15 settembre 2007

Documento sui pazienti in stato vegetativo: i commenti del Giornale, la Stampa e il Messaggero


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di Andrea Tornielli

Roma - Lo stato vegetativo, anche permanente, è vita. Il paziente continua a essere una persona con la sua dignità e va alimentato e idratato senza che ciò sia considerato accanimento terapeutico. Lo affermano, ribadendo la tradizionale posizione della Chiesa, le risposte a due quesiti pubblicate ieri dalla Congregazione per la dottrina della fede e approvate da Benedetto XVI. La questione era stata posta dai vescovi statunitensi nel luglio 2005, in seguito alla grande attenzione suscitata dal caso di Terry Schiavo, la donna che viveva in stato vegetativo da quindici anni e che dopo una lunga battaglia legale è stata lasciata morire interrompendo l’alimentazione artificiale.
Alla domanda se vi sia l’obbligo morale di somministrare cibo e acqua, la Santa Sede risponde: «Sì. La somministrazione di cibo e acqua, anche per vie artificiali, è in linea di principio un mezzo ordinario e proporzionato di conservazione della vita». È quindi «obbligatoria, nella misura in cui e fino a quando dimostra di raggiungere la sua finalità propria, che consiste nel procurare l’idratazione e il nutrimento del paziente. In tal modo si evitano le sofferenze e la morte dovute all’inanizione e alla disidratazione». Al quesito se l’alimentazione di una persona in stato vegetativo permanente possa essere interrotta quando i medici giudicano certo che non riprenderà mai coscienza, la Santa Sede risponde: «No. Un paziente in stato vegetativo permanente è una persona, con la sua dignità umana fondamentale, alla quale sono perciò dovute le cure ordinarie e proporzionate, che comprendono, in linea di principio, la somministrazione di acqua e cibo, anche per vie artificiali».
Oltre alle concise risposte, la Sala stampa vaticana ha pubblicato un commento più approfondito, spiegando che i sostenitori della possibilità di giudicare sproporzionata l’alimentazione artificiale invocano spesso un discorso di Pio XII al congresso degli anestesisti del novembre 1957, nel quale il Papa affermava che in caso di malattia grave i medici hanno il dovere di mettere in atto le cure necessarie ma con mezzi ordinari, «che non impongono cioè un onere straordinario per il paziente o per gli altri».
Le risposte di Papa Pacelli riguardavano però l’utilizzo e l’eventuale interruzione delle tecniche di rianimazione. Per quanto riguarda dunque l’alimentazione e l’idratazione, il Vaticano, in linea con precedenti documenti e con le parole di Giovanni Paolo II, definisce il caso «eutanasia per omissione». E riafferma il valore dell’essere umano: anche se immobilizzato e incosciente, «è e sarà sempre un uomo, mai diventerà un vegetale».
Cruciale è l’ultimo passaggio del commento vaticano, nel quale si legge: «La Congregazione non esclude che in qualche regione molto isolata o di estrema povertà l’alimentazione e l’idratazione artificiali possano non essere fisicamente possibili», pur sussistendo «l’obbligo di offrire le cure minimali disponibili». Non si esclude neppure che, «per complicazioni sopraggiunte, il paziente possa non riuscire ad assimilare il cibo e i liquidi, diventando così del tutto inutile la loro somministrazione. Infine, non si scarta assolutamente la possibilità che in qualche raro caso l’alimentazione e l’idratazione artificiali possano comportare per il paziente un’eccessiva gravosità o un rilevante disagio fisico legato, per esempio, a complicanze nell’uso di ausili strumentali». Casi eccezionali che però «nulla tolgono al criterio etico generale», ribadito anche per far chiarezza di fronte a formule quali «dignità della morte» e «aiuto a morire», che il vescovo Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la vita, ha ieri definito «ambigue»: «Spesso nascondono atteggiamenti eutanasici». «Il documento diffuso oggi - ha spiegato Sgreccia - si pone sul crinale etico che distingue il rispetto della inviolabilità della vita umana, visione prettamente cristiana, e quello invece dell’“aiuto a morire”, che il Papa in Austria ha definito “in aumento preoccupante”».
Tra chi plaude e ringrazia per la nota vaticana c’è Fulvio De Nigris, fondatore dell’associazione «Amici di Luca», che definisce il documento «un fatto positivo, che conforta la qualità della vita e rende meno sole le famiglie italiane che vivono con un proprio caro in coma».

