12 dicembre 2007

La tutela dei lavoratori secondo il Papa


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di Paolo Rodari

Poche settimane fa la Santa Sede ha varato un significativo aumento retributivo (in vigore dal prossimo gennaio) legato al merito e la notizia, seppure qualche perplessità rimane soprattutto a causa di alcune disparità di indennizzo concesse ai dipendenti della segreteria di Stato rispetto a quelli di pari grado degli altri dicasteri, è stata giudicata nel complesso molto positivamente. Che un possibile aumento di stipendio venga concesso sulla base di elementi come la «dedizione», il «rendimento» e la «professionalità» è cosa gradita - ovviamente - anche ai dipendenti d'oltre Tevere.
E oggi - la coincidenza con l'incendio che ha colpito l'acciaieria Thyssenkrupp di Torino è casuale visto che la norma è stata firmata dal Papa il 6 novembre scorso -, un ulteriore strumento in scia alla volontà di tutela del lavoratore dipendente dalla Santa Sede è stato approvato. In sostanza, la struttura vaticana, per tutelare in maniera costante ed efficace la sicurezza e la salute dei suoi lavoratori ha varato (entrerà in vigore col prossimo anno), grazie al lavoro del cardinale Giovanni Lajolo, presidente della pontificia commissione per lo Stato della Città del Vaticano, una nuova legge in merito.
Come viene spiegato nell'edizione odierna dell' Osservatore Romano , la nuova normativa ha il pregio di evitare gli «inutili appesantimenti burocratici della legge italiana 626 che regola la materia nel nostro paese». Insomma, anche se solitamente la Santa Sede rimanda a leggi già esistenti nello Stato italiano, questa volta ha scelto, vista la pesantezza della 626, di varare una norma nuova: si tratta di «un'assoluta novità nel campo della legislazione vaticana in materia di tutela del lavoro ed è il risultato di un lungo iter di studio e di elaborazione».
Per mesi l'Osservatore , sotto la direzione del predecessore di Gian Maria Vian, Mario Agnes, a dimostrazione di quanto la cosa stesse a cuore al Vaticano, diffuse quotidianamente un bollettino relativo alle morti bianche in Italia. Al triste bollettino venne dato ampio risalto: "Quotidiano elenco di lutti" venne definito più volte.
Spiega sull'Osservatore Gianluigi Marrone, giudice unico dei tribunali dello Stato della Città del Vaticano, che «l'ambiente di lavoro vaticano è particolarissimo. Non basta - dice - adottare ogni misura utile a rendere sicure le prestazioni e protetta la salute di chi opera, così da contribuire a che il contributo sociale tenda a essere, grazie allo Spirito, - come disse Benedetto XVI nella veglia di Pentecoste del 2006, ndr - il giardino di Dio e così il giardino dell'uomo». Occorre fare di più. Anche perché, come spiegò il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone il 19 novembre scorso per il 25° anniversario della Lettera di Giovanni Paolo II al cardinale Casaroli sul lavoro in Vaticano, «per il personale vaticano non si tratta di un mero rapporto lavorativo, ma di una vera e propria missione apostolica».
La novità della legge risiede nel fatto che la materia, dopo anni, viene centralizzata e affidata a un apposito servizio istituito presso il presidente del Governatorato. Inoltre, il testo promuove ampie forme di partecipazione alla tutela della sicurezza attraverso il coinvolgimento delle singole amministrazioni, chiamate a fornire un flusso costante di informazioni sui rischi e sulle esigenze dei lavoratori.
È anche prevista un'opera di formazione, soprattutto allo scopo di prevenire gli incidenti sul lavoro. Sono infatti previsti - è il testo della legge - «precisi obblighi anche per i lavoratori, cui si richiede, appunto, di partecipare alla loro tutela, per farne risultare appieno i benefici, anche attraverso costanti iniziative di formazione».
Quindi le sanzioni: affinché l'impalcatura giuridica non resti un mero flatus vocis , «si è preferito non appesantire il contesto con nuove ipotesi di reato, differenziandosi da quella italiana, specialmente nelle prime previsioni normative e lasciando spazio piuttosto, ove del caso, all'attivazione di procedimenti disciplinari secondo le previsioni delle diverse amministrazioni, ferma restando l'iniziativa del presidente del Governatorato».

© Copyright Il Riformista, 12 dicembre 2007

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