8 agosto 2008

Benedetto ed i sacerdoti altoatesini: il Papa si è mostrato «paterno» spiazzando per ben tre volte l'uditorio (Rizza)


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MARCO RIZZA

BRESSANONE.

Tutela dell’ambiente, rapporto tra arte e fede, il mistero della sofferenza, i sacramenti: in Duomo il Papa risponde a sei domande davanti a 400 sacerdoti. Il Papa spazia da temi universali a questioni più legate alla vita sacerdotale, non si risparmia accenni biografici - «ora sono meno severo che in passato», parlando dell’amministrazione di comunione e cresima -, invita a farsi «custodi del creato» e indica Wojtyla come «gigante della fede». Nessun accenno a questioni specifiche altoatesine.
L’incontro coi sacerdoti della Diocesi era uno dei momenti più attesi del soggiorno brissinese del Papa. Ieri mattina in Duomo si sono riuniti più di 400 preti per ascoltare le risposte di Benedetto a sei domande scelte (dal vescovo) tra le decine arrivate. Un incontro a porte chiuse - «quello che si dice qua dentro resta qua dentro», ha esordito don Thomas Stürz, segretario del vescovo, invitando «a spegnere telefonini e registratori» - del quale ha poi riferito alla stampa padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana. Un incontro «caloroso e familiare», come è stato descritto da chi vi ha preso parte.

D’altra parte lo stesso Pontefice si è mostrato «paterno», come è stato descritto. E non solo. In almeno tre occasioni ha spiazzato l’uditorio mettendosi in gioco: quando ha detto di «non avere risposte infallibili» rispetto alla questione dell’amministrazione di comunione e cresima quando ci sia in chi li riceve «solo un barlume di fede»; quando ha detto a a don Golser che «su questa domanda (sul rispetto dell’ambiente, ndr) lei può rispondere meglio di me» e quando, sempre a proposito dei sacramenti, ha ricordato che «da giovane ero più rigido, col tempo ho capito che bisogna aprirsi alla misericordia».

Le domande sono state scelte cercando di dare un quadro del «mosaico» della Diocesi: quindi da sacerdoti di età, storia, gruppi linguistici e funzioni diverse. Le prime due domande in tedesco, la terza in italiano, altre due in tedesco, l’ultima in italiano; il Papa, che aveva preparato le risposte, replicava nella stessa lingua.
A rompere il ghiaccio è stato un seminarista, Michael Horrer, che era stato alla Giornata della gioventù in Australia e al quale il Pontefice ha suggerito come proseguire anche nella quotidinanità quell’esperienza.
Poi ha preso la parola Willibald Hopfgartner, francescano, docente al ginnasio di Bolzano, sul tema del rapporto tra arte e fede. Il Papa ha affermato che l’arte cristiana è un annuncio della fede vissuta e che opere come le chiese gotiche o barocche o le composizioni di musica sacra di Palestrina, Bach e Mozart sono segni della verità della fede perché senza un fondamento di verità non sarebbero mai potute nascere. Nessun accenno, ha confermato padre Lombardi, a questioni locali come la rana crocifissa del Museion o le polemiche sugli scandali provocati dall’arte.
Un tema di attualità è stato invece affrontato dal teologo Karl Golser, che ha chiesto come i cristiani debbano affrontare il tema della responsabilità verso la creazione. Benedetto ha risposto che i cristiani devono sentirsi custodi del creato e che solo il materialismo prevede che l’uomo domini sulla natura. Di attualità, ma riferita alle difficoltà pastorali dei sacerdoti, ha parlato anche il decano di Casterotto, Franz Pixner: il Papa ha sottolineato l’importanza della «comunità dei sacerdoti», ha invitato i preti a riconoscere che non possono fare tutto e alcune cose devono essere delegate, ma non ha affrontato i temi del celibato e del ruolo delle donne. L’ultima domanda, del parroco bolzanino Paolo Rizzi, ha riguardato come detto i sacramenti: qui il Papa ha risposto che cresima e comunione vanno dati ai giovani anche se c’è solo un barlume di fede. L’incontro è durato un’ora e mezza.

© Copyright Alto Adige, 7 agosto 2008

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