© Copyright Il Giornale, 15 settembre 2007


EUTANASIA

IL NO DEL VATICANO

“Lo stato vegetativo è vita”

«Andare avanti se i medici dicono che il paziente non recupererà mai»

GIACOMO GALEAZZI

CITTA’DEL VATICANO
Altolà del Papa all’eutanasia: «Lo stato vegetativo è una vita da rispettare». Il Vaticano, in risposta ad un quesito dei vescovi americani, sgombra ogni dubbio stabilendo che la spina non si stacca. Al paziente che si trovi in stato vegetativo permanente «sono dovute le cure ordinarie e proporzionate, che comprendono la somministrazione di acqua e cibo, anche per vie artificiali». Il 31 marzo del 2005, due settimane dopo che il marito, contro i genitori, aveva ottenuto che venisse staccato il tubo dell’alimentazione che la teneva in vita, Terry Schiavo, una donna statunitense in coma dal 1990, moriva suscitando un dibattito planetario sull’eutanasia. Anche tra i vescovi non tutti furono pronti a condannare chi staccò la spina. Al punto che a luglio, il presidente dell’episcopato Usa, William Skylstad, scrisse all’ex Sant’Uffizio per avere ragguagli. La risposta è arrivata ieri, con un documento approvato dal Papa, dopo che in Italia Piergiorgio Welby ha ottenuto che gli venisse staccato il respiratore artificiale, la Chiesa gli ha negato i funerali e il Parlamento discute di dichiarazioni anticipate di volontà (il «testamento biologico»).
La spina, per il Vaticano, non si stacca. Mai, o quasi. Ci sono, per il Vaticano, «casi eccezionali», ossia «qualche regione isolata o di estrema povertà», dove «l’alimentazione e l’idratazione artificiali possano non essere possibili»; quando «per complicazioni sopraggiunte, il paziente possa non riuscire ad assimilare il cibo e i liquidi»; e quando, infine, «l’alimentazione e l’idratazione artificiali possano comportare un rilevante disagio fisico legato a complicanze nell’uso di ausili strumentali».
In questi casi non è obbligatorio continuare ad alimentare un paziente in coma. Ma questi casi «nulla tolgono però al criterio etico generale, secondo il quale la somministrazione di acqua e cibo, anche quando avvenisse per vie artificiali, rappresenta sempre un mezzo naturale di conservazione della vita e non un trattamento terapeutico». Essi, cioè, sono un «mezzo ordinario e proporzionato di conservazione della vita» e, quindi, non possono mai essere interrotti: «Anche quando i medici competenti giudicano con certezza morale che il paziente non recupererà mai la coscienza». Dunque, è sulla frontiera tra vita e morte all’epoca delle conquiste scientifiche che si concentra l’attenzione del Vaticano. E le reazioni, in Italia, non tardano. «La nutrizione e l’idratazione artificiali per persone in stato vegetativo permanente non sono “naturali”, ordinari, ma straordinari, che richiedono un intervento medico, e come tali non possono essere imposti a nessuno», afferma Mina Welby, moglie di Piergiorgio. «Il Vaticano, ripete sempre le stesse cose, e ogni volta i media le presentano senza alcun contraddittorio» si legge in una nota polemica dell’associazione «Luca Coscioni». La vita come bene unico di ognuno per l’astrofisica Margherita Hack: «Ognuno è padrone della propria vita e della propria morte: se per chi crede la vita e la morte sono ’’dono di Dio’’ non può imporre ad altri che la pensano diversamente le sue credenze». Forza Italia, Alleanza nazionale e Udc si schierano con il Vaticano. «È la solita fanfara di becchini anticattolici in cerca di ogni scusa buona per scagionare chi procura la morte delle persone che soffrono», contrattacca Luca Volonté dell’Udc. Ma anche l’Udeur si dice «in piena sintonia con il Papa». «Sull’ eutanasia io la penso come Ratzinger e dico che il mio Pd non approverebbe una legge sull’eutanasia attiva. Veltroni, invece?», si chiede Mario Adinolfi, candidato alle primarie del 14 ottobre. «L’etica del medico non può essere dettata dalla morale religiosa obbligatoria del Vaticano - sottolinea Massimo Cozza, leader della Cgil medici -. Il medico non può e non deve essere obbligato alla nutrizione e alla idratazione artificiale quando c’è un rifiuto consapevole del paziente, e non solo in casi particolari».

