18 dicembre 2007

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Gelo Vaticano-Israele, niente visita del Papa

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MARCO POLITI

CITTÀ DEL VATICANO - Di un viaggio del Papa in Israele «non se ne parla». La secca precisazione del portavoce papale Lombardi cala come una ventata di gelo sui rapporti tra Santa Sede e governo israeliano. L´ennesimo incontro bilaterale per attuare l´accordo fondamentale, firmato nel lontano 1993, si è concluso ancora una volta con un nulla di fatto e i problemi fiscali e di status giuridico delle proprietà ecclesiastiche in Terrasanta restano senza soluzione.
«I comunicati ufficiali dicono tutto o niente. Questa volta il comunicato dice tutto: il niente, che vi è espresso, è la realtà», commenta pungente mons. Antonio Maria Vegliò, segretario della Congregazione per le Chiese Orientali.

«Sono tredici anni che ci riuniamo e preghiamo il buon Dio perché prima che trascorrano altri 13 anni si arrivi a qualche conclusione», soggiunge il prelato, che nei giorni scorsi ha partecipato alla riunione negoziale a Gerusalemme.

Vegliò, incontrando la stampa insieme al Custode francescano di Terrasanta padre Pizzaballa, ha precisato: «Sui temi generali come il desiderio di pace e il dialogo interreligioso si giunge a dichiarazioni comuni, ma sui punti concreti riguardanti la vita della comunità cristiana ci si è arenati». Con una postilla tutta politica: «Il problema è quello delle proprietà. Gli israeliani cercano di acquisire le maggior parte dei titoli perché potranno farli valere quando nel processo di pace si parlerà di Gerusalemme e del suo status».
Le due parti si rivedranno a maggio e il fatto stesso, pur formalmente apprezzato, viene considerato in Vaticano un altro rinvio intollerabile. Perché, come spiega Vegliò, il gruppo bilaterale ristretto aveva lavorato bene, ma nella riunione plenaria non si è voluto stringere. Perciò il portavoce papale Lombardi cancella ufficialmente qualsiasi ipotesi di un viaggio di Ratzinger a Gerusalemme nel 2008. «Benedetto XVI - sottolinea - ha espresso più volte il suo desiderio di andare in Terra Santa, però ci vogliono sia delle condizioni di pacificazione generale dell´area, sia occorre tenere presenti i rapporti della Chiesa con le realtà locali e se ci sono segnali positivi da incoraggiare con un atto così importante come il viaggio».

Evidentemente per la Santa Sede i «segnali» non ci sono. Lombardi è stato categorico: «Nel 2008 ci sono altri viaggi programmati, quindi non se ne parla».

Parallelamente prosegue la politica vaticana di ritessere rapporti con il fronte arabo moderato. Papa Ratzinger è stato preso di mira nell´ultimo video del numero due di Al-Qaeda, Al-Zawahiri: «È il Papa che ha offeso l´Islam e i musulmani». Al-Zawahiri ha tuttavia attaccato ancora più duramente il re saudita Abdullah per la sua visita in Vaticano, accusandolo di essere portatore di una «dottrina moderata» e parlando sprezzantemente del «politeismo dei mufti sauditi». Pacata la replica di padre Lombardi: «I 138 esponenti musulmani che hanno scritto a Benedetto XVI sono voci che vogliono dialogare e impegnarsi implicitamente per la pace e hanno un´importanza crescente. Questo preoccupa chi un tale dialogo non lo vuole». Mons. Ravasi, presidente del Consiglio vaticano per la Cultura: «Molti credenti dell´Islam cercano invece di stabilire un contatto profondo pazientemente nelle diversità».

© Copyright Repubblica, 18 dicembre 2007

L'atteggiamento di Israle e' fracamente fastidioso. Ottima la risposta di Padre Lombardi e soprattutto di Mons. Vegliò, che non ha usato troppi giri di parole...
Mi fa piacere che Politi abbia riportato anche le parole del direttore della sala stampa vaticana e di Mons. Ravasi
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Raffaella

1 commento:

Gianpaolo1951 ha detto...

Dispiace doverlo dire, ma questa è l’ennesima dimostrazione che Israele tratta solo per “avere” e quasi mai per “dare” e quella rara volta che lo fa – come ho già scritto di recente in un post –, è solo per avere mille in cambio di uno!!!