17 luglio 2008
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La preghiera di Benedetto XVI sulla tomba di suor Mary MacKillop, la prima Beata dell'Australia: un modello nella difesa dei diritti dei deboli
La Chiesa australiana ha un modello di vita cristiana cui ispirarsi e Benedetto XVI lo ha significativamente indicato all’inizio della sua prima uscita pubblica di oggi, fermandosi in preghiera sulla tomba di Suor Mary MacKillop, la prima Beata del Paese. “I suoi interventi a difesa di quanti erano trattati ingiustamente e l’esempio pratico di santità sono divenuti - ha detto più tardi di lei il Papa - sorgente di ispirazione per tutti gli australiani”. Ma chi era Mary MacKillop? Lo racconta in questo servizio Alessandro De Carolis:
Mary MacKillop è anzitutto una donna coraggiosa. Una donna energica, moderna nel suo affrontare le difficoltà la vita, nonostante la sua parabola esistenziale si consumi nella seconda metà dell’Ottocento. Primogenita di scozzesi trapiantati nell’entroterra di Melbourne, conduce un’esistenza modesta e a 18 anni ottiene il suo primo incarico di maestra nello Stato dell’Australia meridionale. Quel lavoro le spalanca un orizzonte che l’incontro con un sacerdote, padre Giuliano Tenison Woods, le permette di trasformare in un’opera straordinaria. Mary MacKillop diventa la prima di un gruppo di maestrine senza paga. Lei, e le ragazze che presto la seguono, insegnano ai bambini poveri, gratuitamente. Materie culturali e Vangelo. L’opera diventa un Istituto religioso, quello delle Suore Giuseppine. Il vescovo le approva nel 1868, ma già Mary ha aperto una seconda scuola ad Adelaide. E’ instancabile. Si sposta a cavallo da un posto all’altro sulle abissali distanze australiane, una volta viaggia di notte per assistere una suora che sta morendo, un’altra si getta in un fiume burrascoso che sta per travolgere un bambino, adotta una bambina abbandonata.
Come spesso accade, il suo zelo e la sua coerenza cristiana fanno emergere contrasti, gelosie di bassa lega. Maria della Croce, questo il suo nome da religiosa, è osteggiata, anche con accuse infamanti, che le costano la scomunica. Suor Mary obbedisce, docilmente, e la verità viene a galla. Il vescovo ritira la scomunica, scusandosi con la religiosa. Che intanto è proiettata verso Roma: nel 1873 è ricevuta da Pio IX, nel 1883 Leone XIII approva la Regola. Suor Mary ha 46 anni e l’Istituto da lei fondato si trapianta anche in Nuova Zelanda. Con l’età e il logorio di una vita spesa senza risparmio, la salute di Suor Mary si deteriora. A cederle è quel cuore diventato una casa per tanti ragazzini australiani senza casa e senza mezzi. Muore l’8 agosto 1909 e nel 1995, durante il suo viaggio in Oceania, Giovanni Paolo II la proclama Beata. Oggi, Suor Mary rivive nelle 900 suore che ne seguono le orme, il gruppo più numeroso di religiose presenti in Australia, ma esteso fino al Perù.
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