© Copyright La Stampa, 15 settembre 2007

Cari radicali, il Vaticano dice sempre le stesse cose perche' ribadisce la dottrina cattolica. Comunque, quella di ripetere sempre e comunque gli stessi concetti, non e' una prerogativa della Santa Sede...o sbaglio?
E basta con questa storia secondo cui il Vaticano ha accesso ai mezzi di comunicazione! Nessuno riesce ad imporsi mediaticamente come i radicali. Del resto ricordiamo tutti i soldi del canone rai buttati nella spazzatura solo perche' qualcuno ha voluto togliersi lo sfizio di comprare un documentario della BBC...o sbaglio
?
Raffaella


Il Papa: lo stato vegetativo è vita, chi è in coma va sempre alimentato

di FRANCA GIANSOLDATI

A DUE anni dalla morte di Terry Schiavo, la Chiesa si pronuncia sul caso più controverso degli ultimi anni e ripete il suo “No” a tutto tondo all’eutanasia. Non venga mai meno il diritto ai malati in stato vegetativo ad avere cibo e acqua, anche con mezzi artificiali. Chi è in coma irreversibile è e resta una persona dotata di «dignità fondamentale». È la vicenda della donna americana fatta morire di fame e di sete dopo la sentenza di un giudice della Florida.
Il giudice decise la sospensione del nutrimento e dell’acqua. Si tratta di una vicenda che sollevò quesiti morali terribili: è moralmente lecito smettere di alimentare artificialmente malati del genere, senza alcuna speranza? Giovanni Paolo II, nell’ultimissimo periodo della sua malattia e il cardinale Ratzinger, all’epoca Prefetto della Congregazione della Fede, seguirono da vicino il drammatico caso. Alla Congregazione della Dottrina della Fede arrivarono diverse richieste di chiarimento da parte dei vescovi americani.
Dopo lunghe e meditate riflessioni, il primo agosto di quest’anno, il dicastero d’Oltretevere, col placet di Benedetto XVI, ha diffuso le Risposte ai due quesiti. L’oggetto delle domande è se l’alimentazione e l’idratazione di questi pazienti, soprattutto se somministrate per vie artificiali non costituiscano un onere eccessivamente pesante per loro, per i pazienti o per il sistema sanitario, fino al punto da poter essere considerate, anche alla luce della dottrina morale, un mezzo straordinario o sproporzionato e quindi non moralmente obbligatorio.
Allegato alle due Risposte il Vaticano ha diffuso una lunga nota di commento. Si ripercorrono le indicazioni morali fornite dai papi, a partire da Pio XII che già nel 1957 in un discorso ad un congresso di anestesiologia metteva l’accento su due principi etici generali. Che la vita va sempre conservata e che sussiste l’obbligo morale di mettere in atto tutte le cure per conservare la salute. Il documento d’Oltretevere non poteva che riaccendere il fuoco della polemica in campo politico, poiché va ad inserirsi nel dibattito parlamentare della legge sul testamento biologico, normativa fortemente sostenuta dal centro-sinistra che punta a garantire ai pazienti non più in grado di intendere e volere il rispetto delle proprie ultime volontà.
«Le posizioni espresse dalla Congregazione sono legittime e vanno rispettate. Quello che va sostenuto è il principio dell’autodeterminazione del paziente rispetto alle cure a cui intende o non intende sottoporsi, come sancito dall’articolo 32 della Costituzione» ha fatto sapere il senatore Marino, presidente della commissione Sanità del Senato, primo firmatario della legge. Reazione negativa anche dall’associazione Coscioni che contesta la mancanza di contraddittorio sul piano religioso, politico e sociale. Va giù pesante anche Silvestri dei Verdi: «dalla Chiesa esce il solito autoritarismo pseudo-etico che non riesce mai ad accettare la libertà di coloro che si ritengono cittadini di uno Stato laico».
Sul fronte opposto, invece, un coro a sostegno del no all’eutanasia. Tra i primi ad intervenire Bertolini di Forza Italia, Mantovano di An («Marino porta avanti una disputa ideologica») e Luca Volontè che spara a zero sulla «solita fanfara di becchini anti Chiesa».

