15 gennaio 2008
PAPA/SAPIENZA: VISITA ANNULLATA PER DIVISIONI IN ''FAMIGLIA''
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PAPA/SAPIENZA: VISITA ANNULLATA PER DIVISIONI IN ''FAMIGLIA'' (sintesi)
(ASCA) - Citta' del Vaticano, 15 gen - E' alla fine saltata la visita di papa Benedetto XVI all'universita' La Sapienza di Roma: dopo una giornata ad alta tensione in cui le polemiche sono proseguite senza tregua e che ha anche visto alcuni studenti dei collettivi occupare per qualche ora l'Aula Magna del Rettorato, e' arrivata da Oltretevere la decisione, presa dopo lunga riflessione, di cancellare la visita prevista per dopodomani, giovedi' 17 gennaio.
Per spiegare la scelta di annullare l'evento, fonti del Vaticano scelgono di usare una semplice metafora: ''Se si riceve un invito da parte di una famiglia, ma poi quella famiglia comincia a dividersi, e accade quello che e' successo in questi giorni, non e' piu' il caso di accettare''. Ragioni, quindi, di ''cortesia'' e opportunita' piuttosto che serie preoccupazioni di ordine pubblico.
Il Viminale, infatti, ha fatto sapere di aver preso tutte le misure necessarie per la sicurezza del papa e l'eventualita' di scontri violenti tra polizia e manifestanti era stata disinnescata dopo che ai collettivi che volevano protestare contro la visita del pontefice era stato garantito uno spazio all'interno della cittadella universitaria, cosi' come da loro richiesto. La giornata era cominciata in un clima di tensione crescente, con le prime pagine dei giornali dominate dalle polemiche scatenate dalla lettera di 67 professori dell'ateneo romano che chiedevano al rettore Renato Guardini di annullare l'invito, ''in nome della laicita' della scienza e della cultura e nel rispetto di questo nostro Ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia''. La protesta, in realta', veniva da lontano: gia' a meta' novembre, il professore emerito Marcello Cini aveva scritto una durissima lettera al Rettore per protestare contro l'ipotesi, poi non confermata, che il papa tenesse anche alla Sapienza, come gia' a Ratisbona, una ''lectio magistralis'. Ad ogni modo, secondo il professore, una visita del pontefice in occasione dell'apertura dell'anno accademico riporterebbe indietro l'ateneo ''di trecento anni''. Pochi giorni dopo, la gia' citata lettera dei 67 riprendeva, piu' succintamente le argomentazioni di Cini ma la questione rimaneva ancora chiusa tra le quattro mura della citta' universitaria. Tuttavia, la polemica riesplodeva a ridosso della visita, in particolare dopo la pubblicazione della lettera dei professori dal quotidiano ''La Repubblica''. Nel corso della giornata, risulta chiaro che sia centrodestra cosi' come dal centrosinistra la contestazione alla visita del papa viene considerata, pur con toni diversi, inaccettabile: da Rutelli a Casini, da An al ministro Turco, tutti ribadiscono che impedire al papa di parlare sarebbe una violazione proprio di quella liberta' di pensiero e di parola espressa dall'istituzione universitaria. Intanto, vengono definiti i dettagli della giornata di giovedi' e il Rettorato, per minimizzare le occasioni di polemica, decide di ''sdoppiare' la mattinata in due momenti distinti: prima la cerimonia di inaugurazione dell'Anno Accademico, con la presenza del sindaco di Roma Walter Veltroni e del ministro dell'Universita' e della Ricerca Fabio Mussi; poi la visita di papa Benedetto e il suo discorso ''alla comunita' universitaria''. Ma questo non basta a rasserenare gli animi: verso l'ora di pranzo alcuni esponenti del collettivo ''Rete dell'Autoformazione'' occupa l'Aula Magna del Rettorato. Chiedono uno spazio dove manifestare all'interno della citta' universitaria durante la visita del papa. Dopo un incontro con il rettore e trattative con la Questura, lo spazio viene accordato: non proprio sotto la Minerva ma sufficientemente vicino perche' i loro striscioni e i loro ''assalti sonori' riescano a comunicare il messaggio di protesta. Tuttavia, con il passare delle ore, si fanno piu' insistenti le voci di un possibile annullamento della visita, piu' volte smentite con sempre minore convinzione e infine confermate da uno scarno comunicato della Sala Stampa vaticana: ''A seguito delle ben note vicende di questi giorni in rapporto alla visita del Santo Padre all'Universita' degli Studi 'La Sapienza', che su invito del Rettore Magnifico avrebbe dovuto verificarsi giovedi' 17 gennaio, si e' ritenuto opportuno soprassedere all'evento. Il Santo Padre inviera', tuttavia, il previsto intervento''. L'annuncio provoca il riesplodere della polemica politica, con Silvio Berlusconi che parla di ''una rinuncia che e' una sorpresa dolorosa che umilia lo Stato'' mentre il presidente del Consiglio Romano Prodi che condanna ''gesti, dichiarazioni e atteggiamenti che hanno provocato una tensione inaccettabile''. Anche dal mondo della scienza arrivano reazioni negative all'esito della vicenda, con il premio Nobel Carlo Rubbia, membro della Pontificia Accademia delle Scienze, che si dice ''costernato'' di una polemica ''uscita dalle norme del vivere civile e da ogni ragionevole proporzione''.
