23 dicembre 2007

Il cardinale Ratzinger, il ristorante “Al Passetto di Borgo” ed il cagnolino Billy: qualche ricordo...


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di Paolo Mosca

FINO a due anni fa, il Cardinale Ratzinger mangiava qui da noi anche nei giorni delle feste di Natale. Questo è il terzo presepe senza la sua dolce presenza tra i nostri tavoli”.
La voce di Roberto Fulvinari, abruzzese, classe 1934, è velata di nostalgia. Certo, in queste sere il suo ristorante in Borgo Pio, “Al Passetto di Borgo”, è tutto un brindisi, di fedeli italiani e stranieri. Ma lui non si rassegna.

“Sono un po’ testone come mio padre Antonio, un po’ sognatore come mia madre Elvira: facevano i contadini a Capitignano, in provincia dell’Aquila. Prima di passare dalla stalla dei buoi, la mattina, andavano sempre a messa: senza l’aiuto del cielo, dicevano a me e a mia sorella Margherita, non c’è l’allegria nel cuore dell’uomo.

E a me, l’aiuto dall’alto, per 25 anni, l’ha dato proprio Ratzinger: prima da vescovo poi da cardinale. Mio cliente fisso di questo locale che avevo preso nel 1962, dopo un tirocinio in una rosticceria durante le Olimpiadi del ‘60”. Anche i giornali stranieri, scrivono che il suo è stato davvero il ristorante di Benedetto XVI. “E’ la verità, e lo dichiaro a testa alta. Io e mia moglie Augusta ci siamo conosciuti da piccoli a Capitignano. Là ci siamo sposati, e abbiamo sfidato il mondo intero per aprire questo locale a due passi dal Vaticano. Un giorno cucineremo per vescovi e cardinali, ci siamo giurati, e così è stato”.
Ma com’è capitato qui il vescovo Ratzinger? “Per caso, come oggi il Cardinale Martins o ieri quello di Boston che stava in carrozzella.
I primi tempi veniva con sua sorella Maria, che era più anziana di lui. Con loro c’era sempre il vescovo Mayer e la rispettiva sorella. Mangiavano, e poi chiacchieravano a lungo in tedesco”.

Qual era il menu preferito del futuro Papa? “Spaghetti alla carbonara, due fettine di vitella, un carciofo alla romana, e un po’ di crostata di marmellata fatta da mia moglie.”.Non ha mai scattato una foto a Ratzinger? “Ho due figli, Antonello, che oramai sta prendendo le redini del locale, e Giulia, che ha una profumeria. Lui è un testone come me: non dobbiamo farci pubblicità con le foto dei clienti, diceva sempre, e oggi gli do ragione”.

Ratzinger ha voluto davvero bene alla sua famiglia. Anche a Billy… “Già, Billy era un cagnolino bastardo, dal mantello nero e dal muso bianco e marrone, che ha vissuto con noi per 18 anni. Per rispetto ai clienti, lo tenevo fuori dal locale, ma Ratzinger andava a scovarlo, e se lo coccolava.

Tre giorni prima del Conclave, il Cardinale è passato di qui: ‘Come sta cagnolino Billy?’, mi chiese. Gli risposi che era morto, e lui ci rimase malissimo”. Tanti clienti vengono qui a spiare le sue ricette? ”Soprattutto tedeschi. E vogliono mangiare proprio il menu ‘papale’, sedersi al suo tavolo preferito”. Da quando Ratzinger è diventato Papa, non l’ha più visto? “Io no. Gli ho scritto un biglietto: Santità, complimenti, ma se vuole un piatto dei suoi preferiti, io glielo farò avere. Però ha ricevuto in udienza privata mia moglie, che soffre di discopatia alla colonna vertebrale. E’ strano, ma dopo quel colloquio sta meglio”. Come sarà qui al ristorante, il vostro Natale 2007?
“Parleremo tutti di lui, del Papa dolce e buono. Ma al suo tavolo mi siederò io, con mia moglie e i miei tre nipoti”.

© Copyright Il Messaggero, 23 dicembre 2007

2 commenti:

Luisa ha detto...

Quando sono andata a Roma nel settembre 2005,sono andata a mangiare " Al passetto", non c`era molta gente e ho potuto discutere con il proprietario. La sua voce era rotta dall`emozione parlando di Papa Benedetto, sentiva la sua mancanza e l`idea di non poter più avvicinarlo lo rendeva triste.Mi ha parlato della dolcezza, umiltà, gentilezza dell`allora cardinale Ratzinger, mi ha raccontato che in faccia c`era un negozio tenuto da un vecchio artigiano, ogni volta il cardinale si fermava per parlargli, aveva sempre una parola per lui, e quest`uomo già rimpiangeva questi momenti.
In tanti si fanno senza dubbio una gioia di poter dire: "il cardinale veniva da noi",ma nella voce del proprietario del Passetto risuonavano accenti di verità, di sincero affetto per il futuro Papa.

Anonimo ha detto...

Mi ha commosso questo bel racconto... Non ricordo il nome del locale dove andai, ma anch'io sono stato in un ristorante poco lontano da via della Conciliazione chiamati da un ragazzo che ne faceva pubblicità. Erano i primi mesi del pontificato di Benedetto XVI e ci disse che lì era venuto molte volte il card. Ratzinger... Non so se fosse proprio il "passetto" e quindi se era veritiero, ma è bello sapere che si ricorda con affetto i vari passeggi del cardinale ora papa. Marco, buona Vigilia di Natale!