© Copyright Il Messaggero, 15 settembre 2007

Avete notato le ultime righe della Giansoldati? Leggiamo bene i termini e capiremo la ragione per cui e' quasi sempre critica con Papa Benedetto :-)
R.

2 commenti:

mariateresa ha detto...

cara Raffaella, hai colto benissimo nel segno sulla Giansoldati, secondo me. E'vero c'è una bassa cucina politica nei suoi interventi e non solo nei suoi, a dire il vero.In alcune circostanze per alcuni giornalisti, papa Benedetto è come Berlusconi. E' grossa da dire ma insomma è così.Non scordiamoci però un bell'articolo della Giansoladati sulle capacità di Benedetto come catechista esperto che abbiamo letto tutti.
E simili ,a dire il vero, ne ricordo di Politi. E' quando è minacciato l'equilibrio politico della propria parte che scatta l'effetto, che io dico sovietico, di infamare l'avversario se nuoce alla causa. Sennò gli si può anche concedere il merito di essere intelligente. Ma se il Politburo decide che danneggia la causa, giù bastoni.
E, se non ricordo male, fu proprio questa giornalista,che lavorava all'ANSA o lavora ancora, non so ,a fare scoppiare il casino, scusate, dell'attacco "anticristiano" dopo l'attentato di Londra.Una frase che mai Benedetto usò nel telegramma , ma che fu dato per suo per un po' di tempo, una vicenda non chiara, ma secondo me, significativa.Già allora, era chiara la linea. Insomma , sono lì per cogliere situazioni che possano fare brodo politico .... .Non è una scelta luciferina da parte di queste persone , semplicemente è bene saperlo, sono fatte così..
Infine, una volta adulti, io credo che ognuno scelga liberamente come comportarsi, e per alcuni, l'effetto è questo.
Prendiamone atto.

Utnapishtim ha detto...

La vita vegetativa è vita. Chi può negarlo?
L'uomo vivo, malato o morto è uomo. Chi può negarlo?
L'uomo è uomo anche quando è defunto, quindi.
Lo si onora seppellendolo cremandolo o facendo quello che la cultura di riferimento richiede.
O forse l'essere vivente in quanto tale (se non umano) non si onora nè rispetta, dal momento che ci nutriamo di animali e piante viventi (a meno che non si dica che onoriamo la loro vegetalità o animalità nutrendoci di essi).
Si dice che ogni uomo ha una dignità infusa dalla grazia di Dio, che la sua dignità sia sacra... ma oggi pare che la dignità dell'uomo si possa ledere facilmente... è addirittura tanto fragile che per tenerla insieme spesso è necessaria una macchina!... Ma da quando in qua la dignità dell'uomo viene lesa dalla morte? Non è lesa dalla sofferenza, non è lesa dalla fame e dalla sete. L'unico modo per togliere la dignità a qualcuno, che io sappia, è spezzando la sua volontà, infrangendo la sua umanità con la crudeltà, oppure corrompendo il suo animo... Non mi pare invece che uccidendo un uomo (anche violentemente) si sia mai lesa la sua dignità. Hegel diceva che la pena per un crimine rende al condannato la sua dignità. Beh, Hegel ha detto tante cose discutibili, ma almeno questo argomento ha un minimo di forza logica...
Per contro come potete accettare gli argomenti della Chiesa cattolica? Sono argomenti vuoti, privi di sostanza sia dal punto di vista teologico che morale, vuoti come quelli impiegati per difendere i diritti dell'embrione.
"Embrione è uomo in potenza"... ma invero è anche non-uomo in potenza (altrimenti sarebbe già uomo).
Con identico ragionamento si può argomentare che qualunque amebra monocellulare potrebbe essere sacra, perchè in potenza, essa può evolvere in una forma di vita superiore, forse persino superiore a quella umana e quindi più vicina a Dio (chi può escluderlo? Mettereste a repentaglio una simile possibilità distruggendola?). Allora è più ragionevole l'idea che ogni cosa viva o inanimata è sacra, è perfetta in Dio e che come tale nulla può ledere la sua dignità. E' sacra perchè anche l'ultimo toporagno della steppa rientra a far parte del grande Suo disegno. E' perfetta perchè essa fa parte della creazione. E degna di Dio e quindi sempre piena di grazia e la sua dignità mai può essere lesa.
E se per eseguire la volontà di un uomo, se per rispetto alla sua dignità lui mi chiede di staccare una spina, io la stacco, per Dio!