15 settembre 2007

Politi e l'ironia sul Papa ed i fedeli che forse nasconde una buona dose di "terrore" per il tam tam su internet


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Cari amici, oggi dominano due argomenti: la polemica (che barba!) sul documento della Congregazione della dottrina della fede sui pazienti in coma vegetativo ed il ritorno della Messa tridentina.
Gli articoli sul motu proprio "Summorum Pontificum" sono, in generale, molto sprezzanti. Come al solito, Politi si distingue per il suo tono da "uomo che pensa di essere un gradino sopra agli altri", ma occorre notare alcuni punti: innanzitutto non mi risulta che la maggioranza di vescovi e cardinali siano contrari al motu proprio. Certo! Se guardiamo all'Italietta non ci stupiamo di certi atteggiamenti, ma nel resto del mondo l'accoglienza del documento pontificio e' stata ottima. In Francia l'arcivescovo di Parigi ha assegnato una chiesa ai fedeli che desiderano assistere alla Messa tridentina, in Svizzera tutto procede regolarmente. E in Italia? Mi pare che il tempo delle discussioni sia finito. Ora occorrerebbe ubbidire...
Ricordo che i vescovi italiani sono andati in visita ad limina dal Papa dal dicembre 2006 all'aprile 2007 e probabilmente nessuno ha sollevato l'argomento motu proprio. Perche'?
A parte la solita "tiritera" di Messa lontano dal popolo, in latino, poco democratica...non leggo alcuna novita' nelle obiezioni dei vaticanisti mentre sono favorevolmente stupita dalla preparazione dei fedeli intervistati.
Un ultimo punto: si affaccia inesorabilmente il terrore del tam tam su internet! Si ha la paura che i fedeli si organizzino saltando a pie' pari i giornali.
Ma di che cosa si ha tanta paura? Rido a crepapelle quando penso che i detrattori della liberta' concessa dal motu proprio sono gli stessi che si riempiono la bocca di rimproveri perche' la Chiesa non e' abbastanza democratica! Coerenza, signori, coerenza!

Raffaella


Il cardinal Castrillon Hoyos ha officiato la celebrazione "tridentina". E la funzione riformata dal Concilio diventa un optional

Canti e vecchi riti, a Loreto in 700 per la messa in latino

MARCO POLITI

LORETO - Vibrano al suono del Te Deum i sotterranei della basilica di Loreto. Lo schiaffo al Concilio si celebra in pompa magna nel santuario d´Italia. Benedetto XVI l´ha voluto: da questo giorno la messa riformata dai padri conciliari è un optional. Il cardinale colombiano Dario Castrillon Hoyos officia il rito tridentino e proclama: «La Madonna benedice questa messa celebrata tante volte a Loreto, a Lourdes, a Fatima. Questo è un dono del Papa. Ci uniamo ai santi trionfanti, ci uniamo alla Chiesa trionfante santificati da questo santo rito secolare. Venerato, bello, liturgicamente buono».
Settecento fedeli affollano la basilica inferiore. Molti uomini in abito scuro, molte donne nel tailleur severo della messa. E spuntano i veli di pizzo nero e bianco che costellavano i «banchi delle donne» nelle chiese degli anni Cinquanta.

Molti sono venuti mobilitati dall´associazione tradizionalista "Una Voce", parecchi sulla spinta del tam tam di internet o avvertiti da conoscenti.

Profumo di antiche nostalgie. La messa in latino? «Per me ha il sapore dell´infanzia... Apprezzo il rito tradizionale perché l´ho vissuto da piccola... Avevo studiato il latino». Qualcuno è attirato dalla curiosità: «E´ una novità, mi piace questo ritorno alle origini», commenta una fedele venuta da Numana. Un´anziana suora afferma convinta: «Quando è scoppiato lo scandalo di quel vescovo Lefebvre, hanno demolito il latino e detto la messa in italiano. Ma io credo che la messa vada celebrata nella lingua della Chiesa universale cattolica, il latino».
Padre Serafino, prete ortodosso appartenente alla Chiesa unita al patriarcato di Costantinopoli, dice: «E´ giusto che i cattolici abbiano libertà di scelta». Tra i banchi c´è anche l´ambasciatore russo presso il Vaticano.

