27 dicembre 2007
I dotti musulmani firmatari del documento “Una parola comune” sono pronti ad incontrare Benedetto XVI
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I dotti musulmani firmatari del documento “Una parola comune” sono pronti ad incontrare Benedetto XVI: ad annunciarlo, in una lettera al cardinale Bertone, è il principe giordano Ghazi bin Muhammad bin Talal
I dotti musulmani, firmatari della Lettera Aperta ai leader cristiani, “Una Parola comune tra Noi e Voi” ringraziano Benedetto XVI per il suo “personale incoraggiamento e interessamento” nei confronti del dialogo cattolico-musulmano. E’ quanto sottolinea uno dei firmatari e promotore del documento, il principe giordano Ghazi bin Muhammad bin Talal, in una lettera inviata al cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Rincuorati dalla recente visita in Vaticano” del re saudita Abd Allah bin Abd Al-Aziz, siamo “molto disponibili ad incontrare” Benedetto XVI a Roma.
E’ quanto scrive il principe giordano al cardinale Bertone, dopo essersi consultato con un buon numero dei principali firmatari e sostenitori della Lettera dei 138 dotti musulmani al Papa e ai leader cristiani.
Il principe si sofferma sulle due dimensioni del dialogo: intrinseca, che si riferisce alle nostre anime, ed estrinseca, che si riferisce alla società. Il dialogo, viene ribadito nella lettera, è “per definizione tra persone con punti di vista differenti, non tra persone con lo stesso punto di vista”. “Il nostro motivo per dialogare – prosegue la lettera – è essenzialmente voler cercare la buona volontà e la giustizia per praticare quello che noi musulmani chiamiamo rahmah” e che voi “avete piacere di chiamare caritas”.
Il principe giordano afferma che “un accordo teologico completo tra cristiani e musulmani non sia inerentemente possibile per definizione”. Tuttavia, si conferma la volontà di “mantenere ferma” l’attitudine comune e la “cooperazione basata su quello in cui siamo d’accordo” per “l’interesse del bene comune e per il bene del mondo intero”.
Sempre in questi giorni, è stato pubblicato un messaggio dei dotti musulmani rivolto ai cristiani per il Natale e l’anno nuovo. "La redenzione del figlio di Abramo da parte di Dio - si legge nel messaggio - rimane fino ad oggi una garanzia divina ed una forte lezione per tutti i seguaci delle fedi abramitiche, per salvare e proteggere ogni singola vita umana e specialmente le vite dei bambini". In questo periodo che vede coincidere le festività natalizie e la festa musulmana dell'Hajj, i dotti augurano a cristiani e musulmani che il prossimo anno possa essere "un anno di umile pentimento di fronte a Dio e di reciproco perdono dentro le comunità e fra loro".
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PAPA: PRINCIPE GHAZI, 138 LEADER MUSULMANI PRONTI A INCONTRARE PONTEFICE
(ASCA) - Citta' del Vaticano, 27 dic - I 138 leader musulmani autori della lettera ''Una parola comune tra noi e voi'' inviata lo scorso mese di ottobre a tutte le principali Chiese cristiane sono pronti ad incontrare papa Benedetto XVI. Il principe Ghazi bin Muhammad bin Talal, principale promotore della lettera, lo ha scritto al Segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, ringraziando inoltre il pontefice per il suo ''personale incoraggiamento e interessamento'' al progresso del dialogo tra Islam e cristianesimo. Il 19 novembre, il card. Bertone aveva risposto, a nome del pontefice, al principe Ghazi, invitando una delegazione dei firmatari di ''Una parola comune'' a un'udienza in Vaticano. Adesso, lo stesso Ghazi, a nome di tutti i leader islamici, propone un incontro 'tecnico' per il mese di febbraio o marzo per discutere con la Segreteria di Stato ''i dettagli degli accordi e della procedura''. Ghazi, nel suo messaggio di tre pagine al Segretario di Stato, parla di due ''dimensioni'' del dialogo tra Santa Sede e Islam: una ''estrinseca'', che riguarda ''il mondo e la societa' '', da fondare, come propone papa Benedetto XVI, sui Dieci Comandamenti; ed una ''intrinseca'', ''sulla nostra anima e su cio' che ci costituisce'', da fondare invece sulla stessa lettera ''Una parola comune''. ''La nostra lettera - scrive infatti Ghazi - afferma essenzialmente l'unico Dio, e il suo duplice comandamento di amare Lui e il prossimo''. Il principe non nasconde che, tra cattolici e musulmani, ''ci sono delle differenze tra nell'interpretazione o nella comprensione del testo di questa lettera, secondo la sensibilita' e la tradizione religiosa di ciascuno'' ma, aggiunge, ''queste stesse differenze sono, presumibilmente, oggetto di dialogo e dovrebbero essere occasione di mutuo rispetto e celebrazione''. Gli obiettivi del dialogo islamo-cristiano, secondo Ghazi, sono il ''pieno rispetto per la dignita' di ogni essere umano'', una ''conoscenza oggettiva della religione dell'altro'' e l'''impegno comune nella promozione di rispetto reciproco e accoglienza tra i giovani''. Ghazi accenna anche alle dichiarazioni di alcuni esponenti cattolici ''sul principio del dialogo teologico con i musulmani''. ''Anche se molti di noi considerano queste affermazioni superate dalla Vostra lettera - scrive Ghazi - vogliamo comunque riaffermare che anche noi, come Voi, riteniamo impossibile per definizione un completo accordo teologico tra cattolici e musulmani ma vogliamo ancora cercare e promuovere una posizione e un'azione comune basata su cio' su cui siamo d'accordo in vista del bene comune e del bene di tutto il mondo''.
