19 luglio 2007
"Un anno con Benedetto": conferenza stampa del cardinale Bertone (Parte quarta)
Vedi anche:
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Bertone: «Benedetto XVI, la forza dolce della verità»
Cina, islam, Africa, Europa, Messa in latino, pedofilia: il cardinale racconta il suo primo anno da segretario di Stato
Dal Nostro Inviato A Lorenzago Di Cadore (Belluno) Salvatore Mazza
Con la nomina a vescovo di Pechino di monsignor Joseph Li Shan l'Associazione patriottica ha scelto «una persona molto buona e idonea». Si tratta di un «segnale certamente positivo», e adesso «speriamo che venga richiesta l'approvazione della Santa Sede. Stiamo aspettando».
Lo ha detto ieri sera il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, in una conferenza a Pieve di Cadore durante la quale, in un botta-e-risposta a 360° con i giornalisti Giuseppe De Carli (che ha lavorato con Bertone alla stesura del libro «L'ultima veggente di Fatima») e Laura Cason ha fatto il punto sul suo primo anno da Segretario di Stato. L'affermazione su Li Shan (della cui elezione parliamo anche nell'articolo sotto) è venuta in risposta a una domanda sulle reazioni del Governo cinese alla Lettera di Benedetto XVI. «Reazioni ufficiali per ora non ce ne sono - ha detto Bertone - pensiamo che il Governo stia riflettendo con prudenza e questo è un atteggiamento molto positivo». E riguardo a Li Shan, Bertone ha spiegato che «finora l'elezione è avvenuta secondo i canoni della Chiesa ufficiale. Normalmente entrano in contatto con la Santa Sede e chiedono l'approvazione. Stiamo aspettando e siamo ottimisti».
La Lettera del resto, ha proseguito «ha portato il dialogo tra la Chiesa ufficiale e quella clandestina. Ho ricevuto nei giorni scorsi un messaggio da un vescovo ufficiale, il quale mi ha scritto che la lettera è molto bella e che ora - ha aggiunto citando il testo - "la stiamo accuratamente approfondendo"».
A proposito del Motu proprio che reintroduce la Messa in latino, e alle proteste delle comunità ebraiche perché con esso si ripristina la preghiera per la conversione degli ebrei, Bertone ha ammesso che effettivamente «nel Messale del 1962 si prega per la conversione degli ebrei, però si potrebbe studiare il problema e stabilire che tutti dicano la formula approvata da Paolo VI». Tuttavia all'articolo 2 del Motu proprio si prevede che il Messale no n venga utilizzato in forma privata durante il Triduo pasquale, per cui in realtà «l'osservanza del documento risolverebbe già tutti i problemi».
Quanto alle «preoccupazioni» di Benedetto XVI, il Segretario di Stato ha ricordato «la situazione di quasi apostasia dell'Europa», il Medio Oriente e la «fuga» dei cristiani da quelle terre, con «alcune comunità quasi costrette all'apostasia, ed è il martirio che continua». E poi la guerra in Iraq, e l'Africa: «Il Papa soffre, ma mantiene una grande fiducia nel Signore». Oltre a queste, «certamente» turbano questioni come quella dei preti pedofili, che nel caso di Los Angeles (dove la diocesi dovrà pagare 660 milioni di dollari di risarcimento per le 500 vittime riconosciute in oltre 60 anni) ha assunto «un'ampiezza sconvolgente». «Non si può non ricordare - ha sottolineato però Bertone - che il fenomeno tocca una minoranza all'interno della Chiesa, percentualmente bassa rispetto ad altre categorie umane», ma con tutto questo «fa comunque a pugni con l'identità della missione che dobbiamo svolgere».
Nel corso del dialogo Bertone ha parlato anche di «nuove responsabilità» che le donne potrebbero presto essere chiamate ad assumere all'interno della Chiesa, «nuovi incarichi» attualmente «allo studio» che valorizzino «il particolare carisma femminile». Così come ha ripercorso la crisi determinatasi col mondo islamico dopo il discorso del Papa a Ratisbona, sottolineando come da essa sia tuttavia scaturita «la ripresa di un colloquio sereno col mondo pensante musulmano».