La ragione della rinuncia del Papa e' stato spiegato benissimo da Aldo Maria Valli: Benedetto non temeva per la sua persona ma per i possibili scontri che avrebbero potuto verificarsi intorno a lui.
UN ATTO DI GRANDE RESPONSABILITA' DA PARTE DEL PAPA.
Responsabilita' che non hanno avuto certi personaggi.
La vergogna e' totale!
R.
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5 commenti:
Rilancio il mio invito: collegandosi con il sito della Presidenza della Repubblica è possibile inviare posta. So benissimo che potrebbe non servire a nulla però immaginate che giungano valanghe di e-mail. Dobbiamo pretendere che si scusi con il Santo Padre a nome del popolo civile italiano e stigmatizzi l'accaduto severamente. NON PUO' STARE ZITTO, NON ORA. ABBIAMO "DIRITTO" AD UN SUO INTERVENTO.
Un plauso fortissimo al direttore del TG2 Mauro Mazza. Quest'oggi ha fatto un editoriale splendido!!!!
E gli altri?
Un buon pastore non può rischiare la vita delle sue pecorelle, se non necessario...
Scelta saggia, anche se lascia l'amaro in bocca.
Ad ogni modo...
grazie, Sua Santità.
(AGI) - Roma, 15 gen. - A quanto si apprende, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato questa sera a Papa Benedetto XVI una lettera personale in relazione alla rinuncia a svolgere il previsto intervento all'universita' "La Sapienza". (AGI)
Mio marito ed io ci chiediamo: che senso ha una "lettera personale"? La vergogna è per gli italiani. Il rappresentante ufficiale degli italiani, chieda scusa al Santo Padre, nonché capo di Stato, con una LETTERA UFFICIALE!
Sono amareggiato! Di solito parlo più della mia vita, ma a volte è meglio parlare anche dei fatti che ci stanno attorno.
E parlo di questo fatto non come cattolico, ma come persona democratica. Rousseau credo, o qualche altro illuminista francese non ricordo esattamente chi disse questa frase:"Non la penso come te ma son pronto a morire perchè tu possa dirlo". Frase che racchiude tutto il bello della democrazia, il diritto per ognuno di potersi esprimere. Poi ognuno ha una sua testa e di conseguenza ragiona può condividere le idee degli altri o no. E se non le condivide ha tutti i diritti di esprimer le proprie opposizioni rispettando i diritti altrui. Dicono che la libertà di una persona finisca quando ledo quella degli altri. E questo è un principio da custodire. Io sono cattolico, ma rispetto le idee di altri, magari non le condivido, e faccio anche il possibile per farti cambiare le idee, ma non ti posso costrigere. Tutto questo preambolo per parlare della visita del papa alla sapienza. Delle persone di estrema sinistra (con questo non voglio criticare con la sinistra, conosco tante persone di sinistra cattolicissime e tante ottime persone di sinistra, e io stesso condivido molte idee) hanno costretto tutti gli altri a rinunciare ad una occasione. Il papa viene perchè invitato ed esprime le sue idee, poi sta alla persona scegliere se condividerle o no, ma lui come persona ha diritto ad esprimerle. Mi chiedo se al posto del papa avessero invitato il dalai lama (senza criticarlo, è una grande persona) sarebbe successo lo stesso scalpore? Ma soprattutto perchè un papa non ha diritto di parlare quando lo ha invece un Renato Curcio (per che non lo sa è il fondatore delle brigate rosse). Con ciò non dico che lui non abbia diritto di parlare, è un grande personaggio della storia ed è giusto che egli si esprima, poter dire la sua, perchè son convinto che sia fonte di ricchezza per le menti (sprattutto in un'università dove si dovrebbe imparare a pensare) ma come lo è Curcio perchè non il papa? Io come cattolico non condivido il suo pensiero ma sicuramente non avrei creato disordini sociali per una sua visita, perchè per il papa tutto questo? E' questo che non mi va giù. Perchè è stato leso il diritto di chi (cattolico o meno) aveva interesse di ascoltare una persona importante, uno dei più grandi teologi del '900 per farmi pensare, riflettere. Come italiani abbiamo fatto una pessima figura. La spazzatura non è quelle per le strade della Campania ma quella che sta in certi cervelli ed è quella la vera emergenza. La laicità dello Stato è un valore forte, ci son voluti secoli di storia per raggiungerla ed una cosa in cui credo. Ma laico non vuol dire anticattolico, son cose ben separate. La Chiesa questo la ben imparato, altri invece no. faccio notare che il nostro papa ha parlato nelle più grandi università tedesche e persino alla sorbona, tempio del laicismo senza tutti questi problemi, anzi, con una grande accoglienza.
Nel titolo però parlo di sconfittE, di tante. Non mi riferisco solo a quella per gli universitari, per l'università e per il paese tutto ma sconfitta anche per il papa. Mi fa male pensare che rinunci a questa sua visita. Lo farà anche per motivi di sicurezza (non sua che è garantita, ma per gli altri) ma credo che così si è persa un'occasione di testimonaire, e mi rattrista la cosa.
Però le vie del Signore son tante, son convinto che anche in queste occasioni lui sappia seminare.
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