16 luglio 2007

Il Papa a Lourdes nel 2008


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Benedetto XVI visiterà Lourdes per i 150 anni delle apparizioni della Madonna

In programma, per questo anniversario, attività quotidiane rivolte ai pellegrini

CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 16 luglio 2007 (ZENIT.org).- Benedetto XVI visiterà il santuario di Lourdes nel 2008, in occasione dei 150 anni delle apparizioni della Madonna.

La notizia è stata confermata questa domenica da padre Federico Lombardi SI, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede (ZENIT, domenica 15 luglio), dopo che il Vescovo della città mariana, monsignor Jacques Perrier, si è recato a Roma per dare avvio ai preparativi per la visita pastorale.

Il portavoce vaticano non ha rivelato dettagli sulle date della visita papale a Lourdes. Il prossimo anno il Pontefice dovrebbe recarsi nella sede delle Nazioni Unite, a New York, e a Sydney (Australia), in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù.

L’anno giubilare delle apparizioni si celebrerà dall’8 dicembre 2007, festa dell’Immacolata Concezione, all’8 dicembre 2008 sul tema “Andate a bere e a lavarvi alla fonte”.

“Ogni anno, più di sei milioni di persone si recano a Lourdes”, ricorda monsignor Perrier in un documento pubblicato sulla pagina web ufficiale del giubileo, http://www.lourdes2008.com.
(in italiano: http://www.lourdes2008.com/index_it.html)

“Cosa vengono a vedere? Un luogo turistico?”, si chiede il Vescovo. “In Francia ce ne sono di migliori”.

“Questa avventura è iniziata nel 1858, quando la Madonna è apparsa a Bernadette Soubirous. Da quella data, il fiume di pellegrini e visitatori non ha smesso di crescere. I santuari spirituali sono sempre più necessari, in un mondo di calcoli, superficialità e violenza”, aggiunge il Vescovo di Tarbes e Lourdes.

Secondo il presule, questo anniversario ha tre obiettivi specifici: “ringraziare per le grazie ricevute”, “prendere coscienza della nostra missione all’inizio del terzo millennio”, “aprire ancor di più le porte dei santuari”.

Il Vescovo conclude la presentazione dell’anniversario con una proposta molto concreta: “Approfittate per venire nei mesi invernali: Lourdes sarà solo per voi! O quasi...”.

La pagina web ha dedicato un programma di attività giornaliere e settimanali per il giubileo.

I pellegrini potranno realizzare quotidianamente il Cammino disegnato per il Giubileo, che inizia nella parrocchia che conserva il fonte battesimale in cui venne battezzata Bernadette il 9 gennaio 1844 e continua con l’umile dimora della sua famiglia e la Grotta delle Apparizioni, per concludersi poi nell’antico edificio in cui la santa ricevette la Prima Comunione.

Tutti i giorni verrà recitato a mezzogiorno l’Angelus nella Grotta delle Apparizioni, si celebrerà la Messa in francese, italiano, spagnolo e inglese, i confessori amministreranno il sacramento della Confessione in varie lingue e verrà presentato un video di 25 minuti sul Messaggio di Lourdes.

I pellegrini potranno anche partecipare ogni giorno alle 15.30 a una meditazione sul Rosario, immergersi nelle piscine e fare la Via Crucis.

Ogni settimana, il venerdì e il sabato avrà luogo la processione mariana notturna; il sabato e la domenica pomeriggio sono previste l’adorazione e la benedizione del Santissimo Sacramento.

Il giubileo verrà inaugurato con un incontro internazionale su “Il messaggio di Lourdes, ieri e oggi”, dal 9 all’11 dicembre 2007.

[Per ulteriori informazioni, è possibile inviare un messaggio all’indirizzo colloque@lourdes-france.com]

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Vittorio Messori ci parla di Lourdes:

Lourdes

di Vittorio Messori

RELIGIONE Sin dai tempi di Carlo Magno una tradizione dimenticata ricollega la grotta a un santuario della Madonna Era un «feudo» di Maria già prima delle apparizioni