Doveva concelebrare l´arcivescovo Danzi, presule di Loreto. Aveva dato la sua disponibilità. Ma non si vede. «Impegni imprevisti».

Rito lungo, rito elaborato, dura più di due ore. Il cardinale Castrillon Hoyos celebra in abiti pontificali e guanti purpurei, attorniato da otto officianti tra sacerdoti e diaconi. C´è anche un altro vescovo. In file ordinate, nella basilica inferiore, la folla dei fedeli guarda il dorso dei celebranti e assiste alle loro perfette geometrie: loro mormorano preghiere, baciano e portano il Vangelo, si inchinano dinanzi all´altare, abissalmente lontani dal popolo. Perché il colloquio con Dio è tutto affare degli officianti. Ogni quarto d´ora un «amen» o un «et cum spiritu tuo» smuove per un momento la massa dei fedeli. Poi ripiombano nel silenzio. Voci sottili di chierici annunciano in cantilena incomprensibile il Vangelo. L´effetto è ieratico, sottolineato dal canto gregoriano. Ma se non ci fosse il libretto in italiano nessuno saprebbe cosa sta succedendo.

Non è un caso che la stragrande maggioranza dei vescovi e dei cardinali di tutto il pianeta non volessero affatto questa liberalizzazione ratzingeriana.

Però il cardinale Castrillon Hoyos dall´altare afferma: «Sono sicuro che i vescovi del mondo sono felici di offrire ai fedeli questo santo rito. Non è un passo indietro e non vuol dire disprezzare la messa in italiano. Il papa è un benefattore». Poi tutti in ginocchio per ricevere la comunione. Qualcuno, per abitudine, era rimasto in piedi. La mano ferma di un prete lo spinge giù.

© Copyright Repubblica, 15 settembre 2007

10 commenti:

euge ha detto...

Cara Raffaella, ho letto la tua riflessione e riagganciandomi proprio al tam tam su internet, se questo può servire a far capire che i fedeli non sono così impreparati come li vorrebbero certe eminze grigie ben venga!!!!!!! A proposito di impreparazione, ieri ho fatto un p'aio di telefonate in alcune chiese di Roma cominciando dalla mia parrocchia. Le risposte che ho ricevuto sono alquanto disarmanti e soprattutto preoccupanti. La mia parrocchi peraltro dedicata da Sua Santità proprio l'anno scorso, non solo non ha preparato i fedeli al Summorum Pontificum ma, non ha neanche in programma di istituire almeno una messa con il rito tridentino; continuando il giro la cosa non migliora contattando San paolo fuori le mura, mi hanno risposto che nemmeno sapevano cosa fosse il rito tridentino e che questo tipo di messa in quella basilica non si era mai officiato ( ovviamente, inutile chiedere se conoscevano il Summorum Pontificum ) a San Giovanni in Laterano ( non una chiesetta di paese stessa storia). Sinceramente, io penso che ora tocchi ai fedeli far sentire la loro voce; dobbiamo noi in pratica spiegare che cos'è il Summorum Pontificum e la Messa Tridentina cosa di una gravità senza precedenti, considerando che siamo a Roma. Spero tanto che a questo scempio venga posto rimedio ed al più presto!!!!!!!!!!!!!!! Qui non si tratta di un documento senza importanza qui si tratta del Motu Proprio di Benedetto XVI ed è vergognoso che non ne siano informati non solo i fedeli ma, addirittura i parroci dalle più piccole parrocchie alle Basiliche Papali. A proposito solo in Santa Maria Maggiore, si celebra la messa tridentina ogni ultimo mercoledì del mese( un pò pochino direi per essere a Roma )!!!!!!!!
Non ho parole!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Eugenia

Luisa ha detto...

Unico...inconfondibile ...prevedibile Politi...talmente prevedibile che i suoi articoli potremmo scriverglieli noi e così evitargli uno sforzo, anche se pensandoci bene, probabilmente sarebbe levargli una sorgente di piacere....jouissif...si direbbe da noi.
Ancora una volta il nostro amico getta il suo sguardo di non credente, sulla nostra Chiesa. Ma non tutti i non credenti sentono l`impellente bisogno di sputare veleno, lui sì.
Politi sa o dovrebbe sapere, a questo punto me lo domando, che le persone della sua età( e della mia) , e prima d noi, generazioni intere di persone comuni, di santi e sante, hanno pregato così ,seguito la messa guardando non le spalle del prete ma insieme a lui verso Cristo.
Seguito perfettamente ,e non come Politi con un disprezzo che è qui particolarmente grave ,così descrive:
".... loro mormorano preghiere, baciano e portano il Vangelo, si inchinano dinanzi all´altare, abissalmente lontani dal popolo. Perché il colloquio con Dio è tutto affare degli officianti. Ogni quarto d´ora un «amen» o un «et cum spiritu tuo» smuove per un momento la massa dei fedeli. Poi ripiombano nel silenzio."

