12 febbraio 2008

Una "info-etica" per un mondo interconnesso: Benedetto XVI sulla responsabilità dei media (Zenit)


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Una "info-etica" per un mondo interconnesso

Benedetto XVI sulla responsabilità dei media

di Padre John Flynn, L.C.

ROMA, domenica, 10 febbraio 2008 (ZENIT.org).- I mezzi di comunicazione di massa dovrebbero porsi come luogo di sintesi fra la cultura moderna e i valori etici tradizionali, raccomanda Papa Benedetto XVI nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (il 4 maggio prossimo), pubblicato il 24 gennaio scorso, festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

Il tema della Giornata di quest'anno è "I mezzi di comunicazione sociale: al bivio tra protagonismo e servizio. Cercare la verità per condividerla".

Nel Messaggio, il Papa riconosce la grande diffusione dei media nella società contemporanea: "Non c'è infatti ambito dell'esperienza umana, specialmente se consideriamo il vasto fenomeno della globalizzazione, in cui i media non siano diventati parte costitutiva delle relazioni interpersonali e dei processi sociali, economici, politici e religiosi" (n. 1).

Questa influenza è spesso positiva, riconosce Benedetto XVI. In questo senso, egli cita il contributo dei media nella diffusione delle informazioni e delle notizie alle popolazioni, nonché nel promuovere il dialogo e l'alfabetizzazione. I media, prosegue il Papa, sono essenziali per garantire la libera circolazione delle idee e per promuovere gli ideali di solidarietà e giustizia.

Tuttavia, aggiunge, i media possono essere dannosi quando vengono usati per fini ideologici o quando tendono a legittimare e a imporre modelli di vita distorti. Inoltre, avverte, sono spesso promotori di un eccessivo consumismo e, per favorire gli ascolti, a volte non esitano a ricorrere alla trasgressione, alla volgarità e alla violenza.

Un ulteriore difetto dei media, secondo il Messaggio papale, è che spesso manipolano la realtà, creando notizie, anziché limitarsi a riportare i fatti.

Notizie sulla religione

I limiti dei media, come quelli menzionati dal Papa, diventano spesso evidenti quando si tratta di dare notizie sulla Chiesa e la religione in generale. Un esempio recente è quello relativo al numero dei partecipanti alla Giornata per la Famiglia svoltasi a Madrid il 30 dicembre, sotto l'egida della Chiesa.
Gli organizzatori affermano che erano presenti fra 1.500.000 e 2.000.000 di persone. Un milione "abbondante", secondo le autorità municipali di Madrid, riferisce il "Corriere della Sera" del 31 dicembre.
Nonostante queste cifre, il quotidiano spagnolo "El País", di inclinazione socialista e anticlericale, ha affermato con sicurezza il 31 dicembre che non più di 160.000 persone avessero partecipato all'evento. Una notizia apparsa il 30 dicembre sul sito Internet "Periodista Digital" ha ulteriormente ridotto la cifra parlando solo di alcune "migliaia" di persone.

Il quotidiano spagnolo "El Mundo", in un editoriale pubblicato il 31 dicembre, ha evidenziato un altro aspetto. Nonostante l'importanza della manifestazione e l'interesse di molti cattolici spagnoli all'evento, nessuna rete televisiva, salvo una minore gestita dalla Chiesa, si è preoccupata di trasmettere per intero l'evento di Madrid.

In Australia un caso di una palese azione antireligiosa è quello di un famoso "reality" televisivo - "Australian Idol" -, in cui i produttori hanno vietato ai partecipanti di parlare di religione.
Secondo il quotidiano locale "Sun Herald" del 21 ottobre, i sei finalisti del programma sono stati invitati, durante una comparsa pubblica presso il Sydney Motor Show, a non rispondere alle domande sulla loro religione o i loro convincimenti personali. Secondo l'articolo, l'ideatore dello Show, Fremantle Media, non ha gradito che alcuni dei partecipanti fossero sostenuti da un ampio pubblico cristiano.

Tendenze ed errori

Hollywood è ben nota per non vedere di buon occhio la Chiesa e non ha fatto eccezione lo scorso anno. Il film "Elizabeth: The Golden Age", per esempio, ha suscitato immediate proteste per la sua visione storica distorta. Il 2 novembre, il giorno prima della sua uscita in Gran Bretagna, il quotidiano "Telegraph" ha pubblicato un articolo sui numerosi errori storici contenuti nel film.
Una recensione apparsa sul settimanale americano "National Catholic Register" del 21-27 ottobre sottolinea il duro attacco al cattolicesimo che pervade tutto il film. In particolare, l'articolo mette in risalto il carattere sinistro che viene attribuito ai cattolici, dipinti quasi tutti come figure di traditori e cospiratori.

