17 settembre 2007

Messa tridentina: l'esperienza di Bologna e la non esperienza di Legnano


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Quaranta fedeli alla messa in latino

La liturgia con rito tridentino ieri nella chiesa della Madonna di Galliera

di GIOVANNI PANETTIERE

‘IN NOMINE PATRI et Filii et Spiritus Sancti’. Con voce impercettibile e spalle ai fedeli, don Lorenzo Jantaud, sacerdote francese dell’istituto fiorentino di Cristo Re Sommo Sacerdote, con addosso la pianeta, in testa il berretto e la fascia del manipolo al braccio destro, dà inizio alla messa. Alla chiesa della Madonna di Galliera e di San Filippo Neri, struttura non parrocchiale dei padri Filippini in via Manzoni, ieri mattina, su iniziativa del movimento per il rito tridentino Una Voce, da sempre in contatto con i lefevriani, è tornato a risuonare il latino secondo il Messale di San Pio V, nella versione del 1962 del beato Giovanni XXIII. Nella diocesi bolognese è stata una delle prime celebrazioni tradizionali dopo l’entrata in vigore della ‘Sommorum pontificum’ di Benedetto XVI che liberalizza la liturgia preconciliare, pur confermando quella di Paolo VI, promulgata nel 1970 e abitualmente in lingua nazionale, come forma ordinaria. Il documento papale non sancisce quindi un sovvertimento dei canoni liturgici, ma rende semplicemente più facile lo svolgimento della messa del Concilio di Trento, che resta comunque liturgia straordinaria nella chiesa cattolica.

PER I SEGUACI di Una Voce la celebrazione alla Madonna di Galliera è stato motivo di orgoglio e di gioia, come sottolinea Fabio Marino, vicepresidente nazionale del movimento: «Sono anni che ci battiamo per far valere la bellezza e l’importanza della messa tridentina. A Bologna fin ora non abbiamo potuto mai celebrare la nostra Eucaristia di domenica. Sin dai tempi del cardinale Biffi ci è stato concesso solo il sabato, ma noi siamo cristiani e crediamo che il giorno del Signore sia la domenica. Non è stato per nulla facile accettare tutto ciò. Ora però, grazie al Santo Padre, fortunatamente non c’è più bisogno del permesso episcopale. Non posso però negare che ci preoccupa non poco l’atteggiamento di diversi vescovi italiani, che ostacolano il rito di San Pio V anche dopo la ‘Sommorum pontificum’. Lo considerano sovversivo dell’intera teologia del Vaticano II. Ragionano in questo modo perché temo che interpretino il Concilio come momento di rottura nella storia della Chiesa. Ma non è così e il Papa, a più riprese, ha affermato questo semplice concetto».

POCHI COMUNQUE i fedeli presenti alla funzione nella chiesa dei Filippini. Solo una quarantina di persone, età media piuttosto alta. Tra loro anche diversi curiosi. Le donne indossano un velo bianco sopra la testa, antichissimo simbolo di sottomissione femminile all’uomo, secondo l’interpretazione tradizionale della frase biblica di Dio rivolta a Eva dopo la caduta nell’Eden, ‘l’uomo dominerà su di te’. Don Lorenzo, rispettando pienamente l’antica liturgia, ha detto messa prevalentemente rivolto all’altare, quasi bisbigliando. Praticamente impossibile cogliere, in quei frangenti, le sue parole. Nessuno spazio è stato dato alla lingua italiana, salvo per la lettura del Vangelo e l’omelia, una riflessione del celebrante incentrata sulla sofferenza del cristiano, necessaria per accedere al Paradiso.

I LAICI hanno seguito con attenzione la celebrazione, anche se tra ‘i novizi’ non sono mancati comprensibili momenti di smarrimento. Gli unici canti ammessi sono stati quelli gregoriani. Al momento dell’Eucarestia, l’ostia consacrata è stata messa direttamente in bocca al fedele, in ginocchio ai bordi del presbiterio. Niente preghiere dei fedeli, né passi biblici letti dai laici. Tutti questi atti, normali per la celebrazione ordinaria, spariscono nel rito tridentino. Alla fine, un’ora e poco più per una messa che dà l’impressione di essere più liturgia del presbitero che dell’intera assemblea con il suo pastore.

