11 agosto 2008
L'ansia? Male collettivo. Si cura guardandosi dentro. Parola di Papa Benedetto (Calzolari)
Vedi anche:
Il Papa lascia Bressanone. Questa sera il rientro a Castel Gandolfo. Mons. Egger: un soggiorno all'insegna della discrezione (Radio Vaticana)
Il Papa: "C’è un punto nel Vangelo di Marco dove egli racconta che, dopo giorni di stress, il Signore ha detto ai discepoli: "Venite con me in un luogo solitario e riposatevi un pò". E siccome la Parola di Cristo non è mai legata al solo momento in cui è pronunciata, ho applicato questo invito ai discepoli anche a me e sono venuto in questo luogo bello e tranquillo per riposare un poco" (Parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus, Bressanone, 10 agosto 2008)
Il Papa: «Si riprenda il dialogo». Il Pontefice esorta Russia e Georgia ad evitare un'escalation (Pinna)
Angelus del Santo Padre da Bressanone e appello del Papa per la Georgia: podcast di Radio Vaticana
Il Gran Muftì di Siria invita il Papa a Damasco per l’Anno Paolino (Radio Vaticana)
Conferita a Benedetto XVI la cittadinanza onoraria di Bressanone. La riflessione di Padre Lombardi (Radio Vaticana)
Fernando Anzovino: "Paolo VI fra l'ostracismo del clero e quello dei mass media"
Don Conte: "Una GMG grande, i giorni di Sydney hanno lasciato un forte segno. Scialbi i resoconti dei quotidiani italiani" (Libertà)
Appello del Papa per il Caucaso, Angelus ed intervista al card. Scola: servizio di Skytg24
La voce del Papa si leva contro la guerra: in nome di Cristo deponete le armi (Sussidiario)
Il Papa all'Angelus: appello per l'Ossezia e riflessione sulla differenza tra gioia autentica e false evasioni (Radio Vaticana)
«Bressanone capitale della convivenza». Il Papa loda la città: cristianità e modernità, siete un modello per tutta l'Europa (Vezzosi)
Il Papa da ieri cittadino onorario del comune altoatesino: «Bressanone, fede e sana laicità» (Mazza)
Appello del Papa per l'Ossezia: video di Repubblica e Radio Vaticana/CTV
I sacerdoti di Bressanone e Bolzano chiedono, il Papa risponde... (Trascrizione della conversazione del Papa con i sacerdoti della diocesi di Bolzano-Bressanone, 6 agosto 2008)
Marcello, il "direttore babbo" della libreria San Paolo: "Quella volta in cui un cliente urtò il cardinale Ratzinger..."
Crisi nel Caucaso, appello del Papa: servizio di Skytg24
Appello del Papa ai giovani (e non solo): "Non ricorrete a modi sguaiati e violenti, all'alcol e a sostanze stupefacenti"
Appello del Papa per la pace in Ossezia: "È mio vivo auspicio che cessino immediatamente le azioni militari" (Appello pronunciato nel corso dell'Angelus, 10 agosto 2008)
Georgia, appello del Papa: "Cessino immediatamente le azioni militari"
Angelus emozionante, dirette televisive pessime ma proprio pessime!
La lezione di Sydney: "Cos'è la laicità per il Cristianesimo? Scoppola e Benedetto XVI a confronto" (Fontana)
Approfondimenti: "Lo stemma di Papa Benedetto XVI". Descrizione del card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo
Benedetto rende omaggio al primo santo altoatesino (Osservatore Romano). I gesti di affetto del e per il Papa che nessun giornale scriverà mai
IL PAPA A BRESSANONE: TUTTI I VIDEO E LE FOTO
IL PAPA IN ALTO ADIGE: LO SPECIALE DEL BLOG
Alla luce di quanto detto ieri dal Papa all'Angelus sullo "stress" acquista un sapore particolare il seguente articolo.
R.
L'ansia? Male collettivo
Si cura guardandosi dentro
Giancarlo Calzolari
L'ansia non è più un fatto individuale, una risposta eccessiva alle difficoltà della nostra vita, ma è elemento della nostra esistenza, a causa dell'irrealizzabilità delle attese. Ne parliamo con uno psichiatra, il professor Pier Luigi Scapicchio.
L'ansia è un fatto genetico, oppure è determinata da fattori ambientali? Quesito ormai superato, risponde Scapicchio, dall'osservazione che l'ansia è un fenomeno multifattoriale, nel quale influiscono molti fattori. Ma il vero problema «è la centralità dell'ansia nel nostro mondo. Ormai - spiega - ci sentiamo tutti insicuri ed esposti a un pericolo incombente. La nostra esistenza muta troppo rapidamente. Non riusciamo a seguire in maniera coordinata i suoi eventi, figurarsi se riusciamo ad anticiparli. Una volta si parlava di progetto di vita che tutti più o meno pianificavano alla conclusione del ciclo scolastico. Adesso viviamo una vita caratterizzata da sempre nuovi inizi. Gli itinerari sembra che siano divisi in episodi; le connessioni tra questi eventi, diventano leggibili (quando va bene) solo retrospettivamente».
Quali mezzi abbiamo per comprendere la nostra condizione umana? «Ancora oggi affrontiamo questa realtà mediante idee che appartengono al nostro passato e per questo spesso finiamo col rifugiarci sempre più nell'ideologia, negli slogan. Un modo di salvaguardare la nostra identità in pericolo, certo, ma che ci allontana dalle nuove sfide che il continuo mutare degli eventi ci pone di fronte».
Quando è cominciata questa nuova dimensione della nostra angoscia? «La crisi, avviata in sordina forse quindici anni fa, è diventata forse inarrestabile. È ormai la società "liquida", senza punti solidi di riferimento, di cui parla Baumann, nella quale ci si confronta con il futuro-minaccia e non più con il futuro-promessa. Una società in cui l'esigenza primaria della sicurezza limita quella della libertà: i metal detector, le telecamere che sorvegliano ogni luogo pubblico e non solo, i muri eretti ogni giorno (si celebra la caduta del muro di Berlino ma le frontiere tra Usa e Messico e quella arabo-israeliana diventano muri invalicabili), i fili spinati, le recinzioni (anche delle nostre case troppo spesso divise in due), i controlli sociali al limite del parossismo (impossibile salire in aereo con le forbicine per le unghie)...Ognuno pensa a sé, a sopravvivere nel migliore dei modi possibili. Ma così crescono le disuguaglianze».
Come uscirne? «Si cerca di rimpiazzare il tutto con l'idea di una diversificazione senza limiti dell'esistenza. Ma frustra innanzitutto non sentirsi all'altezza, non essere capaci di realizzare quanto gli altri riescono ad ottenere senza sforzo. Il risentimento verso gli altri, che improvvisamente avvertiamo differenti da noi, è una caratteristica di vasti strati della società. L'ansia finisce per renderci sempre meno aperti e tolleranti e desiderosi non tanto di affermare le nostre idee, ma soprattutto di "schiacciare" gli altri. Come ha detto il filosofo Galimberti "il nostro cuore è diventato duro". E questa mancanza di comprensione, di partecipazione alle difficoltà degli altri, è una caratteristica non episodica della nostra esistenza, che non può più essere migliorata dall'uso e troppo spesso con l'abuso dei soli psicofarmaci. I quali, tra l'altro, non risolvono il problema drammatico della solitudine. Papa Ratzinger stesso ha parlato dell'inferno come luogo di solitudine totale».
© Copyright Il Tempo, 11 agosto 2008 consultabile online anche qui.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento