7 agosto 2008

I ladini autonomisti: Benedetto XVI è un nostro amico


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I ladini autonomisti: Benedetto XVI e' un nostro amico

Union Generela plaude a visita in Badia e saluto in lingua

Bressanone, 7 ago. (Apcom)

Non hanno un partito che rappresenti le loro aspirazioni autonomiste, i ladini, non hanno il riconoscimento del Governo italiano come non lo ebbero dal fascismo o dagli austro-ungarici, lamentano anche di non avere una "Schutzmacht", una potenza garante, a cui appellarsi. Ma da oggi hanno, se non un alleato, certo un amico, e che amico: il Papa.
La visita che Benedetto XVI ha compiuto questa settimana in Val Badia, nel minuscolo borgo di Oies (15 abitanti), cosi' come il saluto in lingua ladina pronunciato a Bressanone a conclusione dell'Angelus domenicale, ha commosso e inorgoglito gli abitanti delle Alpi dolomitiche che parlano questa antica lingua romanza.

"E' un segnale importantissimo", afferma Elsa Zardini, la presidentessa della Union Generela, l'associazione che promuove la lingua e la cultura ladina. "Il Papa e' un amico per noi, ci capisce piu' di molti altri.
Molti prendono le nostre tradizioni come un fatto folkloristico, lui no. Per essere una persona che viene da fuori ha uno sguardo molto imparziale". Il motivo? "Forse perche' viene da tanti anni in vacanza in Tirolo. Avra' avuto modo di conoscere non solo i difetti, ma anche i pregi di questa regione...".

Alle origini del malcontento ladino c'e' quella che i circa 30.000 abitanti di questa zona definiscono "la iniqua tripartizione". La 'Ladinia' (ossia le cinque valli in cui si parla ladino: Gardena, Badia, Fassa, Livinallongo, Ampezzo) e' divisa in tre province diverse (Bolzano, Trento e Belluno). Un micro-Kurdistan delle Alpi orientali, una Catalogna nostrana, una Padania a dimensioni ridotte, anche se con dei tratti ed una storia specifici. Le richieste indipendentistiche affondano le radici nell'epoca in cui il Sud Tirolo stava nell'impero austro-ungarico, vengono frustrate dal fascismo, accantonate dalla Repubblica italiana. La differenza di trattamento economico tra valli venete e valli della regione a statuto speciale del Trentino Alto Adige non ha fatto che aumentare il disagio.
"Mentre nel 1523 Carlo V ingiungeva al suo rappresentante 'di non aggravare e di non opprimere i nostri sudditi di Ampezzo, ma di lasciarli nelle loro libertá e buone e vecchie consuetudini e tradizioni', lo Stato italiano 450 anni dopo non riconosce e non tutela ancora i Ladini di Ampezzo, Livinallongo, Colle Santa Lucia", denuncia la Union Generela.

Per il Papa tedesco e' diverso. L'unica passeggiata pubblica delle sue vacanze in Alto Adige e' stata nella casa natale di San Giuseppe Freinademetz, nella ladinissima val Badia. Non e' nell'interesse, ne' nelle prerogative di un Papa, benedire o avallare le richieste politiche di una minoranza, ma i ladini hanno comunque apprezzato il gesto. "E' un segnale importante per un popolo che soffre della separazione", commenta Elsa Zardini. Che tiene a sottolineare anche la rilevanza del saluto in ladino di domenica scorsa. "Si e' espresso in modo perfetto, non me lo sarei aspettata...".
La simpatia tra Ratzinger e i ladini, del resto, ha radici solide. "I tempi sono cambiati anche per noi - spiega la presidentessa della Union Generela - ma alla base della nostra cultura c'e' la religione, i valori sinceri che la Chiesa cattolica trasmette". Dopo i recenti referendum per riunificare tutte le valli ladine, a partire da Cortina d'Ampezzo, nel Trentino Alto Adige, chissa' che i ladini non facciano appello a queste radici per superare le difficolta' e le ostilita'. Magari, con una preghiera al loro amico Benedetto XVI.

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