© Copyright Il Resto del Carlino (Bologna), 17 settembre 2007

Che stress...sempre la stessa minestra riscaldata!
R.


• MISTERO SULLA CELEBRAZIONE AI SERVI IL PRIORE: «IO NON L’HO AUTORIZZATA»

CON LA ‘Summorum pontificum’ è cambiata la mappa delle chiese che ospitano la messa tridentina. Resta l’appuntamento storico al Baraccano, ogni primo sabato del mese, alle 16,30. Si aggiunge la chiesa della Madonna di Galliera e di San Filippo Neri, con il rito di San Pio V, in programma ogni domenica alle 9,30. Il sito internet di Una Voce annuncia la liturgia tradizionale anche alla basilica dei Servi, tutti i sabati del mese, eccetto il primo. Ma il priore, padre Bruno Zanirato, smentisce: «Non ho mai dato l’autorizzazione per questo genere di celebrazione». Sabato pomeriggio, però, ai ‘Servi’ si è svolta una liturgia in latino. «So
di quella messa. Ma nessuno mi ha chiesto il permesso e io non ho autorizzato proprio niente».
g. p.

© Copyright Il Resto del Carlino (Bologna), 17 settembre 2007


Salta a Legnano la messa in latino: fedeli delusi

LEGNANO - (l.c.) E' stata annullata la messa in latino, una delle poche previste in Italia, inizialmente prevista per ieri a Legnano: all'indomani dell'entrata in vigore del motu proprio lanciato da Papa Ratzinger, si era deciso in città di organizzare la celebrazione del rito secondo l'antica forma liturgica nel santuario dell'istituto di cura per anziani Mater Orphanorum. Grande l'attesa dei fedeli, che invece ieri alle 17.30 hanno avuto un'amara sorpresa: la messa è stata annullata e sostituita con il rosario (in italiano). Il sacerdote che avrebbe dovuto celebrare la funzione non era più disponibile, e non si è riusciti a trovare in tempo un altro celebrante: questa la motivazione apparsa nel forum dell'associazione Crismon, che aveva organizzato la messa. Gli affezionati del forum erano a conoscenza dell'annullamento già da diverse ore, ovvero da quando il sito Crismon.it aveva pubblicato la notizia: non c'è stato quindi il pienone atteso, visto che la messa tridentina avrebbe dovuto richiamare fedeli da tutta la Lombardia. Ma non sono mancati quelli che si sono presentati puntuali all'appuntamento, rimanendo inevitabilmente delusi.

© Copyright La Provincia di Como, 17 settembre 2007

9 commenti:

Blog creator ha detto...

Mi fa piacere che dai p. Filippini (S. Filippo Neri), Una Voce che è ottima associazione (che comunque, per loro voce stessa mi han detto non essere legati ad Una Vox (pur non avendo nessuna diatriba tra loro ben inteso) sia stata celebrata questa antica liturgia. Conosco il p. Priore personalmente.

Quello che voglio dire, mi si scusi molto ma preme, le notizie parlano di "possibile guerra contro l'Iran", che "Putin accelera alla corsa al riarmo", etc.
Occhio ai segni dei tempi, preghiera, conversione e penitenza amici. Poi il resto.

E ribadisco, non su 'aria fritta' ma documentazione, attenzione! I massoni o muratori sono potentissimi, in ogni luogo del civile, sociale etc. Non è una battuta!
Avanti con il Santo Padre.
P.S. 20 settembre: chi ha da intendere intenda.

mariateresa ha detto...

Confermo da fonte molto sicura la Messa alla Chiesa dei Servi a Bologna nella giornata di sabato, era un matrimonio per la precisione, affollatissimo.
Non conosco i retroscena di questo caso e non mi interessano, ma non si può escludere, più in generale, che se alcuni vescovi si sono fatti furbi per non applicare il MP, può darsi che ci siano parroci che si siano a loro volta fatti furbi per applicarlo. E' un ragionamento che farà venire l'orticaria a Francesco, ma il mondo è mondo.
E può darsi che, obtorto collo, e soprattutto, letto il MP, il parroco decida lui.Che non va di sicuro all'inferno.

Unknown ha detto...