Il prossimo 8 dicembre si aprirà a Lourdes l'anno giubilare per la ricorrenza, l'11 febbraio del 2008, dei 150 anni dalla prima delle 18 apparizioni a santa Bernadette Soubirous. Grandi celebrazioni sono in programma. A un secolo e mezzo dagli umilissimi inizi, quello ai piedi dei Pirenei è ancora il santuario cattolico più frequentato del mondo e la sua attrazione è in forte crescita. Un santuario dove gli italiani sono spesso più numerosi dei francesi e per raggiungere il quale, con malati al seguito, sono nate da noi organizzazioni solide e attivissime come l'Unitalsi e l'Oftal. Tuttavia, è singolare: tra gli oltre cinque milioni annui di pellegrini, forse nessuno sospetta perché il Cielo, in cui ovviamente credono, abbia deciso di far sorgere proprio qui questo straordinario luogo di devozione mariana. Questo posto fu, in qualche modo, predestinato? Ci fu, insomma, una «Lourdes prima di Lourdes»?
C'è, qui, una storia enigmatica che è stata riscoperta di recente grazie al reprint di un libro del 1928. Storia tanto dimenticata, che persino il vescovo di Tarbes e Lourdes — come scopersi una sera in cui ero suo ospite nel delizioso, liberty Chalet Episcopal nei pressi della Grotta — persino, dunque, monsignor Jacques Perrier la conosceva solo per sentito dire e sospettava si trattasse di tradizioni leggendarie.
In realtà non è cosi, la documentazione storica è completa ed è conservata negli archivi, disponibile per chiunque. Solo gli inizi della millenaria vicenda non sono suffragati da testi scritti, anche se si basano su una solida tradizione, che solo in seguito fu fissata sulle pergamene. Questi inizi, dunque, raccontano di Carlo Magno che, ritornando dalla Spagna dove aveva affrontato i mori, pose l'assedio al monte su cui sorgeva la fortezza saracena di Mirambel, l'antico nome di Lourdes. L'emiro che la teneva, Mirat, aveva giurato ad Allah che non avrebbe mai ceduto ad alcun uomo. Ridotto però allo stremo, accolse con sollievo il vescovo che seguiva re Carlo, che gli propose di rispettare il giuramento pur arrendendosi: non ad un uomo, bensì a una Donna. Questa era Nostra Signora di Le Puy, nel Massiccio Centrale, il maggior santuario delle Gallie, al quale accorrevano pellegrini da tutta l'Europa. Poiché Maria è veneratissima anche dai fedeli del Corano, Mirat accettò e, seguito dai suoi dignitari, cavalcò sino a Le Puy. I saraceni portavano legati alle lance mazzi di fiori raccolti nel prato davanti al castello. Nel prato, cioè (lo anticipiamo) dove sorgerà poi l'Esplanade per le processioni con le fiaccole dei pellegrini di Lourdes. I fiori dell'emiro furono deposti sull'altare della Vergine, in segno di vassallaggio.
Sin qui ci si basa su una tradizione, per quanto tanto attestata da avere lasciato il suo segno persino sullo stemma della città. Ma, a partire dal 1062, documenti inoppugnabili dicono che i conti del luogo donarono alla Signora di Le Puy non soltanto Lourdes — che già le apparteneva dai tempi carolingi — ma l'intera regione, la Bigorre, impegnandosi al pagamento di un «censo» annuale al capitolo del grande santuario del Massiccio Centrale. Quando il territorio di Lourdes passò ai re di Francia, questi rinnovarono l'impegno e lo rispettarono sino a quando la rivoluzione decapitò Luigi XVI e devastò Le Puy, giungendo sino a bruciare in piazza, tra le spazzature, la veneratissima Vergine. Per secoli, un giorno e una notte ogni anno, sul castello di Lourdes era stata ammainata la bandiera reale e aveva sventolato lo stendardo mariano, a confermare che quello era fief et domaine,
feudo e dominio, della Madonna venerata a Le Puy. Alla restaurazione, nel 1815, i Borboni riaprirono quel santuario e gli riconobbero gli antichi diritti sulla cittadina pirenaica. Nel 1829, per l'ultima volta, una delegazione partiva da Lourdes e, come segno di vassallaggio, portava sull'altare di Le Puy, come da usanza millenaria, i fiori raccolti davanti al castello.
Fu, dicevamo, l'ultima volta, perché l'anno dopo i Borboni erano cacciati da Luigi Filippo, il re scettico e volterriano che aboliva tutti gli impegni con la Chiesa assunti nei secoli dalla monarchia francese. Lo Stato, dunque, spezzava il legame tra Le Puy e Lourdes che esisteva forse da Carlo Magno, certamente dal 1062. E, qui, giungiamo all'evento singolare e, per i credenti, forse non casuale: stando all'antico diritto feudale, la potestà del signore di un luogo si estingueva dopo trent'anni di mancato adempimento degli obblighi previsti dall'atto di sottomissione. L'ultimo omaggio portato dalla «vassalla » Lourdes a Le Puy e l'ultimo tributo pagato dalla monarchia francese risalivano al 1829: dunque, i «diritti» di Maria sulla città pirenaica sarebbero caduti in prescrizione nel 1859. Ebbene, all'ultimo tempo utile, cioè nel 1858, un anno prima dell'estinzione, la Signora appariva a Massabielle, la collina che fronteggia il castello sul quale per secoli aveva sventolato la sua bandiera, tra i prati dove da sempre si raccoglievano i fiori per lei, ed ordinava «ai sacerdoti » (parole testuali) di «costruire lì una cappella », esortando tutti a venirvi «in processione », come per omaggio a una regina. Il patto, dunque, era rinnovato, i grandiosi santuari elevati dopo le apparizioni avrebbero sostituito, quasi nuovo palazzo reale, la fortezza, che incombe proprio di fronte. La statua di Le Puy era stata bruciata, ma un'altra l'avrebbe sostituita in un luogo appartenuto da sempre alla Madonna.
Se questi sono i fatti, è comprensibile che gli scettici sospettino una sorta di «congiura clericale », con le apparizioni come sceneggiata per seguire un copione. In realtà, è certo che non è così: nel confronto secolare, spesso durissimo, tra cattolici e laici sulla verità di Lourdes, mai alcuno fece riferimento a queste coincidenze storiche. Nessun prete vi accennò per confermare i credenti, nessun libre penseur le tirò in ballo per confermare il suo dubbio. Erano cose dimenticate e dormivano negli archivi. Bisognerà attendere quel libro del 1928 che, lo dicevo, è ora ristampato e che fu scritto da Emile Bréjon, giurista e medievista, specialista di diritto feudale. Proprio in base alle sue conoscenze, Bréjon fu il primo a ricomporre i pezzi di un puzzle che sembra confermare l'enigma che aleggia sulle rive del Gave.

© Copyright Corriere della sera, 12 luglio 2007

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