4 settembre 2008

Se l'India dimentica la lezione di Madre Teresa (Maraone)


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VIOLENZE ANTI-CRISTIANE IN INDIA: RACCOLTA DI ARTICOLI

GLI OCCHI SCONCERTATI DEL MONDO

SE L’INDIA DIMENTICA LA LEZIONE DI MADRE TERESA

ELIO MARAONE

La stagione del martirio, sino all’ef­fusione del sangue, per i cristiani del mondo non soltanto perdura ma anche si fa più larga e straziante, fra il diffuso disinteresse internazionale, e un fondato presagio di aggravamento.
In India lo Stato dell’Orissa, dove si so­no scatenati fanatici indù, si è trasfor­mato in un regno del terrore. Con una violenza e una sistematicità senza pre­cedenti – denuncia la Conferenza epi­scopale indiana ( Cbci) – si sono re­centemente moltiplicati gli attacchi ai cristiani, alle loro case, ai luoghi di cul­to, alle istituzioni benefiche. Sotto i col­pi dei fanatici e, ciò che specialmente allarma, secondo un disegno preordi­nato, sono morte almeno 26 persone, 50 chiese e cinque conventi sono sta­ti distrutti, oltre quattromila abitazio­ni sono state assaltate, migliaia di cre­denti si nascondono bisognosi nella giungla per sfuggire a gruppi armati che ancora circolano indisturbati, no­nostante il governo dello Stato e quel­lo nazionale abbiano promesso di rafforzare l’ordine. Invano, almeno si­nora, si sono moltiplicati gli appelli al­l’India perché spezzi ovunque la cate­na delle violenze: ultimo in ordine di tempo quello lanciato da Nirmala Jo­shi, la superiora delle Missionarie del­la carità succeduta alla Beata Teresa di Calcutta, perché si getti via l’arma del­l’odio e la si sostituisca con l’amore, in India come nel mondo intero.
In India insomma « la situazione di paura continua e colpisce special­mente i cristiani » , come ha ricordato ieri alla Radio Vaticana il vicario epi­scopale per le chiese orientali a Delhi padre George Manimala. Ma il caso indiano non è purtroppo isolato e le persecuzioni dei cristiani si moltipli­cano in varie regioni del mondo, dal­l’Asia al Medio Oriente dall’Africa al­l’America Latina. Particolarmente do­lorosa e inquietante è la situazione della comunità cristiana in Iraq, ieri di nuovo nel mirino dei fondamentali­sti islamici. Nella diocesi di Mosul, già tristemente nota tra l’altro per il rapi­mento conclusosi tragicamente di monsignor Paulo Farj Rahho, negli ul­timi tre giorni due altri cristiani sono stati rapiti e uccisi da criminali fana­tici, mossi insieme dalla brama del de­naro del riscatto e dall’odio a sfondo religioso. La ripresa dei sequestri, de­gli omicidi, degli assalti feroci a uo­mini e cose che hanno costretto oltre due terzi dei fedeli a lasciare la dioce­si di Mosul ( bagnata dal sangue di al­meno 13 martiri!), denuncia l’ulterio­re aggravarsi di un terrore anti- cri­stiano che pure, come in India, i go­verni regionale e nazionale si erano impegnati a sradicare.
Probabilmente non si può parlare – al­meno, non ancora – di una strategia planetaria che punta distintamente al­la persecuzione dei cristiani. Tuttavia è innegabile che gli episodi di violen­za contro i credenti in Cristo stiano crescendo di numero e di tono, e non soltanto, come s’è accennato, in India e in Iraq. Come fratelli di fede e fratel­li nella stessa umanità abbiamo quin­di il dovere di accompagnare con la so­lidarietà la testimonianza dei cristiani perseguitati, e dare a questa solida­rietà la concretezza esigita dalle circo­stanze. Su questo orizzonte, il primo appuntamento è per venerdì prossi­mo, 5 settembre (festa della beata Ma­dre Teresa) stando all’appello lancia­to dalla Conferenza episcopale italia­na, con l’adesione della Diocesi di Ro­ma. La forza della preghiera è indi­scutibile, e formidabile. Anche per riu­scire a dare un senso alle colpe (magari di semplice omissione) che si adden­sano su organismi e governi, e al si­lenzio di capi religiosi (indù e musul­mani) che, quantomeno agli alti livel­li, non hanno finora condannato le violazioni della libertà religiosa, gli ol­traggi ai luoghi di culto, gli attentati al­lo stesso – sacro, irrinunciabile – dirit­to alla vita e alla fede.

© Copyright Avvenire, 3 settembre 2008

1 commento:

euge ha detto...

E' quello che giustamente viene da chiedersi....... e viene anche da pensare che cosa è stata ed è Madre Teresa i suoi insegnamenti e la sua opera di assistenza ai bisognosi per l'India? Qalcosa e qualcuno da amare, ricordare da apprezzare per ciò che ha fatto proprio con spirito cristiano e da vera cristiana come lo sono coloro che in questo momento vengono barnaramente perseguitati e da cui prendere spunto nell'esistenza o soltanto una missionaria cristiana da sfruttare all'occorrenza da gettare poi nel dimenticatoio?
Forse bisognerebbe riflettere seriamente e chiedersi quanti hanno veramente voluto bene a Madre Teresa per ciò che faceva in nome di Cristo e quanti l'hanno solamente sfruttata per pura e semplice necessità.