Inutile discutere, Politi non ha capito e non vuol capire, un bel nulla, è di una perfetta malafede,per lui il Motu Proprio è e restera ad aeternum uno "schiaffo " al CV II, tutta la sua ideologia è rinchiusa in quella frase tutto il resto non è che noiosa ripetizione .

francesco ha detto...

posto qui... (raffaella ci pensi tu?) un intervista a giovanni lindo ferretti apparsa ieri su e polis... vabbè un po' così, ma interessante... sulla linea di quello dei rolling stones...
naturalmente è pro missa antiqua

Abwûn d'bwaschmâja

Riporto un'intervista fatta a Giovanni Lindo Ferretti apparsa sul "giornale" Epolis di questa mattina riguardante il ripristino della messa in latino.


Scusi Ferretti, ma la Messa in latino non rischia di allontanare altra gente dalle chiese? Pensi alle anime semplici, ai giovani.

Niente affatto. E' stata semmai la riforma degli anni Sessanta a produrre il vuoto nelle Chiese. La liturgia deve avere un fascino misterico. Non tutto può essere compreso. Altrimenti, invece che assistere alla Sacra Messa, ci dovremmo recare in una scuola. La componente religiosa ha un'aura sacrale che deve essere rispettata. Quando questo non accade i più giovani vanno a ricercare il quid altrove. Ed ecco il risultato. La realtà è che la pochezza dell'attuale liturgia, tutta votata alla parola e alla comunità, produce forme di rito paraprotestanti. Personalmente non ne posso più.

Dunque, non è solo una questione di latino. Lei chiede il ripristino della Messa di san Pio V nella sua totalità. Canti gregoriani, incenso.

Infatti. Il latino è solo l'aspetto più facilmente riscontrabile ma c'è, appunto, tutto il resto. Mi riferisco ai paramenti, alla ritualità nel suo complesso. Perchè forma è sostanza e la liturgia funziona anche senza gente. Non è una questione pubblica, mi creda. E oggi cosa accade?

Che accade? Dica lei.

Siamo costretti a sorbirci prediche scadenti, inquadrati in una razionalità che ti tarpa le ali. Per esempio, l'uso dell'incenso è fondamentale nella liturgia. Nel compendio della Chiesa cattolica c'è perfino una preghiera copta che accompagna il momento in cui il sacerdote utilizza il turibolo. Mettiamoci d'accordo: lo spessore della storia non può essere diminuito, altrimenti dovremmo pensare alla croce come a un semplice incastro tra piani, tra orizzontale e verticale. Quindi sono felice che le tradizioni vengano rispettate. L'esperimento non è andato bene, meglio tornare all'antico.

Stendiamo un velo pietoso sulla messa cosiddetta hippie. Giusto?

Ecco si, grazie.

Ma del rito paraprotestante, come lo definisce lei, cosa non funziona esattamente? Dico nel concreto, oltre la teoria del misterico svilito. C'è nello specifico un passaggio che la turba?

Dopo il Padre Nostro mi irrigidisco. Questa roba del segno di pace è davvero insostenibile. Come se ci costringessero a cantare "Il ponte di Bassano". Ecco, il segno di pace e "Il ponte di Bassano" si equivalgono. Ma come si fa a ridurre la pace ad una stretta di mano? Imbarazzante.

E ai bambini alle prese con il latino ci ha pensato?

Certo. Meglio il latino che la stretta di mano. Così le parrocchie smetteranno di allevare batterie di polli che producono solo bravi moralisti e riacquisteranno la loro funzione. Che è quella di arricchire, di lasciarci attraversare il mistero in punta di piedi.