Molte battute, ovviamente, in omaggio al luogo e alle circostanze che hanno condotto in Cadore il cardinale Bertone, sono state poi dedicate a come il Pontefice stia trascorrendo questo periodo di riposo in montagna. «Il Papa è contento, sta bene, è riposato. Vuole lavorare, meditare e pregare». E, ha aggiunto, «suona molto e credo sia una cosa bella, anch'io un po' suono perché la musica aiuta ad elevare lo spirito». Il primo collaboratore di Benedetto XVI ha confermato che «il Papa è un vulcano, sta lavorando, con la sua grande capacità di redazione di testi, al secondo volume del libro su Gesù, che riguarderà la Passione e all'enciclica a sfondo sociale. Questa tuttavia è un'elaborazione in cammino, non so quando verrà emanata».
Benedetto XVI, ha concluso, «è un Papa popolare, capace di una cordialità, una pazienza infinita e una dolcezza incredibili. I dialoghi che intrattiene con i fedeli, anche con i bambini sono straordinari. Così come da cardinale, ascolta tutte le persone». Il successo del suo libro su Gesù, ha osservato Bertone, è una prova della sua volontà di «aiutare a sostenere la fede dei semplici», riportando «Cristo al centro. Questa è la forza del suo messaggio».
© Copyright Avvenire, 19 luglio 2007
LE VACANZE DEL PONTEFICE
Ieri sera l’abbraccio dei bambini
Martedì l’incontro con i sacerdoti
Colloquio e pranzo con Bertone si sono inseriti nel ritmo consueto dello studio e del riposo. Domani sera le più importanti corali del Cadore canteranno davanti a Ratzinger
Dal Nostro Inviato A Lorenzago Di Cadore (Belluno) Salvatore Mazza
Il colloquio e il pranzo col cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. E poi, come di consueto, il tempo dedicato allo studio e la veloce uscita serale con destinazione, ancora una volta, il piccolo santuario del Settecento dedicato alla Madonna di Loreno, a Lozzo di Cadore. Fermandosi a salutare uno per uno i bambini del piccolo borgo vicino al santuario, scesi in strada per fargli festa. È trascorso così il secondo mercoledì di Benedetto XVI a Lorenzago di Cadore, dove il Pontefice si trova per trascorrere, fino al 27 luglio, un periodo di riposo in montagna. Secondo il suo ritmo ormai consueto, salvo ovviamente l'incontro con il cardinale Tarcisio Bertone. Nessuna indiscrezione sui contenuti del colloquio, ma è facilmente immaginabile che Papa Ratzinger abbia voluto essere ragguagliato sugli sviluppi della situazione internazionale e, ancora più verosimilmente, sugli affari che riguardano direttamente la Chiesa, dalla vicenda del rapimento di padre Giancarlo Bossi, nelle Filippine, ai rapporti con la Cina dopo la lettera del Papa e la nomina, senza «obiezioni» da parte della Santa Sede, del primo vescovo dopo la pubblicazione del documento. È stato intanto confermato ufficialmente che martedì prossimo 24 luglio, alle ore 11, Benedetto XVI incontrerà ad Auronzo di Cadore i circa seicento sacerdoti delle diocesi di Belluno-Feltre e di Treviso. Il programma dell'incontro rispecchia uno schema caro a Papa Ratzinger, che per un'ora si sottoporrà alle domande libere dei sacerdoti, come aveva fatto due anni fa con il clero valdostano, durante il primo dei suoi due soggiorni estivi a Introd, e anche in altre occasioni. Sarà un botta-e-risposta a porte chiuse, e ad ospitarlo sarà la chiesa di Santa Giustina Martire in Auronzo, la più grande della diocesi dopo la cattedrale di Belluno e il duomo di Feltre. Domani sera invece - come annunciato dal vescovo di Belluno-Feltre, Giuseppe Andrich, alla Radio Vaticana - la diocesi veneta offrirà al Papa un nuovo concerto al Castello di Mirabello. Le maggiori corali del Cadore - Comelico, Cadore, San Vito, Cortina, Rualan, Peralba e Oltrepiave - a partire dalle 20 eseguiranno alla presenza di Benedetto XVI «alcuni canti popolari di montagna, frutto - ha spiegato Andrich - della storia umana e spirituale della vita in montagna».
© Copyright Avvenire, 19 luglio 2007
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