13 agosto 2008

Tremonti ed il capitalismo umano benedetto da Papa Ratzinger (Ajello)


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L’ultimo colpo di Tremonti, il capitalismo umano benedetto da papa Ratzinger

di MARIO AJELLO

ROMA

E’ il nuovo colpo di Tremonti: l’incontro cordiale, simpatico e profondo con Papa Ratzinger a margine dell’Angelus a Bressanone. Una ulteriore dimostrazione di forza di SuperGiulio.
Basata su una sintonia spirituale e culturale con il Papa - «Ministro ho letto e molto apprezzato il suo libro», gli ha confidato Ratzinger - che è pre-politica ma che in politica conta. Specie per uno che, come lo definisce il suo antico maestro, Franco Reviglio, «ha in testa un disegno lucido e una profonda visione riformista». E un altro socialista, che conosce bene Tremonti, l’ex ministro Rino Formica: «Quando Giulio gira per le zone alpine, sembra un crucco».
I crucchi stavolta sono due. E s’intendono su molte cose. Sui limiti del capitalismo e della globalizzazione. Sull’anti-mercatismo o meglio sulla politica che deve suggerire al mercato di auto-regolarsi, per non calpestare la dignità e le vite delle persone. Sull’ovvia, almeno per quanto riguarda il Pontefice, riscoperta dei valori. Perchè «non si può governare la storia con mere strutture materiali, prescindendo da Dio», scrive Tremonti, citando Ratzinger, a pagina 81 del suo ultimo libro: «La paura e la speranza».
Un testo nel quale il Papa ha trovato infiniti spunti d’interesse e tante riflessioni che sembrano derivare proprio dalla lezione ratzingeriana.
Come questa: «Anche in Cina - scrive SuperGiulio - la Bibbia sta diventando il best seller dei giovani. Un Paese che ha praticato, per quasi un secolo, l’ateismo di Stato si apre al cristianesimo! L’Europa, invece, rinnega le proprie radici giudaico-cristiane, perchè forse non si tratta di valori espressi in euro!».
E ancora: «Gli islamici mettono in gioco la propria vita per l’islam, noi non sappiamo neppure dirci cristiani. E questo è un segno di decadenza, molto più degli indicatori di sviluppo dell’economia. L’uomo ridotto a una scheggia di Pil».
Il continuo richiamo di Tremonti a un’Europa spirituale va a toccare corde sensibilissime in Ratzinger, che è figlio di quell’Europa che sembrava aver dimenticato Dio nel «secolo della malafede ideologica» - così Nicola Chiaromonte chiamava il ’900 dei totalitarismi - e che oggi il Papa vede bisognosa di una nuova identità, che non si esaurisca nel culto del Dio Mercato.
Per scendere poi nel terreno più pratico della manovra finanziaria triennale, ideata da Tremonti: il ”piano casa”, così somigliante in chiave moderna a quello varato a suo tempo dal democristiano Fanfani, come può non piacere, grazie al decisionismo compassionevole che lo ispira, all’inquilino della Santa Sede? Il quale, nel libro del ministro dell’economia, ha trovato questo passaggio: «Serve una visione della vita che non sia più solo laicista. Che non sia più solo privatista. Una visione che non escluda Dio e che non demonizzi lo Stato e la dimensione pubblica».
Questi sono i discorsi di tipo ”alto” e ”di prospettiva” che uniscono - ognuno ovviamente nel proprio ruolo e ambito - il politico e il religioso che si interrogano sui destini dell’Occidente.

© Copyright Il Messaggero, 13 agosto 2008 consultabile online anche qui.

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