12 luglio 2008
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Tutto è pronto per l'accoglienza
Ormai si contano le ore.
A Sydney persino il grande orologio posto dinanzi alla cattedrale St. Mary, azzerato il quadrante segna-giorni del conto alla rovescia nell'attesa dell'arrivo del Papa, scandisce ritmicamente soltanto ore e secondi che separano dal grande evento. Benedetto XVI è in viaggio. Sta per arrivare.
Nella metropoli australiana si moltiplicano i controlli affinché nulla sia lasciato al caso. Il Paese intende presentarsi all'appuntamento con il suo volto migliore, anche se tentativi per offuscarne l'immagine non sono mancati nei giorni della vigilia.
All'aeroporto - dove tra qualche ora atterrerà l'aereo con a bordo il Papa - è giunto questa mattina l'ultimo velivolo di quel gigantesco ponte aereo che ha sbarcato per giorni e giorni migliaia di giovani provenienti da ogni angolo del mondo. Dall'Italia sono stati organizzati settanta voli per gli oltre diecimila giovani iscritti. Molti di più quelli che hanno portato gli oltre 125 mila giovani dall'America. Ma anche le linee aeree filippine, tedesche e spagnole hanno dovuto fare la loro parte. Imprecisato il numero dei voli provenienti da diverse aree asiatiche, questa volta rappresentate alla Gmg in grande numero, considerata la collocazione geografica del Paese ospitante.
Gli ultimi numeri forniti dall'organizzazione riferiscono di 225 mila iscritti; 125 mila gli australiani. Cifre approssimative e certamente destinate ad aumentare perché in tanti sono arrivati pur senza iscrizione ufficiale. La macchina organizzativa ha cercato di curare tutto nei minimi particolari. Si è trattato di un impegno definito "titanico" dai media australiani. Anche il direttore della Sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, non ha esitato a definire il viaggio "particolarmente complesso dal punto di vista organizzativo".
"Siamo pronti - ha però dichiarato proprio in queste ore il cardinale arcivescovo di Sydney George Pell, rispondendo così alle polemiche sollevate da articoli apparsi su alcuni media australiani -. E sono certo che alla fine sarà un evento di grazia per tutta l'Australia".
In effetti alcune tra le più diffuse testate giornalistiche locali nei giorni scorsi avevano dato ampio risalto a frange laiciste impegnate nello sminuire il valore dell'evento per un Paese che, a dir loro, non dà grande peso alla dimensione religiosa nella quotidianità.
Un'etichetta che il nuovissimo continente non sembra riuscire a scrollarsi di dosso nonostante ormai, soprattutto tra i giovani, il sentimento religioso cominci sempre più a far breccia nell'indifferentismo e nel secolarismo che ne hanno caratterizzato gli inizi.
Sydney rappresenta un po' la metamorfosi di questa terra contrassegnata da grandi contraddizioni. Malgrado le difficoltà legate proprio all'indifferenza religiosa e al secolarismo tipici delle culture occidentali, la presenza cristiana ha cominciato ben presto a permeare la società. Oggi la Chiesa è fortemente radicata: oltre la metà dei giovani frequentano le scuole cristiane. I vescovi puntano molto sulla celebrazione della Gmg proprio per trasformarla in un'esperienza di fede vissuta capace di coinvolgere anche i giovani lontani. Qui, del resto, il mandato missionario è sempre attuale. Comprensibili, quindi, le attese legate a questa celebrazione per i giovani. La formula del raduno cattolico inventata da Papa Wojtyla, e fatta propria da Papa Ratzinger, è giunta alla sua XXIII edizione. Benedetto XVI ci crede fortemente. (mario ponzi)
(©L'Osservatore Romano - 13 luglio 2008)
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