Ecco appunto, occorre farsi furbi e non dare la possibilità ai vescovi di intervenite illegittimamente. Si applica l'art. 2 del Motu Proprio e non il 5 par 1.

Art. 2. Nelle Messe celebrate senza il popolo, ogni sacerdote cattolico di rito latino, sia secolare sia religioso, può usare o il Messale Romano edito dal Beato Papa Giovanni XXIII nel 1962 (...) Per tale celebrazione secondo l'uno o l'altro Messale il sacerdote non ha bisogno di alcun permesso, né della Sede Apostolica, né del suo Ordinario.

(...)
Art. 4. Alle celebrazioni della Santa Messa di cui sopra all'art. 2, possono essere ammessi - osservate le norme del diritto - anche i fedeli che lo chiedessero di loro spontanea volontà.

Punto. Usiamo internet per dare adeguata notizia delle messe sine populo.

Anonimo ha detto...

Salve, mi riferisco alla notizia qui pubblicata de:
La Provincia di Como, 17 settembre 2007
sulla "Messa saltata a Legnano"....
in verità il giornale non riporta tutta la notizia completa e ne parlo come collaboratrice del Crismon (che non è ancora una associazione!) ma che è un forum di Cattolici Italiani i quali avevano organizzato, appunto, questa Messa....
Dopo il primo no a celebrare la Messa al Santuario di Legnano, ci siamo organizzati, sempre in zona per un altra Messa con il sostegno di un sacerdote non ambrosiano...
Ma neppure questo è bastato per farci pregare con l'Eucarestia donataci dal Papa in rito antico...
Il sacerdote ha ricevuto PRESSIONI, di conseguenza anche noi ci siamo dovuti attenere allo spirito dell'obbedienza...ma la Messa si è svolta lo stesso purtroppo in provincia di Vercelli, fuori dal territorio Ambrosiano e dove molti di noi non hanno potuto partecipare a causa della distanza...restando appunto sul luogo per dire insieme un Rosario come atto di riparazione...perchè VIETARE UNA MESSA quando non ci sono elementi gravi di forme eretiche, è un gravissimo abuso!
Ci siamo comunque premuniti per inviare un rapporto dettagliato dei fatti, presso l'Ecclesia Dei e fiduciosi attendiamo per un futuro più sereno!

Fraternamente CaterinaLD

Anonimo ha detto...

Grazie, Caterina, per questa notizia! Purtroppo Vercelli e' molto lontana dal territorio ambrosiano. Io mi auguro che i fedeli di Legnano ottengano al piu' presto una risposta dalla commissione pontificia.

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella,
ho letto attentamente il recente documento emanato dalla Curia di Milano:
Riflessione sulla lettera apostolica in vigore dal 14 settembre

IL “MOTU PROPRIO”
E IL RITO AMBROSIANO
http://www.chiesadimilano.it/or4/or?uid=ADMIesy.main.index&oid=822224

mi soffermo solo due espressioni che mi appaiono CONTRADITTORIE….

si legge:

In altre parole, l’uso del Missale Romanum promulgato da Paolo VI è stato finora veicolo di profonda comunione ecclesiale e di crescita spirituale. La controprova è data dall’assenza di gruppi stabili di fedeli “aderenti alla precedente tradizione liturgica”. Nessuna preclusione a tali gruppi, ma anche la dovuta constatazione della loro assenza.

(……………)

L’unico gruppo conosciuto - che peraltro già utilizza la concessione del 1985 - è quello che si ritrova per la partecipazione alla liturgia domenicale nella chiesa di San Rocco al Gentilino: 50/70 provenienti da diverse parrocchie di Milano e dell’hinterland.

(….)

Mons. Claudio Magnoli
Segretario della Congregazione del Rito Ambrosiano

********************************

faccio notare la contraddizione…….

1) La controprova è data dall’assenza di gruppi stabili di fedeli “aderenti alla precedente tradizione liturgica”.