Anche la carta stampata non è esente da errori. Un clamoroso caso di imprecisione è quello del cosiddetto "Vangelo di Giuda Iscariota", di cui il National Geographic, nel 2006, aveva annunciato la scoperta. Un articolo recente riprende i numerosi errori commessi dal National Geographic nella sua corsa a mettere la notizia in prima pagina.

April D. DeConick, in un editoriale pubblicato il 1° dicembre sul "New York Times", afferma di aver ripreso il testo copto e di averlo nuovamente tradotto, trovando molti errori, comprese le scelte di traduzione, compiute dagli studiosi del National Geographic, che "si collocano ben al di là degli usi comunemente accettati".

Offese ai cristiani

Talvolta sembra che i media si propongano scientemente di offendere i cristiani. Un servizio apparso il 21 settembre sul sito Internet del quotidiano "Times" di Londra informa i lettori di una campagna pubblicitaria, mandata in onda su una rete televisiva del Belgio, che riporta la figura di Gesù in stile hip-hop e con la pancetta. L'emittente, appartenente al gruppo europeo RTL, lo ritrae anche affiancato da due bionde in bikini.
Padre Eric de Beukelaer, portavoce della Conferenza Episcopale del Belgio, ha protestato per il modo in cui è stata dipinta la figura di Gesù e perché è stata usata come "pubblicità ambulante", secondo il "Times".

Intanto, negli Stati Uniti, la Catholic League si è recentemente pronunciata contro il musical "Jerry Springer: The Opera", che è stato rappresentato a gennaio alla Carnegie Hall di New York. "Si tratta di un attacco a tutto campo contro il Cristianesimo", ha affermato William Donohue, presidente della Catholic League, secondo quanto riportato dal "Chicago Tribune" del 25 gennaio.

Lo spettacolo è stato portato in diversi teatri negli ultimi anni, provocando diffuse proteste per i suoi contenuti. In Inghilterra la BBC, nel 2005, lo ha mandato in onda in televisione. Questo ha indotto Stephen Green, del gruppo evangelico Christian Voice, a denunciare la BBC per blasfemia.
Recentemente l'Alta Corte ha emesso la decisione finale, affermando che gli spettacoli mandati in onda in diretta non possono essere denunciati per blasfemia, secondo quanto riferito dal "Telegraph" del 6 dicembre.

L'articolo osserva che la BBC ha ricevuto ben 63.000 proteste relative allo spettacolo mentre veniva mandato in onda.

Il modo incongruente in cui il cristianesimo è reso bersaglio di questo tipo di offese è apparso in tutta evidenza in un caso avvenuto poco dopo la decisione dell'Alta Corte. Si tratta dell'esclusione da un concorso sponsorizzato da un'agenzia del Governo britannico di una storia basata sui tre piccoli porcellini, con la motivazione che essa avrebbe potuto offendere i musulmani.
La BBC riferisce in un articolo del 23 gennaio che la Becta, un'agenzia per la formazione tecnologica, ha eliminato la storia dal concorso Bett Award perché, a giudizio dei giudici, "l'uso dei maiali potrebbe sollevare questioni culturali".

Linee guida etiche

La scarsità di notizie in materia di religione è solo un aspetto dei problemi relativi ai mezzi di comunicazione sociale. Nel suo messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, Benedetto XVI raccomanda l'elaborazione di una "info-etica" - come già esiste la "bio-etica" - che possa orientare le comunicazioni sociali, a fronte dei cambiamenti intervenuti in tale campo.

Il Pontefice colloca questa "info-etica" nell'ambito di quella che ha definito come la questione antropologica, che rappresenta la sfida centrale del terzo millennio. I mezzi di comunicazione sociale, osserva, coinvolgono "dimensioni costitutive dell'uomo e della sua verità" (n. 4). I media, sostiene il Papa, devono tenere conto della dignità della persona umana.
Invece di cadere negli errori del materialismo e del relativismo, Benedetto XVI raccomanda che i media "possono e devono invece contribuire a far conoscere la verità sull'uomo, difendendola davanti a coloro che tendono a negarla o a distruggerla" (n. 5).
Questo è particolarmente urgente - prosegue il messaggio - nell'attuale contesto in cui i nuovi media stanno cambiando la natura delle comunicazioni.

Siamo tutti alla ricerca della verità, commenta il Papa. I mezzi di comunicazione sociale possono aiutarci in questa ricerca, così come lo fanno attraverso programmi o "fiction" di qualità, in cui la verità, la bellezza e la grandezza della persona, inclusa la sua dimensione religiosa, sono riconosciute e ben rappresentate.

"Invochiamo lo Spirito Santo", conclude Benedetto XVI, "perché non manchino comunicatori coraggiosi e autentici testimoni della verità" (n. 6).

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