11 settembre 2007

Domani all'udienza...


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Domani all'udienza generale in Vaticano Benedetto XVI incontra i fedeli dopo il suo rientro dall'Austria. Il commento di Mons. Valentinetti alle parole del Papa a Vienna e Mariazell

Primo appuntamento pubblico, domani, per Benedetto XVI dopo la visita in Austria: il Papa incontrerà i fedeli nella tradizionale udienza del mercoledì in Vaticano. L’udienza, come avviene di consueto di ritorno da un viaggio apostolico, sarà probabilmente dedicata alla visita pastorale in terra austriaca. Una tre giorni ricca di momenti di grande intensità all’insegna del motto “Guardare a Cristo”. E questo è stato anche il messaggio che il Pontefice ha rivolto ai giovani dell’Agorà di Loreto. Ne è convinto l’arcivescovo di Pescara, Tommaso Valentinetti, intervistato da Alessandro Gisotti:

R. – Credo che i due ultimi momenti pubblici del Papa si siano caratterizzati soprattutto per questa grande chiarezza dottrinale, ma anche per questa profonda spiritualità e richiesta di volgere lo sguardo all’essenziale, a Cristo, il Signore della vita di tutti e, soprattutto, da Cristo viene non tanto la richiesta di un cammino che può, in qualche modo, apparire gravoso, ma quanto il gioioso “sì” di una risposta piena e totale, in una grande amicizia con Lui.

D. – Benedetto XVI, in effetti, ha sottolineato che il cristianesimo è ben altro che un semplice sistema morale, sottolineando che è anzitutto un incontro con una persona, con Gesù Cristo ed ha anche detto che in questa luce il Decalogo non va letto come una serie di divieti, ma come una serie di “sì”, di “sì” a Dio e al prossimo...

R. – Sicuramente si tratta di un tema caro al Santo Padre ed è una ripresa dell’Enciclica iniziale del suo Pontificato Deus caritas est, questo incontro fra la persona e Dio, che è amore, e il trasfondersi dell’amore nella vita delle persone. Dunque non una serie di norme da rispettare, quanto piuttosto – come dice lui stesso – una serie di “sì” da dire e, soprattutto, un “sì” alla vita. Mi è piaciuto moltissimo il riferimento alla vita a 360 gradi, soprattutto alla vita che nasce - nella sua riflessione all’Angelus – e particolarmente nella contemplazione di Cristo bambino. I tanti bambini – cito – che vivono nella povertà, che vengono sfruttati come soldati, che non hanno mai potuto sperimentare l’amore dei genitori, i bambini malati e sofferenti, ma anche quelli gioiosi e sani. Direi che questa è la grande bellezza di questo richiamo, di questo profondo incontro col Signore, perchè il Signore ci dice di vivere in questa dimensione di grande apertura di cuore verso di Lui e verso anche il prossimo.

D. – “Senza Cristo il tempo è vuoto”, ha detto ancora il Papa in terra austriaca. Benedetto XVI ha invitato gli austriaci a riscoprire la domenica come una necessità interiore...

R. – Credo che i temi siano collegati. Se c’è bisogno di questa amicizia con il Signore, se c’è bisogno di dire dei “sì” al suo amore e alla logica del suo amore, tutto questo ha bisogno di spazio, tutto questo ha bisogno di tempo, tutto questo ha bisogno di luogo. La domenica è il luogo di questo grande incontro e – direi – che è il luogo di questo grande esercizio di ascolto del Dio che parla, di celebrazione della santità di Dio. L’Eucaristia, quindi, vissuta come momento di incontro con il Signore e, dunque, con Colui che è l’assoluto della nostra vita e l’esercizio dell’amore come disponibilità a far sì che questo incontro ridondi in abbondanza nei confronti di coloro che ne hanno più bisogno.

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