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10 commenti:
Questo post capita proprio a proposito. Purtroppo, durante le feste di Natale, ho avuto la fortuna ( se così si può chiamare ), di trascorrere le giornate del 24, 25, 26 tra amici. Credetemi non ho fatto altro che rintuzzare attacchi anche pesanti sia sul magistero e sia sulla persona del Papa. Uno degli argomenti che ha rischiato di far diventare il giorno della vigilia un giorno di guerra, è stata proprio la mancanza di dialogo dell'attuale Papa con le altre religioni il tutto ovviamente, legato principalmente, a quell'odioso e poco intelligente luogo comune che sarebbe il seguente " ma, è tedesco "......... Non vi dico la fatica che ho fatto non solo a mantenere la calma, ma, a cercare di spiegare ad una persona che si vantava di conoscere la verità quella con la V maiuscola, sull'argomento che non era proprio così; e per provarlo ho scelto proprio la lettera de i 138 teologi e studiosi musulmani, avevano scritto a Benedetto XVI. Sapete quel'è stata la risposta?
" Ma la lettera è stata scritta a Giovanni Paolo II ! " Poi ho scoperto, che la persona in questione, è della corrente Martiniana/ Frisiniana e da qui ho capito perchè tanto rancore, disinformazione e mancanza di rispetto verso Benedetto XVI. Il resto non lo scrivo per una questione di rispetto verso il Santo Padre; anzi prendo spunto da questo post per ribadire che certa gente anche malfidata, prima di parlare e di sbandierare ai quattro venti certe "boiate" dovrebbe avere il buongusto di informarsi e soprattutto, avere l'educazione di rispettare le idee diverse dalle proprie....... ( che guaio questi sedicenti cristiani che vanno la domenica a messa e poi offendono il Papa ) COMPLIMENTI!
Povera Euge, che pazienza. Qualche volta è capitato anche a me di questionare: in genere rispondo in crescendo e per fasi 1.risposta scherzosa 2. risposta ironica 3. risposta sarcastica 4. mando a quel paese. Cerco di non arrivare alla fase 4 perchè alla fine dei conti arrabbiarsi non serve, molto di quello che mi tocca sentire sono suggestive esibizioni di ignoranza, spesso in buona fede. Però sono troppo vecchia per sentire scemenze in silenzio. E così mio marito, se è presente, mi prende per un braccio e inventa un improvviso impegno. Sic. Il pavido.
Comunque, cara Euge, mettiamolo nel conto, di cattolici ce n'è di tutti i tipi e da sempre. Con questo papa, con il precedente e, Dio voglia solo tra 150 anni, anche con il prossimo.
Cara Mariateresa io sarei disposta ad un confronto se fosse corretto, rispettoso e soprattutto, basato su argomentazioni che abbiano un senso; ma quando mi trovo di fronte a manifestazioni deliberatamente ostili ed prive di rispetto anche solo per la persona, non reggo perchè qui si tratta di educazione e siccome sto parlando di persone che vantano un educazione di " ferro "e sono persone di una certa cultura che hanno passato tranquillamente la soglia della ribellione adolescenziale nella quale siamo incappati tutti; ancora di più non posso accettare simili gallinerie. Io non mi permetterei mai di andare a casa di questa gente e di sparare a zero sui loro "idoli"
Scusatemi tutti ma, l'amarezza che ho provato è veramente profonda ed indescrivibile.
Eugenia
Ho capito perfettamente i tipi cara. Danno per scontato che l'interlocutore sia d'accordo con loro e quindi fanno il comizio.Se subdorano che non la pensi come loro sono disponibili a convertirti o anche a darti del cretino se fai resistenza.Il tutto condito con una supponenza che nemmeno il generale De Gaulle se la sognava. Pazienza.
