10 aprile 2008
Care "penne affilate", Benedetto all’Onu vi sorprenderà (Vladimir "profeta" per "Europa"). Da leggere e commentare!
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Leggiamo questo bellissimo articolo di Vladimir per "Europa". Seguira' il mio commento...
R.
Benedetto all’Onu vi sorprenderà
VLADIMIR
Martedì prossimo Benedetto XVI vola negli Stati Uniti e vogliamo scommettere che nei giorni successivi i giornali parleranno dell’ennesimo, presunto, “incidente” ratzingeriano?
I segnali già ci sono: gli equivoci su Regenburg e quelli sulle orazioni per gli ebrei sono già stati rispolverati, quelli sulla “blindatura” poliziesca della visita sono già stati distribuiti a piene mani sui media, le paventate ingerenze sulle nostre e sulle altrui elezioni sono già state analizzate, con il solito sospetto anticipo.
C’è già chi sta affilando la penna sulle anticipazioni fatte ieri dal cardinale Bertone sul noto argomento degli abusi sessuali del clero cattolico americano.
Perché non occorrono certamente poteri sovrumani per immaginare che, per un’inevitabile aspettativa mediatica, anche questo sarà un equivoco che rischia di salire sul volo papale e accompagnare Benedetto XVI per tutti i giorni del suo viaggio americano.
Il 28 marzo il presidente dell’assemblea generale delle Nazioni Unite – il macedone Kerim – è stato ricevuto in Vaticano. Benedetto XVI si reca infatti nel Palazzo di Vetro per prendere la parola nel corso della sessantaduesima sessione dell’assemblea generale Onu. Il Papa di Roma parlerà ai delegati dei 192 paesi aderenti durante la sessione formale del 18 aprile, il giorno del terzo anniversario della sua elezione al soglio di Pietro, che ha all’ordine del giorno cinque “aree prioritarie”: il cambiamento climatico, i finanziamenti per lo sviluppo, i cosiddetti Obiettivi del Millennio (quello prioritario è l’individuazione di politiche per il dimezzamento della povertà globale), le attività antiterroristiche e la riforma dell’Onu.
Dentro il Palazzo di Vetro la Santa Sede è presente come “stato osservatore permanente”. Non vota, ma ha diritto di parola e di replica.
Una campagna per la sua estromissione, orchestrata alcuni anni fa da organizzazioni non governative impegnate nel controllo delle nascite e indispettite per l’opposizione vaticana, ha ottenuto l’effetto contrario. Nel luglio del 2004 l’assemblea generale dell’Onu ha approvato all’unanimità una risoluzione che non solo ha confermato, ma ha rafforzato la presenza della Santa Sede nell’organizzazione.
Molti dei rappresentati dei paesi partecipanti all’assemblea generale Onu non riconoscono al papa il diritto di fare loro la predica. Ma tutti gli riconoscono il dovere di indirizzare loro delle critiche.
Perché quella dell’Onu è una tribuna che, almeno politicamente, rappresenta un mondo all’interno del quale i cattolici rappresentano un sesto della popolazione globale, l’ottanta per cento della quale vive nei paesi del sud del pianeta.
Politicamente parlando, se proprio vogliamo usare questo termine, Benedetto XVI è l’unico leader mondiale ad avere la rappresentanza reale di una grande porzione di quei destinatari ai quali l’Onu ha indirizzato il Millennium development goal, il piano di azione per l’abbattimento della povertà e delle pandemie entro il 2015. Papa Wojtyla, nel 1995, parlando all’Onu, aveva dato credito ai progetti dell’organizzazione internazionale dicendo ai delegati presenti allora all’Onu: «Vedremo che le lacrime di questo secolo hanno preparato il terreno per una nuova primavera dello spirito umano».
Giovanni Paolo II, aprendo questa linea di credito morale verso l’Onu l’aveva però legata all’ «aumento della qualità degli aiuti per lo sviluppo internazionale; promozione di un sistema di commercio internazionale concentrato sullo sviluppo umano; adozione di modelli di sviluppo fondati sulla solidarietà e sostenibilità; soluzione definitiva al problema del debito estero; creazione di istituzioni internazionali che favoriscano la crescita dei popoli».
Papa Ratzinger sbarca negli Stati Uniti con in tasca anche l’invito che il presidente Bush gli ha consegnato il 9 giugno 2007, durante la sua ultima visita in Vaticano. Che la crisi vaticano-statunitense, apertasi nel 2003 con i contrasti sulla questione irachena, sia rientrata da tempo è ormai chiaro a tutti. In questi anni, la discreta successione delle visite in Vaticano dei diretti collaboratori del presidente Bush, hanno sottolineato anche alcuni importanti “aggiustamenti” del fermo dissenso strategico che la Chiesa continua ad avere nei riguardi della politica americana.
Dalla difesa, da parte della politica diplomatica vaticana, di un multilateralismo d’impronta sostanzialmente filofrancese, il multilateralismo vaticano ha ormai assunto un’impronta più marcatamente europea e mediterranea. Nei discorsi di Benedetto XVI la questione irachena e mediorientale viene sempre più affrontata come un segmento di quella tanto universale quanto disattesa questione dei diritti umani che la Chiesa di Roma vede, ad ogni livello, come processo politico par excellence.