2) L’unico gruppo conosciuto - che peraltro già utilizza la concessione del 1985 - è quello che si ritrova per la partecipazione alla liturgia domenicale nella chiesa di San Rocco al Gentilino: 50/70 provenienti da diverse parrocchie di Milano e dell’hinterland…….

quindi la “controprova” salta….non è vero che c’è ASSENZA di gruppi stabili se poi si conferma che dal 1985 ESISTE UN GRUPPO STABILE FATTO DI PICCOLI GRUPPI (provenienti da diverse parrocchie di Milano e dell’hinterland ) CHE SI RITROVANO AL GENTILINO SOLO PERCHE’ E’ L’UNICA CHIESA CHE E’ STATA CONCESSA DALLA CURIA DI MILANO….
Se la Curia di Milano avesse concesso a chi voleva questo Rito san Pio V COME CONCESSE AI VETERO CATTOLICI LE PARROCCHIE MILANESI AMBROSIANE….sicuramente i “gruppi stabili” sarebbero aumentati senza andare alla Messa come se si recassero ALLE CATACOMBE COPRENDOSI DI VERGOGNA per chissà quale danno commesso, ma santo cielo STIAMO PARLANDO DELLA MESSA con un Rito ANTICO MA SEMPRE VALIDO, mica si sta parlando di una messa PROTESTANTE O VETERO….

e ancora…usando sempre il dono della RAGIONE……

così dice il Papa nel MP:

Art. 5. § 1. Nelle parrocchie, in cui esiste stabilmente un gruppo di fedeli aderenti alla precedente tradizione liturgica, il parroco accolga volentieri le loro richieste per la celebrazione della Santa Messa secondo il rito del Messale Romano edito nel 1962. Provveda a che il bene di questi fedeli si armonizzi con la cura pastorale ordinaria della parrocchia, sotto la guida del Vescovo a norma del can. 392, evitando la discordia e favorendo l’unità di tutta la Chiesa.

§ 2. La celebrazione secondo il Messale del B. Giovanni XXIII può aver luogo nei giorni feriali; nelle domeniche e nelle festività si può anche avere una celebrazione di tal genere.

§ 3. Per i fedeli e i sacerdoti che lo chiedono, il parroco permetta le celebrazioni in questa forma straordinaria anche in circostanze particolari, come matrimoni, esequie o celebrazioni occasionali, ad esempio pellegrinaggi.

**************

usiamo la RAGIONE……..
il Papa fa specifico riferimento a due tipi di gruppi….uno è quello STABILE, ossia quelli che probabilmente sono appunto lefebvriani o semplicemente cattolici che per 40 anni hanno dovuto seguire la Messa san Pio V COME UNA CLANDESTINITA’…….ma attenzione, il Papa dopo fa riferimento a SEMPLICI FEDELI ANCHE NON IN GRUPPI……..

§ 3. Per i fedeli e i sacerdoti che lo chiedono, il parroco permetta le celebrazioni in questa forma straordinaria anche in circostanze particolari, come matrimoni, esequie o celebrazioni occasionali, ad esempio pellegrinaggi

allora pongo un altra domanda alla Curia di Milano…..morendo chiedo che mi vengano fatti i funerali con il rito san Pio V….come risponderete, devo farmi trasportare FUORI DAL TERRITORIO AMBROSIANO?
Desidero fare un PELLEGRINAGGIO AL DUOMO DI MILANO o al Sacro Monte di Varese o ad un altro SANTUARIO… e chiedo quindi di poter vivere la Messa san Pio V….su quali NORME ECCLESIALI LA CURIA LA PROIBIREBBE?

Infine….il Papa cita un articolo del Diritto Canonico che riguarda i VESCOVI….in tutto il testo riportato sopra non si fa accenno a questo articolo, leggiamo cosa dice:

Can. 392 - §1. Poiché deve difendere l’unità della Chiesa universale, il Vescovo è tenuto a promuovere la disciplina comune a tutta la Chiesa e perciò a urgere l’osservanza di tutte le leggi ecclesiastiche.

http://www.vatican.va/archive/ITA0276/__P1E.HTM

perchè il Santo Padre ha citato questo articolo?
Milano è forse esclusa da questa osservanza?

Il Santo Padre conclude il MP con queste parole:

Tutto ciò che da Noi è stato stabilito con questa Lettera Apostolica data a modo di Motu proprio, ordiniamo che sia considerato come “stabilito e decretato” e da osservare dal giorno 14 settembre di quest’anno, festa dell’Esaltazione della Santa Croce, nonostante tutto ciò che possa esservi in contrario.

