20 settembre 2008

Fides et ratio, l'enciclica che anticipò il pontificato ratzingeriano (Lodovici)


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DIECI ANNI FA GIOVANNI PAOLO II PUBBLICAVA LA «FIDES ET RATIO»

Quell’enciclica cruciale anticipò il pontificato ratzingeriano

GIACOMO SAMEK LODOVICI

Il 14 settembre di dieci anni fa Giovanni Paolo II firmava la Fides et ratio, un’enciclica davvero importante, incentrata sul tema, che tanto sta a cuore anche a Benedetto XVI, dei rapporti tra filosofia e Rivelazione.
Papa Wojtyla vi rimarcava la possibilità di una solidarietà reciproca e di una cooperazione benefica tra fede e filosofia, intese come due forme di esercizio del pensiero (nn. 43 e 79 dell’enciclica).
Infatti, pur se può forse sembrare sorprendente, anche l’atto di fede in Dio (che può essere accompagnato da sentimenti – per esempio – di slancio, e che può culminare in un rapporto d’amore) è un atto della ragione, precisamente quello di una ragione credente: credere significa assentire, cioè ritenere vera un’affermazione, ed è la ragione, in sinergia con la volontà, che compie tale atto. Ora, i contributi della Rivelazione alla ricerca filosofica sono molteplici. Per esempio, il cristianesimo valorizza la ragione affermandone la capacità di cogliere la verità (perciò, oggigiorno, c’è un nesso tra indebolimento della fede e relativismo), anticipa e propone alla ricerca filosofica dei temi che essa può conseguire da sola, le consente di orientarsi quando essa ha sbagliato o corre il rischio di sbagliare, ne mantiene desto l’anelito alla verità ( ammonendola a non piegarsi agli interessi di parte), procede oltre i risultati della filosofia.
D’altra parte, la filosofia « si configura come uno dei compiti più nobili dell’umanità » e può essere straordinariamente propizia all’atto di fede, in vari modi. Per esempio, la filosofa può verificare la convergenza tra alcune delle sue risposte alle grandi domande esistenziali (' chi sono?', ' da dove vengo?', ' dove vado?', ecc.) e le risposte date dalla Rivelazione. In particolare – dice l’enciclica – la filosofia può fornire ' prove' razionali dell’esistenza di Dio, come dicono anche, per esempio, il Libro della Sapienza ( 13,1- 9), la Lettera ai Romani ( 1,19- 21) ed i Concili Vaticano I (nella Dei Filius) e Vaticano II ( nella Dei Verbum).
Queste prove sono estremamente preziose, perché possono essere proposte a chi non è cristiano e che può diventarlo: grazie ad esse può pervenire ( succede, anche se non spesso) ad affermare l’esistenza del Dio dei filosofi ( che è Persona, Creatore, Onnisciente, ecc.), che è propedeutico alla fede nel Dio cristiano. Inoltre, la filosofia può soccorrere anche chi è credente, perché nei periodi di aridità spirituale ed incertezza può contribuire a superare i dubbi, a perseverare, ecc.
Sennonché, la separazione storicamente avvenuta tra fede e filosofia ha prodotto gravi conseguenze: « La ragione privata dell’apporto della Rivelazione, ha percorso sentieri laterali che rischiano di farle perdere di vista la sua meta finale » ; dal canto suo, « la fede, privata della ragione, ha sottolineato il sentimento e l’esperienza, correndo il rischio di non essere più una proposta universale » e « di essere ridotta a mito o superstizione » . Al riguardo, nell’enciclica si legge il grande rammarico di Giovanni Paolo II perché tra i credenti si verificano « pericolosi ripiegamenti sul fideismo, che non riconosce l’importanza della conoscenza razionale e del discorso filosofico per l’intelligenza della fede, anzi per la stessa possibilità di credere in Dio » . Certo ( cfr. Pascal), il Dio dei filosofi, non è identico al Dio di Gesù Cristo, ma può condurvi: rinunciare alla conoscenza di Dio che è accessibile con la filosofia è come rinunciare ad un tesoro solo perché è meno prezioso di un altro.

© Copyright Avvenire, 20 settembre 2008

2 commenti:

mariateresa ha detto...

sono piacevolmente sorpresa:alla messa del sabato sera nella mia parrocchia il celebrante (che è un nuovo acquisto)ha parlato nella sua omelia della prima enciclica del nostro Benedetto e l'aveva studiata bene.
Quindi non solo in Francia lo fanno.

Gianpaolo1951 ha detto...

Sono felice per Lei, cara Mariateresa!