.

La chiesa è spesso tacciata di ingerenza politica. Che cos’è la tanto proclamata laicità dello stato secondo lei?

“La chiesa non ha nessuna volontà di ingerirsi in ciò che non è di sua diretta competenza. La sana laicità come ricorda il papa, è l’autonomia dello Stato rispetto ai problemi temporali fermo restando il riferimento al codice etico. Per noi cristiani esiste un fondamento religioso e trascendente, per altri quello invece razionale”.

Quale è la libertà autentica nei vari campi del vivere religioso a cui la chiesa non può rinunciare?

“ La libertà autentica è sempre quella che fa i conti con la verità e che non è autoreferenziale.
I campi a cui noi dobbiamo essere particolarmente attenti sono – oltre
alla giustizia e alla pace – quello della vita (dal concepimento al naturale tramonto), della famiglia fondata sul matrimonio e aperta alla procreazione e il campo dell’educazione”.

Perché la chiesa e lo stato hanno spesso due visioni diverse dell’uomo e del mondo?

“Nei movimenti culturali della storia di ieri e di oggi si intersecano e a volte si scontrano visioni antropologiche diverse. La concezione dell’uomo è fondamentale sia per il sistema etico che per quello sociale. Il Vangelo ha ispirato l’umanesimo europeo ( non dobbiamo dimenticarlo): in Cristo l’umanità dell’uomo raggiunge la salvezza e la sua piena realizzazione”.

Cosa fa la Chiesa italiana con l’8 per mille. Finanziate anche missioni all’estero?

“La Chiesa secondo le normative statali sostiene il Clero, provvede alle spese del culto e della pastorale e si occupa di carità. Fuori dall’Italia, sempre secondo le normative dello Stato, la chiesa può contribuire ad interventi sociali nel Terzo mondo”.

Il Family day ha riportato la famiglia al centro dell’interesse pubblico. Eppure la famiglia è in crisi. Quali sono le vostre proposte?

“Continuare ad annunciare senza fare sconti la bellezza e l’identità della famiglia fondata sul matrimonio. La Chiesa deve poi intensificare la preparazione al matrimonio e per quanto possibile seguire le giovani coppie nella loro missione”.

I giovani sono la risorsa della società? Una società che troppo spesso non è abbastanza propositiva nei loro confronti. Avete un programma specifico?

“ Il programma è quello di annunciare i valori alti di Cristo e del Vangelo. C’è una grande attesa nel cuore dei ragazzi nonostante le apparenze e le incoerenze che troppo spesso vengono enfatizzate. La chiesa che conosce il cuore della gente perché ci vive giorno dopo giorno, è stimolata ad annunciare con coraggio i valori alti della vita cristiana perché sa di trovare delle attese e aspettative profonde”.

Siamo in estate, anche il Santo Padre passerà un periodo di riposo. Come ci si può rapportare con il Vangelo in vacanza?

“Come ci si rapporta con l’amore. L’amore – e tutte le sue forme dall’amicizia all’amore di coppia – non ha tempi né luoghi, invade la vita. Quindi in vacanza si continua a voler bene a Dio e quindi a tutti”.

© Copyright Gente n. 28, 18 luglio 2007

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