8 luglio 2007

Quando il Papa va in vacanza...


Vedi anche:

IL PAPA IN CADORE: LO SPECIALE DEL BLOG

SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"

IL TESTO DEL MOTU PROPRIO (in italiano)

LA LETTERA DEL SANTO PADRE AI VESCOVI PER PRESENTARE IL MOTU PROPRIO.

Messa tridentina: il commento del cardinale Castrillón Hoyos

Messa tridentina: lo speciale de "Il Messaggero"

Messa tridentina: il commento di Enzo Bianchi

Messa tridentina: gli speciali de "Il Giornale" e de "La Stampa"

Vittorio Messori intervista Bernard Fellay, superiore dei Lefebvriani (Corriere)

Antonio Socci: mi sento piu' a casa...

Messa tridentina: lo speciale de "La Repubblica"

Messa tridentina: lo speciale de "Il Corriere della sera"

Il motu proprio "Summorum Pontificum", qualche riflessione (di Raffaella)

Il Papa in Cadore: i preparativi e la lettera del cardinale Scola

La montagna evoca l’ascesa dello spirito verso l’alto

Cari amici, in questi due giorni ci siamo immersi nella lettura del motu proprio "Summorum Pontificum" e della lettera di presentazione del Papa.
Ringrazio tutti voi, carissimi amici del blog, che avete dato un prezioso contributo alla discussione, scrivendo molti commenti, e anche chi, pur non avendo scritto, e' "passato di qui" a leggerci.
Domani avremo modo di continuare le nostre riflessioni. Ora verranno pubblicati articoli piu' "leggeri" sulle vacanze del Papa a cui auguriamo tanto riposo e tranquillita'
:-)
Raffaella


La terza volta volta di Ratzinger nel Bellunese

Da giovane sacerdote un blitz a Pedavena. Nel 2004 l’allora Cardinale si trattenne per due giorni tra Col Cumano, il capoluogo e il Nevegal

Bambini in abiti tradizionali del Cadore, con rododendri e gigli di San Giovanni in mano accoglieranno, insieme alle autorità, Benedetto XVI che ha scelto Lorenzago per il suo periodo di riposo; le campane suoneranno a festa oggi e domani alle 12. Anche il Patriarca di Venezia cardinale Angelo Scola ha voluto mandare ieri in messaggio di benvenuto al pontefice: «Potrà godere, ancora una volta, del fascino delle Dolomiti, autentiche cattedrali della natura, ammirare le numerose sfumature dei riposanti 'verdi' dei nostri boschi. Guardare i fiori, ascoltare gli uccelli. Incontrare persone, anche se La assicuriamo di essere ben consapevoli che il nostro primario dovere di ospiti sarà quello di lasciarLa, per così dire, in pace». Da domani alle 12 il papa soggiornerà per tre settimane all'ombra delle Dolomiti, ospite nella nostra provincia. In una vacanza che - come ribadito anche da monsignor Giuseppe Andrich, vescovo di Belluno - Feltre - sarà sotto il segno del riposo. In totale stile monastico, insomma.
Ma non è la prima volta. Perché - come lui stesso ricordò durante un colloquio con mons. Giorgio Lise - da giovane sacerdote Joseph Ratzinger venne a Pedavena insieme ad altri tre confratelli, spinto dal fatto che l'allora direttore della birreria era un amico della sua famiglia.
Il soggiorno bellunese del prete tedesco proseguì per il capoluogo. Dove, nel Seminario Gregoriano di via San Pietro, trovò alloggio colui che oggi è il pontefice. Dormendo, per una casualità, nella stanza che - come successivamente venne a sapere - era quella abituale di monsignor Albino Luciani, all'epoca docente appunto nel Seminario di Belluno.Per i bellunesi, peraltro, il ricordo vivo del Santo Padre è legato alla visita di due giorni che fece nel 2004 in qualità di Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Era il 16 ottobre e il cardinale Ratzinger, dopo una cena frugale consumata al Centro di spiritualità "Papa Luciani" con il vescovo di Belluno - Feltre, mons.Giuseppe Andrich, parlò davanti ad un folto pubblico, del suo libro "Fede, verità e tolleranza".
Ad invitare a Col Cumano di Santa Giustina l'alto prelato fu Michelangelo De Donà, coordinatore degli incontri culturali del Centro. E fu Michelangelo, affiancato dal giornalista Antonio Socci, a presentarlo al folto pubblico.
Il giorno successivo, domenica 17, il cardinale bavarese - nato nel 1927 a Marktl am Inn ma con nonna altoatesina di Rio Pusteria - venne a Belluno. Concelebrò nella basilica cattedrale la santa Messa in latino, incontrò due giornalisti e salutò alcuni sacerdoti, salì ai mille metri del Nevegal per visitare il santuario diocesano dedicato a Maria immacolata di Lourdes. Ma pure si mescolò fra la gente che, in centro città, seguiva i bambini che partecipavano alla manifestazione d'autunno "Sport in piazza". Uscito dalla porta laterale del duomo - sempre accompagnato dal segretario mons. Georg Gaenswein - colloquiò cordialmente osservando chi giocava a calcio nel parterre allestito davanti alla Prefettura. Il cardinale Ratzinger - affermando che "le vacanze più belle si trascorrono in montagna - fece delle domande sulla nostra terra. Vide delle barchette e chiese se intorno c'erano laghi. Magari simili a quelli della sua terra, come il Trannstein Chiemsee.
Daniela De Donà

