26 agosto 2008
Da Castel Gandolfo un appello del Papa: «La violenza va ripudiata» (Monteforte per l'Unità)
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Su segnalazione di Anna leggiamo questo articolo, molto interessante, di Monteforte per "L'Unità".
Complimenti al quotidiano, uno dei pochi che ieri abbia dato spazio al vibrante appello del Papa per la pace nel mondo.
R.
Il Papa: non si torni a scontri nazionalistici
Da Castel Gandolfo un appello: «La violenza va ripudiata»
di Roberto Monteforte
LA PACE È A RISCHIO
La crisi internazionale scatenatasi in Caucaso con l’aperta contrapposizione tra Russia e Stati Uniti, può aprire la strada a derive pericolose: è la tentazione di risolvere i contrasti con la violenza, con le prove di forza. «Sono tentazioni legate a vecchi sistemi che vanno respinte. La violenza va ripudiata».
Lo ha chiesto ieri con forza da Castel Gandolfo papa Benedetto XVI che all’Angelus ha espresso tutta la preoccupazione della Chiesa per il possibile ritorno a «tragiche contrapposizioni del passato».
Già in questi giorni l’Osservatore Romano e Radio Vaticana avevano evidenziato il pericolo di un ritorno al clima di «guerra fredda» con il dialogo congelato tra Russia e usa dopo l’accordo sull’installazione del sistema «antimissilistico» statunitense in Polonia. «Sono a rischio il multilateralismo e al via del disarmo» avevano scritto.
Ieri il pontefice è andato a quello che molto probabilmente è ritenuto come il cuore del problema: il rischio che venga messa in discussione proprio quella cultura del dialogo tra le nazioni e il rispetto del diritto internazionale essenziali per la pace e lo sviluppo nella giustizia.
Per Ratzinger è forte il rischio di «un progressivo deterioramento del clima di fiducia e di collaborazione tra gli Stati» che, invece, sottolinea «dovrebbero essere sempre più coscienti di far parte di una famiglia delle Nazioni». Lo fa richiamando le parole di Giovanni Paolo II all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ma anche il suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio 2006.
«Tutti devono sentirsi accomunati da uno stesso destino» afferma, sottolineando che per la Chiesa è un destino «trascendente». E indica questa come la via per «scongiurare il ritorno a contrapposizioni nazionalistiche» che sottolinea «tanto tragiche conseguenze hanno prodotto in altre stagioni storiche».
Una pagina della storia che si pensava chiusa, ma che i fatti recenti fanno temere come drammaticamente attuale.
Eppure Benedetto XVI invita alla fiducia, a non cedere al pessimismo. Ma per questo, invita a ripudiare la violenza e a seguire con decisione la strada della «forza morale del diritto».
Il richiamo del Papa è preciso: vuole dire percorrere «con tenacia e creatività» la strada delle «trattative eque e trasparenti» per dirimere le controversie a partire «da quelle legate al rapporto tra integrità territoriale e autodeterminazione dei popoli». Quindi a mantenere «fedeltà alla parola data» e ricercare «il bene comune». È così che per la Chiesa di Roma è possibile «costruire relazioni feconde e sincere» necessarie per assicurare «alle presenti e future generazioni tempi di concordia e di progresso morale e civile».
L’appello del vescovo di Roma rivolto ai potenti della Terra è fermo e appassionato. Chiede di «ripristinare le superiori ragioni della pace e della giustizia». Lo fa richiamando la missione affidata a Pietro e ai suoi successori da Gesù: «riunire in Cristo l’umanità intera in un’unica famiglia».
© Copyright L'Unità, 25 agosto 2008
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1 commento:
Infatti per me è uno degli appelli più forti del papa sulla pace. In molti non l'hanno recepito, siglandolo sempplicemente come "il papa chiede la pace". Ma è molto riduttivo! Bene all'Unità che ha centrato la questione. Marco
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