"Meno male che ci siete voi a schiarirci le idee" ho detto una volta a uno di questi tipi. Come faremmo sennò?
certo, cara Eugenia, che se la lettera era per Giovanni Paolo II, come sostengono i tuoi conoscenti, le poste arabe non versano in acque migliori delle nostre, visto che è pervenuta con almeno tre anni di ritardo. Difficile capire se sia meglio ridere o piangere, di fronte a certe argomentazioni. Io in genere in questi casi la butto sulla discussione di almeno un'enciclica o di qualche scritto...stranamente a quel punto il silenzio regna sovrano (e anche l'ignoranza su ciò di cui ci si vanta di sapere tutto, evidentemente). Comunque, sentendo i racconti di chi ha vissuto i suoi primi anni di pontificato, per molto tempo Giovanni Paolo II è stato dispregiativamente il "polacco", rozzo e reazionario, interessato solo alla sua Polonia. E forse qualcuno qui può anche confermarlo
cara Gemma, te lo confermo senz'altro. Per almeno 10 anni è sembrato che GPII non ne facesse una giusta. Lo definivano anche un uomo culturalmente limitato, un "povero slavo" che non capiva l'Occidente e la modernità . Quando poi ha salutato dal balcone con Pinochet ti lascio immaginare come è stato dipinto.Poi, con la caduta del muro, piano piano le cose sono cambiate e, da ultimo, con la sua grave malattia, è sopraggiunta una certa cautela perchè dare addosso ad un uomo praticamente disabile sarebbe stato troppo.Ma devo dire che non solo la stampa, ma anche una parte dei fedeli, aveva perplessità forti all'inizio soprattutto perchè polacco. Ora c'è la storia che il papa è tedesco. Insomma niente di nuovo.E le divisioni tra cattolici progressisti e conservatori c'erano allora come oggi. Solo la posizione di GPII sulla guerra in Iraq ha scongelato un po' un certo mondo. E quando GPII è morto. ricordo Scalfari suonare la solita solfa del Concilio vaticano II che era stato fermato o tradito. Guardate è incredibile la mancanza di memoria di certe persone. quanto all'ignoranza ne abbiamo tutti i giorni dei vigorosi esempi. Le opinioni in tanti casi si fanno sul contenuto degli editoriali e non sui testi e anch'io, a domanda precisa, ho avuto in risposta degli imbarazzati "ehm, non l'ho letto, ma ho sentito dire". Io credo che, sempre con il dovuto rsipetto, bisogna sempre arrivare onestamente al punto che se le cose non si sanno che per sentito dire, allora è consigliabile prudenza o, meglio ancora, un sano silenzio.
E, per concludere, quanti hanno letto le encicliche di GPII, a parte il fatto che la zampata di enedetto è presente in molte di esse?
Care Gemma e Mariateresa, tanto per buttarla un pò sul ridere, mi chiedo se la stessa persona che mi ha detto che la lettera dei 138 teologi musulmani era stata indirizzata a Giovanni PaoloII, ora magari mi dirà che Giovanni Paolo II incontrerà i teologi musulmani........ Scusate questa battuta un pò macabra ma quando ci vuole ci vuole e si carissime perchè io sono sicura che la tizia in questione, sarebbe capace anche di rispondermi in questo modo.
carina la battuta Eugenia :-)
Comunque, mettiamola così: "Giovanni Paolo II sarà sempre comunque presente al fianco di Papa Benedetto XVI, così come lui lo sente probabilmente vicino". E a molti di noi piace pensarla così.
Si, cara Mariateresa, alludo proprio alle cose che dici, raccontatemi già da altri. Mia madre mi ha sempre parlato di una visita pastorale nella mia città, negli anni 80, in cui in molti si sollazzavano perchè aveva richiamato poche folle. Il suo ritorno a fine anni 90 invece è stato un tripudio
Cara Gemma, è chiaro che la mia battuta, non era fatta per mancare di rispetto a GPII era solo un modo per farvi comprendere quanto sia piccola la materia grigia di certa gente che solo perchè appartiene ad un certo schieramento clericale, pretende di conoscere tutto di tutti.
cara Euge ho capito benissimo cosa volevi dire e purtroppo conosco bene anch'io gli articoli umani cui ti riferisci tu. Volevo solo sdrammatizzare e chiarire a questi signori che "quei due" sono sempre stati molto più vicini di quanto loro non credano . E questa mania di volerli mettere continuamente in contrapposizione, solo per il loro diverso modo di esternare, è quanto di più stupido possa esserci. Oltre che privo di argomentazioni valide, perchè comunque, dietro ogni enciclica, documento o grosso evento del pontificato di Giovanni Paolo II, c'era sempre probabilmente anche la mano teologica del cardinale Ratzinger
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