© Copyright Gazzettino nordest, 8 luglio 2007


Quella lettera di Paniz a Benedetto XVI nel settembre 2005 «Venga in vacanza da noi, questo territorio ne ha bisogno»

Fra i molti dietro le quinte - più o meno curiosi - della vacanza del pontefice a Lorenzago di Cadore vi sono anche due missive del 2005. Una lettera inviata al papa dall'onorevole Maurizio Paniz - in data 5 settembre - e la risposta - del 29 dello stesso mese - a firma Leonardo Sandri per la Segreteria di Stato del Vaticano.Paniz, scrivendo «a nome della popolazione del Cadore, in provincia di Belluno, terra che ho l'onore di rappresentare nel Parlamento italiano» invitava Benedetto XVI «a trascorrere qualche periodo di vacanza trai nostri monti». Nello scritto si ricordavano le serene vacanze a Lorenzago del papa predecessore e si toccava anche un tasto delicato quale quello dell'economia: «La sua presenza qui gratificherebbe un territorio che, dopo la pesante crisi dell'occhialeria, ha bisogno di riacquistare fiducia e di credere nelle proprie potenzialità turistiche» scriveva Maurizio Paniz al pontefice.
Dalla Santa Sede il riscontro giungeva - a proposito di una possibile vacanza - puntuale e cortese quanto vago e prudente. «Facendosi interprete del vivo desiderio della popolazione del Cadore - rispondeva così la Segreteria di Stato - ella ha chiesto al Santo Padre di voler soggiornare a Lorenzago nel corso della prossima estate. Il Sommo pontefice, che ha apprezzato il premuroso gesto, ringrazia per i sentimenti d'affetto per la sua persona e, mentre assicura un ricordo nella preghiera per le necessità delle famiglie dell'intera provincia, volentieri imparte a tutti la benedizione apostolica, pegno di copiosi favori celesti». Ed ecco che il desiderio di avere il pontefice fra le nostre montagne sta diventando realtà. Se non nel 2006, fra pochi giorni, nel 2007.

© Copyright Gazzettino nordest, 8 luglio 2007


Record di richieste di udienze personali: in parrocchia ne sono arrivate un migliaio

TUTTO PRONTO A LORENZAGO ARRIVA IL PAPA

LORENZAGO. Giusto trent’anni fa, la prima volta di papa Wojtyla a Lorenzago. Domani, la prima volta di papa Benedetto sempre a Lorenzago, un paese destinato a entrare nella storia per molti dettagli. Tra questi anche il record di richieste per udienze personali: don Sergio in parrocchia ne ha ricevute oltre un migliaio. Intanto l’emozione trapela dalle parole del sindaco Tremonti, alla vigilia dell’arrivo di Ratzinger: «Per me si tratta di una doppia prima volta».
Tremonti ricorda la visita di Wojtyla: «Non mi dimenticherò mai quando, sul palco in piazza Calvi, mi attirò a sé per abbracciarmi». Ed è convinto che anche il successore rimarrà soddisfatto delle tre settimane in mezzo ai boschi cadorini. «Ai suoi collaboratori glielo abbiamo anticipato: lo lasceremo in pace, perché si goda una vacanza da monaco, esattamente come desidera».
Tutto è pronto, ai piedi del monte Cridola, in Cadore e in tutta la provincia, per accogliere festosamente il capo della chiesa. Lorenzago si è riempita ieri di villeggianti, di un numero ancora maggiore di bandiere e di una montagna di gerani rossi. All’ingresso del paese è stata esposta ieri una gigantografia con l’immagine di Wojtyla e di Ratzinger sullo sfondo del monte Cridola e con la scritta “Lorenzago di Cadore soggiorno estivo dei papi”.
E ieri sera, con un rito molto semplice ma carico di significato, alcuni amici del “parroco del Papa”, don Sesto Da Pra, l’hanno ricordato presso la sua tomba. Ne ha fatto memoria, commosso, l’ex sindaco Lorenzo Tremonti, Giovanni De Donà e il parroco don Sergio De Martin. «Don Sesto è stato un prete dalla fede fondata sulla roccia», ha sottolineato Tremonti, ricordando, tra l’altro, che Papa Wojtyla l’aveva in particolare simpatia, tanto da nominarlo “monsignore” in diretta televisiva, durante un Angelus, il 12 luglio 1998. Al termine del breve rito è stata fatta sentire la voce di don Sesto che ricordava di essere «un carneade di prete che sillaba il benvenuto al Papa».
Già lanciati i primi “Benvenuto” al pontefice. Particolarmente caloroso - anche dal punto di vista “veneto” - quello del patriarca di Venezia Angelo Scola. «Beatissimo Padre», così si rivolge il cardinale a Ratzinger, «noi tutti, donne e uomini del Nord-Est, siamo orgogliosi di poterLa ospitare per qualche giorno di meritato riposo nelle nostre terre. Potrà godere, ancora una volta, del fascino delle Dolomiti, autentiche cattedrali della natura, ammirare le numerose sfumature dei riposanti “verdi” dei nostri boschi. Guardare i fiori, ascoltare gli uccelli. Incontrare persone, anche se La assicuriamo di essere ben consapevoli che il nostro primario dovere di ospiti sarà quello di lasciarLa, per così dire, in pace».
Scola ringrazia quanti si sono adoperati per l’ospitalità del papa: le Diocesi di Treviso e di Belluno, e tutte le autorità civili e militari, si sono distinte e continueranno a farlo con la passione e la perizia ben note. Ma per il patriarca le vacanze del papa sono tutt’altro che una parentesi nella vita del Bellunese e del Veneto. «Come può il Successore di Pietro, presente fisicamente in mezzo a noi, non esercitare, con questa Sua sola presenza, una benefica pro-vocazione a interrogarci sul senso della nostra vita? Santità, non vogliamo perdere questa grande occasione di crescita dolcemente accompagnati dalla vicinanza del successore di Pietro».
Già ieri è stato aperto l’ufficio stampa, in municipio. Il sindaco Tremonti l’ha consegnato in gestione a don Giuseppe Bratti, portavoce del vescovo Giuseppe Andrich. Sarà lo stesso Bratti ad accogliere oggi gli inviati provenienti da tutta Europa. «Grande l’interesse soprattutto dalla Germania», informa don Bratti. «In effetti», dice l’assessore regionale Oscar De Bona, «noi veneti siamo stati davvero bravi. Siamo riusciti a strappare il pontefice ai suoi connazionali. Sembrava, infatti, che fosse proprio la Germania il paese candidato alla sua ospitalità».