Che poi gli Usa amino perseguire tale progetto soprattutto attraverso strumenti economici unicamente conformi al loro modello di sviluppo, e la Chiesa di Roma (dai neoconservatori americani considerata “fallita” come educatrice dei popoli, proprio per il suo scarso entusiasmo per il liberismo in salsa newyorkese) ritenga che la via principale debba necessariamente percorrere le ragioni della sensibilità è una questione probabilmente destinata, in questi tempi di crisi del sistema economico americano, a riservarci qualche vera sorpresa.
D’altronde, non si dice che proprio di questi argomenti parlerà la prossima, e ormai imminente, enciclica del papa teologo?
© Copyright Europa, 10 aprile 2008 consultabile online anche qui.
Vi diro' la verita', cari amici: non mi aspetto grandi commenti da parte dei giornali.
Ormai abbiamo imparato ad anticipare il contenuto di certi articoli e in pochi hanno interesse a riportare le parole esatte del Santo Padre. Come sempre riduzioni, interpretazioni e citazioni estrapolate dal contesto, faranno la parte del leone nelle analisi giornalistiche.
Il discorso all'Onu sara' valutato non per quello che il Papa dira', ma probabilmente per cio' che non dira' (ricordate l'appello, ignorato, per l'Iraq e le polemiche per la mancata citazione del Tibet? Ecco...).
Il terreno delle polemiche e' stata ampiamente preparato in questi ultimi due mesi: preghiera del Venerdi' Santo, discorso di Ratisbona e blindatura della visita!
Pensiamo forse che non ci saranno i soliti confronti?
Crediamo che non ci sara' alcuno che dira' che Benedetto XVI si e' sottratto ai bagni di folla al contrario del suo predecessore?
Nessuno ricordera' che i tempi sono molto cambiati dall'ultima visita di Papa Wojtyla e che, nell'intervallo fra i due viaggi papali, le torri gemelle sono state abbattute e Bin Laden e seguaci hanno minacciato Benedetto XVI.
Purtroppo l'avere anticipato che il Papa parlera' della piaga dei preti pedofili, togliera', mediaticamente, l'effetto sorpresa e quindi cio' che dira' il Pontefice non sara' mai sufficiente.
Scommettiamo?
Intanto c'e' chi la penna l'ha gia' affilata e rimprovera il Papa perche' non incontra le vittime dei pedofili...
Mi auguro che le parole che Benedetto dira' in una eventuale conferenza stampa sull'aereo non vengano usate contro di lui durante tutto il viaggio apostolico. Ricordate il Brasile? Ecco...
Non sarebbe la prima volta che la disponibilita' e la gentilezza del Papa vengono interpretate come una sorta di ingenuita' da utilizzare e di cui abusare.
In conclusione, cari amici: assaporiamo, ascoltiamo e leggiamo i discorsi e le omelie che il Papa pronuncera' negli Usa, ma non aspettiamoci molto dalle sintesi giornalistiche...
Raffaella
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6 commenti:
cara amica, sono d'accordo con te e Vladimir.
C'è da chiedersi comunque se è un "equivoco" che salirà sull'aereo papale o se questo equivoco non abbia gambe e nmmani e aspetto umano.
Ho letto la lista degli invitati per il volo e se le avete letta anche voi ci capiamo subito.
Fossi davanti alla scaletta dell'aereo ne fermerei qualcuno di questi invitati magari con qualche pretesto del tipo "guardi è meglio che torni a casa, le sta scadendo lo yougurth nel frigo"....
Comunque, a parte gli scherzi, è surreale che noi , e non solo noi, si sia qua a prevedere in anticipo come andrà. L'esperienza ci dice questo infatti.Voglio sperare, per una volta, in qualcosa di diverso.
Aspettiamo...ma se le previsioni di Maga Maghella dovessero rivelarsi esatte....io farò un salutare digiuno mediatico....sciopero dai media....
Avrò senza dubbio molto da leggere e meditare con i discorsi e omelie del Santo Padre....e poi visto gli orari, se voglio seguire Papa Benedetto in diretta,sarò troppo stanca per ancora leggere i commenti dei nostri vari Politi....al posto, se posso, farò una piccola siesta!
spero solo che i media Usa siano un pò più clementi verso il Papa di quelli italiani che troppo impegnati con i risultati delle elezioni di pochi giorni prima, lasceranno alle parole di B16 ben poco spazio...
Comunque si può sempre augurare al nostro Papa BUON VIAGGIO
Ottimo ragazze, ignoriamo giornaloni, giornaletti e pennaioli vari (uno in particolare) e auguriamo buon viaggio al nostro caro e grande Papa Benedetto. L'ascoltarlo sarà, come sempre, un balsamo sulle nostre delusioni.
Alessia
Ma certo, Cindy, non ci avevo pensato. La "Grande Stampa" sarà troppo impegnata con i risultati elettorali, così non avrà tempo di "lavorare" sui discorsi di Papa Benedetto in USA. Comunque, non si può escludere che venga tirato in ballo a proposito dei risultati elettorali, come ottima risorsa per imbastire squallide polemiche :-)) Carla
E' vero, Cindy, non ci avevo pensato! La "Grande Stampa" nei giorni del viaggio sarà troppo occupata con il dopo-elezioni per "lavorare" sui discorsi di Papa Benedetto negli USA. Tuttavia non si può escludere che non lo tireranno in ballo in relazione ai risultati elettorali :-)). infatti, loro lo considerano un'ottima risorsa per imbastire squallide polemiche. Ciao Carla
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