Ha anche aggiunto:

"Dovremmo recitare il Pater Noster così come ci è stato insegnato, in aramaico (ascoltalo qui), lingua parlata da Gesù, Signore nostro. Parola sacra, preghiera rivelata, perde fascino che è legame se tradotta. La traduzione serve a capire, fin dove si può, il senso e come tale è indispensabile ma monca di suono il respiro, il soffio e perde potenza."

Anonimo ha detto...

Grazie Francesco :-))
Provvedo subito...vista la quantita' di post di ieri potrebbe essermi sfuggito qualche articolo segnalato da voi amici. Vi prego dunque di farmelo sapere sia pro sia contro il motu proprio...

sg ha detto...

La tendenziosità nel racconto e la spocchia di Politi si commentano da sole, e sono, francamente, imbarazzanti. Per lui.

Per Eugenia: ho letto il tuo post, e ti sono vicino in quello che dici, alcune delle risposte che hai ricevuto (come quella di chi non sapeva cosa fosse il rito tridentino...) sono scandalose.
Ma non abbandoniamo la speranza, da ieri abbiamo il dono del Motu Proprio, e gli effetti non tarderanno a farsi sentire: sursum corda!

Nel frattempo: forse lo sai già, ma in ogni caso ti segnalo che a Roma la forma straordinaria del Rito viene celebrata ogni giorno nella chiesa di San Gregorio dei Muratori, in via Leccosa. Ecco la pagina con gli orari delle messe:

http://www.fssp-roma.org/it/mass.htm

Cornelio ;-)

Anonimo ha detto...

Qualcuno per favore potrebbe spiegare a Politi che la riforma del Papa non ha sostituito alcunchè ma consente solo ai fedeli che lo desiderano di scegliere un rito piuttosto che un altro? E che nessuno, perciò, è obbligato ad assistervi? Mi piacerebbe sapere perchè tutta questa faccenda lo infastidisce tanto! Quanto al fatto segnalato da Eugenia, e cioè la mancata informazione dei parroci, è meglio stendere (su di loro!) un velo pietoso. Sì, a questo punto èbene dirlo: per i laici ci sarebbe tanto lavoro da fare! Alby
Alby

Anonimo ha detto...

Purtroppo Eugenia ha ragione: nessuna informazione da parte dei parroci (in certi casi tace anche il vescovo). Ho fatto anche io un giro di telefonate, qualche giorno fa. Dire che sono stata trattata male e' un eufemismo (chi rideva, chi mi consigliava di andarlo a chiedere al diaconato, chi mi ricordava che il latino e' una lingua morta...). Io mi auguro semplicemente che questo atteggiamento non allontani ancora di piu' i fedeli perche' sarebbe un vero dramma.

Anonimo ha detto...

A questo punto, allora, chiediamoci: chi davvero ha intenzione di dividere la Chiesa?
Alby

paola ha detto...

Trovo vergognoso l,articolo di Politi che si permette di definire la possibilità di celebrare con il rito tridentino uno schiaffo al Concilio,dimenticando l'apporto che il giovane Ratzinger diede allo stesso come consulente del card.Frings. Non si capisce la paura di tutte queste persone di un rito che non capiscono e a cui non parteciperanno mai,Paola

euge ha detto...

Per quanto riguarda Politi caro anonimo dalle pagine di questo Blog abbiamo cercato in tanti di spiegarglielo ma, vedi l'atteggiamento di Politi verso Ratzinger ora Benedetto XVI, si fonda su un odio viscerale talmente radicato nel tempo, che riesce anche ad offuscare quel poco di capacità di ragionare è tutto inutile io non ci perdo neanche più tempo!!!!!!!!!!!!! Per quanto rigurda l'argomento disinformazione nelle parrocchie e qual che è più grave qui a Roma nelle Basiliche Papali, ho segnalato con una e- mail il tutto al Vicariato mi auguro che prima o poi qualcosa accada. se Roma come dicono tutti è il centro della cristianità che lo sia davvero non solo quando fa comodo. Grazie a te Cornelio per la segnalazione conoscevo già il sito ma, mi sono voluta rendere conto, di quanto sia sconfinata l'ignoranza nelle chiese stesse e di quanto sia ignorato un documento papale che dovrebbe essere accolto in ben'altro modo!!!!!!!!!!!!!
Grazie per la vostra vicinanza Eugenia