© Copyright Corriere delle Alpi, 8 luglio 2007


La nostra accoglienza

MONS. GIUSEPPE ANDRICH

Oggi e domani alle ore 12 tutte le campane delle nostre chiese suoneranno a festa per salutare Papa Benedetto XVI che giungerà nella nostra terra e qui rimarrà fino a venerdì 27 luglio. Do a Lui il benvenuto a nome di tutta la nostra Chiesa di Belluno-Feltre: il suono a distesa sarà un segno dell’accoglienza festosa che gli riserveremo. Siamo capaci di accoglienza? «Scopriamo che il vivere in montagna contiene una vocazione speciale, non sempre facile da sviluppare perché esigente e tuttavia molto significativa. I numerosi ospiti che giungono da noi sono i destinatari diretti dell’accoglienza e della testimonianza della nostra cultura» (Libro sinodale, 123). In questi giorni tale vocazione, esigente per noi cristiani, la riconosciamo nel dono di accogliere il Vicario di Gesù Cristo e pastore di tutta la Chiesa. Egli presiede la carità universale e guida le comunità cristiane a essere segno e strumento di attenzione e di salvezza per l’umanità intera. Siamo consapevoli che la nostra terra non può ostentare ricchezze che non siano quelle che ci mettono in relazione diretta con l’Autore di ogni bellezza. Anche la nostra più genuina cultura è contraria ad avvantaggiarci di questa eccezionale presenza del Santo Padre per fregiarci di vanti effimeri o prendere gloria gli uni dagli altri. Contro ogni artificiosità desideriamo offrire un ambiente rispettoso dell’ospite, che esprima quiete e accoglienza. I messaggi dei due “Angelus” domenicali saranno da noi accolti con ascolto partecipe e orante. La Santa Messa che presiederò a Lorenzago domenica 22 luglio, appena prima dell’arrivo del Papa per l’Angelus, sarà offerta perché il suo coraggioso servizio sia sostenuto dalla forza che viene da Dio e dalla sinfonica preghiera di tutti i cristiani. Le comunità cristiane e tante persone di buona volontà, guidate dalla ragione e dall’ansia per bene di tutti, sappiano sempre più apprezzare e sostenere la sua opera per la pace, il futuro dell’umanità in tutti i continenti, il progresso culturale dell’Europa, la salvaguardia della vita umana e della famiglia, l’educazione delle nuove generazioni.
Mi permetto di chiedere pubblicamente al Santo Padre la sua preghiera e benedizione per gli ammalati che sono negli ospedali e nelle case, per quanti - anche giovani - soffrono moralmente e si sentono disperati e soli. Recentemente, a Pavia, egli disse che l’ospedale e ogni luogo dove si soffre e «si sperimenta la fragilità della natura umana, lo potremmo dire in qualche modo “sacro”». E continuava: «Certo, la sofferenza ripugna all’animo umano; rimane però sempre vero che, quando viene accolta con amore ed è illuminata dalla fede, diviene un’occasione preziosa che unisce misteriosamente al Cristo Redentore, l’Uomo dei dolori, che sulla croce ha assunto su di sé il dolore e la morte dell’uomo».

Giuseppe Andrich vescovo di Belluno-Feltre

© Copyright Corriere delle Alpi, 8 luglio 2007

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