Milano è esclusa da questa richiesta del santo Padre? e dove sta scritto?
C’è una diversità ESCLUSIVAMENTE NEL RITO nella Chiesa detta appunto “AMBROSIANA”…..ma non risulta che essa sia una “Chiesa particolare” che vive di LEGGI PROPRIE ESTRANEE ALLA SANTA SEDE…..
il Papa parla appunto di DECRETO STABILITO a ttraverso questo MP…..ergo rientra anche per i vescovi ambrosiani (che sono appunto SACERDOTI DI RITO LATINO) la citazione dell’art. del Diritto Canonico citato dal santo Padre…….

Concludo citando un altro articolo del Diritto Canonico che dice:

Can. 399 - §1. Il Vescovo diocesano è tenuto a presentare ogni cinque anni una relazione al Sommo Pontefice sullo stato della diocesi affidatagli, secondo la forma e il tempo stabiliti dalla Sede Apostolica.

ebbene….il Papa stesso scrive nella Lettera AI VESCOVI che accompagna il MP:

A seguito delle insistenti preghiere di questi fedeli, a lungo soppesate già dal Nostro Predecessore Giovanni Paolo II, e dopo aver ascoltato Noi stessi i Padri Cardinali nel Concistoro tenuto il 22 marzo 2006, avendo riflettuto approfonditamente su ogni aspetto della questione, dopo aver invocato lo Spirito Santo e contando sull’aiuto di Dio, con la presente Lettera Apostolica stabiliamo quanto segue:

***********

appare evidente che il Santo Padre, avendo appena concluso il giro della visita ad Limina dei vescovi italiani e ricevendo appunto anche quelli della Diocesi Ambrosiana, ne abbiano parlato…….e a meno che non si voglia attribuire al Sommo Pontefice iniziative atte a DESTABILIZZARE l’unità della Chiesa anche con le chiese “particolari”, va da se che la situazione AMBROSIANA era già a conoscenza del Santo Padre il quale NON ha ritenuto dover specificare semplicemente perchè la Chiesa Ambrosiana E’ NELLA CHIESA CATTOLICA e non fuori di Essa e di conseguenza soggetta all’obbedienza di un MP espresso dal Sommo Pontefice il quale ha eletto il successore di sant’Ambrogio alla guida della Diocesi……

Dice infatti il Papa nell’apertura della Lettera:

Da tempo immemorabile, come anche per l’avvenire, è necessario mantenere il principio secondo il quale “ogni Chiesa particolare deve concordare con la Chiesa universale, non solo quanto alla dottrina della fede e ai segni sacramentali, ma anche quanto agli usi universalmente accettati dalla ininterrotta tradizione apostolica, che devono essere osservati non solo per evitare errori, ma anche per trasmettere l’integrità della fede, perché la legge della preghiera della Chiesa corrisponde alla sua legge di fede”.

Non è certo il Papa che deve dare ulteriori spiegazioni….ma dovrebbe essere mons. Magnoli ad evitare ulteriori ambiguità e chiusure atte a portare maggior divisione fra la Diocesi Ambrosiana e ciò che ha scritto il Sommo Pontefice:

Tutto ciò che da Noi è stato stabilito con questa Lettera Apostolica data a modo di Motu proprio, ordiniamo che sia considerato come “stabilito e decretato” e da osservare dal giorno 14 settembre di quest’anno, festa dell’Esaltazione della Santa Croce, nonostante tutto ciò che possa esservi in contrario.

Veramente ci attendiamo dal card. Tettamanzi un chiarimento definitivo alla vicenda…..
Preghiamo per questo!
Fraternamente CaterinaLD

Anonimo ha detto...

Ciao Caterina, condivido in pieno cio' che hai scritto. Sto scrivendo una lettera all'Ecclesia Dei per chiedere l'interpretazione autentica del motu proprio per stabilire una volta per tutti se esso si riferisce a tutta la Chiesa o se Milano e' da considerarsi una "enclave".
Ciao e grazie-

Anonimo ha detto...

Grazie infinite Raffaella......mi tenga informata se può ^__^
noi stiamo raccogliendo firme (Varese) se ci saranno novità lo scriverò anche qui...

Fraternamente CaterinaLD

Anonimo ha detto...

Grazie a te, Caterina :-)