10 agosto 2008
Lo stemma e il sigillo dello Stato della Città del Vaticano: una sintesi di simboli ispirati alla Scrittura (Osservatore Romano)
Vedi anche:
Nel suo inno sant'Ambrogio ricorda il martirio dell'arcidiacono Lorenzo che dalla graticola irride il suo carnefice (Biffi per l'Osservatore)
Incontro con il nuovo cardinale vicario di Sua Santità: Gianni Cardinale intervista il cardinale Agostino Vallini (30Giorni)
Il Papa: "Il dialogo tra le culture e' possibile, anche se non facile"
Papa Benedetto XVI è da oggi cittadino onorario di Bressanone
Dopo l'incontro del Papa con il clero di Bressanone: "Quell'arte «normale» che coglie la verità attraverso la bellezza" (Osservatore)
Il Papa è cittadino onorario di Bressanone. Nel suo discorso "a braccio": "Coniugare le radici cristiane con la modernità"
Consensi dal clero di Bressanone dopo l'incontro con Benedetto XVI (Osservatore Romano)
Malafede laicista: atto d'accusa contro i medici obiettori di coscienza ma è tutto falso...
Il Papa al clero altoatesino: "La ragione senza la bellezza è dimezzata" (Radio Vaticana). Silenzio totale dei giornaloni sulle parole di Benedetto...
Il Papa segue con preoccupazione la crisi tra Russia e Georgia. Intervista con padre Lombardi (Radio Vaticana)
I sacerdoti di Bressanone e Bolzano chiedono, il Papa risponde... (Trascrizione della conversazione del Papa con i sacerdoti della diocesi di Bolzano-Bressanone, 6 agosto 2008)
Verso il Sinodo dei vescovi. Gianni Valente intervista il card. Vanhoye: "La Parola di Dio: un sangue versato che parla" (30Giorni)
Gmg di Sydney, l'analisi di Giovanni Maria Vian: "Ai confini della terra, nella continuità di una tradizione vitale" (30Giorni)
Fra l'indifferenza dei media: il Papa sulla via di Damasco. La Siria brucia la Palestina (Bevilacqua)
Benedetto XVI al clero di Bolzano-Bressanone: "Una grande comunità con tante voci. Ecco il Cattolicesimo" (Osservatore Romano)
Benedetto rende omaggio al primo santo altoatesino (Osservatore Romano). I gesti di affetto del e per il Papa che nessun giornale scriverà mai
IL PAPA A BRESSANONE: TUTTI I VIDEO E LE FOTO
IL PAPA IN ALTO ADIGE: LO SPECIALE DEL BLOG
Lo stemma e il sigillo dello Stato della Città del Vaticano
Una sintesi di simboli ispirati alla Scrittura
di Claudio Ceresa
Alla Legge fondamentale del 26 novembre 2000, come alla precedente del 7 giugno 1929, è allegata la riproduzione dello stemma ufficiale e del sigillo ufficiale dello Stato della Città del Vaticano.
Le descrizioni, in entrambe le Leggi, sono le seguenti: per lo stemma, "Chiavi decussate sormontate dal triregno in campo rosso"; per il sigillo, "Tondo: campo centrale con le chiavi decussate e sormontate dal triregno, corniciato di quattro giri concentrici, di cui l'esterno perlato, a due a due, racchiudenti l'epigrafe: Stato della Città del Vaticano con l'inizio a la fine al basso, disgiunti da stella centrata a otto punte".
Nello stemma, come è tradizione, l'emblema è inserito in uno scudo; il termine "decussate" può essere reso anche con "incrociate", come è precisato nella descrizione della bandiera, che pure è allegata ad entrambe le Leggi.
Con la parola "triregno" viene designata una tiara ornata di tre corone, sormontate da un piccolo globo con la croce; indumenti simili alla tiara venivano usati nell'antichità nelle regioni orientali, ad esempio tra gli egizi, i parti, gli armeni, i frigi. Nell'Antico Testamento, vengono indicati i paramenti di Aronne, che dovrà esercitare il sommo sacerdozio, e tra essi è compreso il copricapo. Dio dice a Mosè: "Farai una lamina d'oro puro e vi inciderai come su di un sigillo: "sacro al Signore". L'attaccherai con un cordone di porpora viola al turbante, sulla parte anteriore. Starà sulla fronte di Aronne" (Esodo, 28, 36-37).
Secondo un'antica tradizione, l'imperatore Costantino donò la tiara al Papa Silvestro I (314-335); tale notizia è però infondata. È invece possibile che un copricapo speciale, il "camelauco", costituito da un alto berretto conico di stoffa bianca, sia stato usato dai Pontefici a partire dalla fine del iv secolo; secondo un'altra ipotesi, i primi ad indossarlo sarebbero stati gli orientali che esercitarono il ministero di vescovi di Roma. Dal 685 al 752, anno della morte di san Zaccaria, i Papi siri o greci furono ben otto. Sergio iii (904-911) fece coniare monete con l'immagine di San Pietro cinto di tiara. Nella basilica inferiore di San Clemente, in Roma, un affresco risalente alla fine dell'xi secolo ha per oggetto il trasporto delle reliquie del santo titolare della chiesa, portate a Roma nell'868 da Cirillo e Metodio. Il Papa allora regnante, che era Adriano ii (867-872), è raffigurato con la tiara.
