8 agosto 2008
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Benedetto XVI al clero di Bolzano-Bressanone
Una grande comunità con tante voci
Ecco il cattolicesimo
Il legame inscindibile tra creazione e redenzione è stato uno dei punti focali del lungo colloquio di Benedetto XVI con il clero della diocesi di Bolzano-Bressanone, svoltosi a porte chiuse, mercoledì scorso nel duomo e del quale oggi "L'Osservatore Romano" pubblica l'intero testo.
La salvaguardia dell'ambiente, un tema su cui il Pontefice sta tornando ripetutamente nel suo soggiorno tra i monti dell'Alto Adige, aveva costituito già uno dei fili conduttori del recente viaggio in Australia.
Nel discorso di ampia prospettiva aperto al rapporto tra fede e ragione e alla bellezza dell'essere cristiani nel mondo attuale, il Papa ha affrontato le questioni più sentite nel dibattito ecclesiale contemporaneo. Uno di quegli interventi che contribuiscono a gettare ulteriore luce nella comprensione del pontificato ratzingeriano.
Soprattutto in materia di ambiente Benedetto XVI non fa sconti.
Pur ammettendo come negli ultimi decenni la dottrina della Creazione sia quasi scomparsa dagli studi teologici, ciò non basta tuttavia a giustificare le accuse rivolte ai cristiani, soprattutto negli anni passati, di essere i veri responsabili dello sfruttamento indiscriminato e della distruzione della terra. Le cause - secondo il Pontefice - vanno ricercate nel materialismo: "Il consumo brutale della creazione - ha affermato senza mezzi termini - inizia dove non c'è Dio, dove noi stessi siamo le ultime istanze. E lo spreco della creazione - ha aggiunto - inizia dove non riconosciamo più alcuna istanza sopra di noi".
Più pastorali gli altri argomenti affrontati da Benedetto XVI, che per circa un'ora ha risposto alle domande rivoltegli da sei interlocutori - un seminarista e cinque preti - in rappresentanza dei quattrocento riuniti nel duomo barocco di Bressanone.
Lo ha fatto con parole semplici e ragionamenti lineari, ricorrendo anche a ricordi ed esperienze personali, come quando ha riconosciuto di essere stato piuttosto severo in passato in materia di amministrazione dei sacramenti ai giovani e di non possedere oggi "una risposta infallibile" su questioni nuove con le quali l'intera Chiesa si sta confrontando. "Nel corso degli anni - ha spiegato - ho capito che dobbiamo seguire l'esempio del Signore, che era molto aperto anche con le persone al margine dell'Israele di quel tempo, era un Signore della misericordia".
Perciò ha offerto delle linee guida per affrontare il problema, rifacendosi alla precedente esperienza pastorale come arcivescovo di Monaco. Lo stesso criterio ha usato quando ha risposto alle difficoltà riguardanti il servizio dei sacerdoti, sempre più esigui numericamente rispetto alle esigenze dei fedeli.
In proposito il Papa ha ribadito l'insostituibilità del presbitero e il celibato come espressione fondamentale della totalità della sua missione, ricordando che "nessun sacerdote è sacerdote da solo" e per se stesso.
Tra gli altri temi affrontati la recente celebrazione della Giornata mondiale della gioventù a Sydney e il rapporto tra arte e bellezza.
Benedetto XVI ha anche tributato un omaggio al suo predecessore Giovanni Paolo ii, rispondendo a un sacerdote gravemente malato. Per farlo ha attinto all'enciclica Spe salvi, in cui Papa Ratzinger sottolinea come la capacità di accettare le sofferenze e i sofferenti sia misura dell'umanità.
I testi della conversazione
(©L'Osservatore Romano - 9 agosto 2008)
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