Dal 1130 circa, il berretto fu accompagnato da un cerchio d'oro; con tale aggiunta, il copricapo veniva a riassumere la mitra della giurisdizione ecclesiastica e la corona del governo temporale. Probabilmente nel secolo successivo furono introdotte le bande posteriori (vitte); esse possono essere forse collegate alle fasce con nastri che nell'antichità venivano portate intorno alla testa dai sacerdoti.
Bonifacio viii (1294-1303), nel corso del contrasto con il Re di Francia Filippo il Bello, aggiunse la seconda corona, per sottolineare la sua autorità spirituale, al di sopra di quella civile.
L'indumento era stato nel frattempo arricchito di splendide gemme; è interessante, al riguardo, un aneddoto relativo a Clemente v (1305-1314), il primo dei sette pontefici che, nel xiv secolo, risiedettero a lungo nella città di Avignone. Durante la cerimonia dell'incoronazione, che si svolse a Lione, il Papa cadde da cavallo, e dalla tiara si staccò un rubino del valore di 6.000 fiorini d'oro; la preziosissima pietra non fu più ritrovata.
Benedetto xii (1334-1342), aggiunse la terza corona, che simboleggiava l'autorità del Papa su tutti i sovrani, e che riaffermava il possesso di Avignone; il medesimo Pontefice iniziò a far costruire il castello-palazzo in tale città, la cui signoria fu acquistata, nel 1348, da Clemente vi (1342-1352).
La più antica raffigurazione delle chiavi decussate sormontate dalla tiara risale al pontificato di Martino v (1417-1431); il Papa successivo, Eugenio iv (1431-1447), fece raffigurare tale emblema su una moneta d'argento, il "grosso papale".
Mentre la tiara, come si è visto, si può ricollegare all'Antico Testamento, le chiavi si riallacciano ai Vangeli (Matteo, 16-19); nello stemma è quindi operata una sintesi ispirata alla Sacra Scrittura, e comprensiva sia del potere spirituale (il copricapo e la chiave d'oro) che della dimensione temporale del ministero del Papa (le corone e la chiave d'argento).
Con il tempo, le tre corone sono venute a rappresentare i poteri di Ordine Sacro, di Giurisdizione e di Magistero spettanti al Sommo Pontefice. Il piccolo globo e la crocetta vennero aggiunti all'inizio del Cinquecento.
Il cardinale protodiacono procedeva all'incoronazione del Papa pronunciando la formula, in lingua latina, "Ricevi la tiara ornata con tre corone e sappi che sei il padre dei principi e dei re, il rettore del mondo, il vicario in terra del Salvatore Nostro Gesù Cristo, al quale è onore e gloria nei secoli dei secoli". La tiara non veniva però usata dai Pontefici di frequente, ma soltanto in occasioni di particolare solennità; l'ultima incoronazione, celebrata sul sagrato di San Pietro, fu quella di Paolo vi, il 30 giugno 1963.
Il 13 novembre 1964, nel corso della terza sessione del Concilio Vaticano ii, venne tenuta nella Basilica Vaticana la Divina Liturgia in rito orientale, alla presenza del Papa. Al termine, il segretario dell'assise ecumenica, l'arcivescovo Pericle Felici, salì sul podio, ed anzitutto ricordò che la Chiesa è stata sempre e veramente madre dei poveri e dei bisognosi, sull'esempio del Redentore; subito dopo, annunziò che il Papa donava la sua tiara ai poveri.
Paolo vi, disceso dal trono, si recò all'altare della concelebrazione, e depose sulla mensa, tra le più vive acclamazioni dei Padri del Concilio, la tiara, che gli era stata donata dall'arcidiocesi di Milano, che lo aveva avuto come pastore.
Dall'elezione di Giovanni Paolo i, avvenuta nell'agosto 1978, la cerimonia dell'incoronazione è stata sostituita da quella di inizio del ministero di pastore universale della Chiesa, nel corso della quale al nuovo Pontefice viene imposto il pallio. Tale insegna liturgica del Papa compare già in raffigurazioni molto antiche; si tratta di una fascia di lana bianca larga 4-6 centimetri, sulla quale spiccano sei croci di seta. L'indumento, che fu dapprima insegna esclusiva del vescovo di Roma, viene imposto dal Papa agli arcivescovi metropoliti, i quali lo indossano nelle rispettive chiese ed in quelle delle loro province.
Da almeno otto secoli, i Papi hanno un proprio stemma personale, e in quello dell'attuale Sommo Pontefice Benedetto XVI compaiono rilevanti novità.
Dietro lo scudo, contenente il simbolo della conchiglia e quelli, venuti dalla tradizione bavarese, della testa di moro e dell'orso, rimangono, come nella tradizione, le chiavi decussate; esse, però, non sono sormontate dalla tiara, ma da una mitra. Tale copricapo è d'argento, con tre fasce d'oro, riferite ai poteri di ordine, di giurisdizione e di magistero, collegate verticalmente fra loro al centro, per indicare la loro unità nella persona del vescovo di Roma.
Inoltre, sotto lo scudo, è raffigurato il pallio.
(©L'Osservatore Romano - 10 agosto 2008)
FOTO: Lo stemma dello Stato della Città del Vaticano.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento