3 dicembre 2007

Il Papa non ha attaccato l'Onu? Abbiamo letto male? Padre Lombardi ci ha bacchettato? Non importa: noi giornali andiamo dritti per la nostra strada!


Vedi anche:

Il Papa: incoraggio le Ong ad opporre al relativismo la grande creatività della verità circa l'innata dignità dell'uomo e dei diritti che ne derivano (Discorso, quello VERO ED INTEGRALE, del Santo Padre alle Organizzazioni non governative di ispirazione cattolica)

Padre Lombardi deplora le forzature anti-Onu dei media dopo il discorso del Papa alle ONG cattoliche (da Petrus)

Bertone, il Papa e una violinista tredicenne

"Spe salvi": né la scienza né la politica redimono l'uomo ma la speranza cristiana (Fontana per "L'Occidentale)

L'ENCICLICA "SPE SALVI": LO SPECIALE DEL BLOG

Pöttering (Presidente Parlamento Europei) ai giovani: "Scegliete di fare la differenza" (Osservatore Romano)

Enciclica "Spe salvi": il commento di Gianni Baget Bozzo per "Il Foglio"

Enciclica "Spe salvi": i commenti di Franco Garelli e Gianni Vattimo ("La Stampa")

Enciclica "Spe salvi": due commenti de "Il Giornale"

Alberto Bobbio, «Relativismo morale»: scoppia la polemica Ma il Papa criticava Europa e Banca mondiale

ANGELUS DEL PAPA: VIDEO DI SKY

Enciclica "Spe salvi": i commenti di Angelo Zema, Paola Bignardi e Gaspare Mura (RomaSette)

L’uomo è l’unica creatura libera di dire di sì o di no all’eternità, cioè a Dio

Titoli e servizi sull’Onu rischiano di creare una polemica che non c’è

Enciclica "Spe salvi": i commenti di Brambilla e Colombo per "Avvenire"

Che cos'è la speranza? Consiste in sostanza nella conoscenza di Dio, ella scoperta del suo cuore di Padre buono e misericordioso

Polemica (inventata) Papa-Onu: ecco come sono andate veramente le cose...agenzie e giornali prendano atto!

Il Signore ci avverte di attenderlo vigilando, perche' la sua venuta non può essere programmata o pronosticata, ma sarà improvvisa ed imprevedibile

Il vaticanista Lucio Brunelli: "L'inferno, Benigni e Papa Benedetto" (Eco di Bergamo)

Eugenio Scalfari boccia l'enciclica "Spe salvi" con argomenti non nuovi

"Spe salvi", Accattoli: sul «cristianesimo moderno» il Pontefice annuncia un mea culpa

"Libero" profetico: le parole del Papa alle Ong appariranno sui giornali come l'ennesima "crociata"

Falsa polemica Papa-Onu: i commenti di Accattoli e Politi. Notare bene: i titoli non corrispondono ai testi degli articoli

Come creare un caso che non esiste: polemica Papa-Onu. Basterebbe leggere il discorso del Papa. O forse c'entrano i consensi intorno alla "Spe salvi"?

Randazzo (L'Occidentale): leggendo la "Spe Salvi" si ha l’impressione che il Papa si rivolga al singolo lettore, quasi avesse un unico destinario

"Spe salvi": i commenti di Mons. Pieran­gelo Sequeri (teologo) e del prof. Francesco Botturi (filosofo)

Il Papa, i laici e l’Onu

GIAN ENRICO RUSCONI

Il discorso del Papa, con l’accusa rivolta all’Onu di «relativismo morale», è chiarissimo.

È perfettamente inutile che se ne diano interpretazioni più morbide o più corrette. Non inquiniamo dunque con la diplomazia il confronto con le sue tesi.

Le parole del Papa semplicemente riconfermano che, nelle grandi questioni di scelta etica, il contrasto tra una visione religiosa (di stampo cattolico) e una concezione laica coerente (o comunque diversamente orientata) è insuperabile sul piano dei principi. Sorge allora l’interrogativo di come tali incompatibilità possano incidere sulla convivenza di uomini e di donne, di culture e di organizzazioni che si muovono con assunti morali differenti.

È difficile capire infatti come si possa stare amichevolmente fianco a fianco o collaborare concretamente sul campo, nelle organizzazioni internazionali, quando qualcuno si ritiene depositario della verità e considera l’altro un immoralista, spregiatore della vita e via dicendo.

Il paradosso è che soltanto una visione laica, che ora viene sistematicamente diffamata come relativista, si fonda sulla convinzione che «il rispetto dell’uomo» incominci proprio dal rispetto delle diversità delle posizioni. Diversità - si badi - non affermata in modo insindacabile, «auto-centrata» (per dirla con il Papa), cioè basata su opinioni personali che si sottraggono al confronto con le altre. Al contrario, tutte le posizioni devono essere sempre e continuamente argomentabili con tutti, senza pre-giudizio morale. Qui si manifesta l’equivoco legato all’intervento del Papa. Parlando in generale di «dignità dell’uomo», di «legge morale naturale», dichiara di muoversi su un piano di razionalità universale. Questa intenzione è del tutto ineccepibile e legittima (persino nell’uso dell’espressione impegnativa di «verità dell’uomo»), purché sappia farsi valere argomentando in modo convincente. Quelle del Pontefice invece sono affermazioni perentorie, formulate come aut aut, che avanzano il sospetto di incompetenza e di immoralismo su chi ricerca un diverso fondamento etico alle complesse questioni sul tappeto.

Si obietterà che il Papa non può mettersi a fare lezioni di filosofia. È vero. Ma se intende muoversi su un piano di razionalità, deve sapere che la possibilità di rifarsi a «una legge naturale innata» è oggetto di un’appassionata e approfondita controversia che non può essere ignorata. E razionalità è confronto di ragioni.

Ma il vero equivoco è ancora un altro. L’enorme rilievo delle tesi del Papa non deriva dal loro contenuto ma dalla posizione religiosa di chi le pronuncia. Questo vuol dire che ciò che dà loro peso è il sottinteso dogmatico, religioso, teologico. Ovviamente è legittimo che nella questione della «famiglia naturale» o dell’aborto si introducano motivi religiosi, purché lo si faccia esplicitamente. E si riconosca il limite della loro portata. Invece su questo punto il discorso del Papa mantiene margini di ambiguità, perché pretende di argomentare in termini puramente naturali-razionali nel momento stesso in cui contiene forti suggestioni e appelli di carattere religioso. È un punto importante. La Chiesa oggi si autopromuove sempre più come «agenzia etica», «esperta dell’umano» senza volere o potere esplicitare le motivazioni dogmatico-religiose che la guidano. Pubblicamente lascia così indeterminato o semplicemente non detto il nesso stretto tra la sua idea di «vita», di «natura», di «dignità umana» e le dottrine tradizionali del peccato o della redenzione in Cristo che le sottendono.

Esplicitare questo nesso la metterebbe in difficoltà rispetto alle altre religioni mondiali. Ma la costringerebbe anche a un confronto assai più serrato con le minoranze laiche che ancora esistono in culture come la nostra, ad esempio, anche se la maggioranza degli italiani preferisce eludere questi problemi.

© Copyright La Stampa, 3 dicembre 2007 (consultabile anche qui)

Ora finalmente capisco! E' tutto chiaro! Non importa cio' che il Papa ha veramente detto alle Ong, non importa cio' che Padre Lombardi ha precisato, non importa rettificare cio' che di errato si e' scritto.
E quanto di piu' grave: non ha alcuna importanza cio' che ha davvero dichiarato il portavoce delle Nazioni Unite.
Importa solo una cosa: dimostrare che le parole del Papa hanno semplicemente un significato religioso e, quindi, non contano sul piano pubblico nazionale ed internazionale!
Per questo Rusconi afferma, testuali parole: "L’enorme rilievo delle tesi del Papa non deriva dal loro contenuto ma dalla posizione religiosa di chi le pronuncia. Questo vuol dire che ciò che dà loro peso è il sottinteso dogmatico, religioso, teologico".
Come dire: il Papa dice quello che dice perche' e' il Papa, Capo di una religione che deve rimanere nella sfera privata (vedi Angelus di ieri). Il Pontefice ha il diritto (bonta' di Rusconi!) di dire la sua a patto che non dia eccessivo fastidio a chi non la pensa come lui.
Ecco il problema, ecco la verita'!
Il Papa fa paura non perche' e' il Papa e dice "cose da Cattolico", ma perche' argomenta razionalmente i suoi discorsi. Da' molto fastidio che il portavoce dell'Onu abbia sostanzialmente dato ragione a Benedetto XVI (ecco perche', oggi, i giornali tacciono!) e quindi si cerca di convincere il "lettore" che il Papa dovrebbe occuparsi degli affari suoi e dire la "sua" verita' ai "suoi" fedeli.
Enno', cari signori, in uno Stato veramente laico si ascolta il Pontefice, magari lo si critica, ma si risponde alle sue tesi con argomenti solidi e non sempre e comunque con gli stessi proclami di presunta violazione della laicita'.
Che noia...che barba!
E soprattutto: quando il direttore della Sala Stampa vaticana "bacchetta" agenzie, tg e quotidiani per avere creato un caso che non esiste, se ne prende atto e si scrivono articoli basati su cio' che il Papa ha veramente detto e non su cio' che fa comodo...

Raffaella

2 commenti:

Luisa ha detto...

Con questo articolo abbiamo la conferma di ciò che ho già scritto e cioè che certi media funzionano in circuito chiuso autoreferenziale.
Non ammettono la critica, sono incapaci di riconoscere i loro errori, come se vivessero in un mondo paralello governato dalle loro leggi, un mondo dove parole come verità,responsabilità, coscienza,coraggio dell`autocritica privata e pubblica non esistono.
Un mondo a partire dal quale credono potere condizionare l`opinione di chi li legge o ascolta.
Credo ci sia ben poco da fare con questi reucci e con il loro effimero reame, l`importante è che noi, con i nostri piccoli e poveri mezzi, continuiamo,senza stancarci, ad essere al servizio di ciò in cui crediamo e ad avere il coraggio di testimoniare.

mariateresa ha detto...

Cara Raffaella, buongiorno.
In realtà l’episodio quasi incidente all’ONU, serve a Rusconi per ripetere cose già dette. In particolare io colgo anche una polemica sotto pelle con Habermas che grande disponibilità ha dimostrato per l’accoglienza della Chiesa nel dibattito pubblico e delle sue ragioni. Ora Habermas è un laico fuori di discussione ma proprio perché lo è veramente non ritiene scandaloso che anche le religioni e quindi anche la Chiesa contribuiscano al dibattito pubblico perché ognuno può portare qualcosa di buono. E’ di qualche giorno fa anche la sua (di Habermas) risposta ad Arcais (Repubblica, mi pare) su questo punto dove dice “io non sono diventato un devoto anche se sono vecchio” ma non vedo cosa ci sia di male ad aprirsi alle ragioni di tutti, in termini dialettici. E infatti Habermas ha incontrato il cardinale Ratzinger con diversi imbarazzi in certe elite intellettuali.
Ora Rusconi non vuole cedere a questa “benevolenza”, infatti dice :

“difficile capire infatti come si possa stare amichevolmente fianco a fianco o collaborare concretamente sul campo, nelle organizzazioni internazionali, quando qualcuno si ritiene depositario della verità e considera l’altro un immoralista, spregiatore della vita e via dicendo”.

Non si può essere amichevoli con il Pontefice perché è un’autorità religiosa, le sue opinioni non hanno la dignità di essere credibili perché sono fondate su dogmi.
Mentre le altre opinioni hanno evidentemente un’altra dignità e questa loro dignità deriva dal fatto che non sono religiose.
La dottrina naturale così spesso citata dal nostro Benedetto è una cosa che dà a Rusconi l’itterizia perché se passa che certi valori sono basati su principi razionali e naturali allora non si può più usare l’argomento che tutto quello che il cattolicesimo sostiene è fondato sulla redenzione, sul peccato e quindi tarato alla radice in un mondo laico che per Rusconi fonda le proprie ragioni da sé mentre la religione deve rimanere un fatto privato, legittimo ma che deve stare silente.
Rusconi non ha il coraggio civile e laico di Habermas che non ha paura né della contaminazione né del confronto. Rusconi ha paura che si crei una egemonia (orrore!) di tipo religioso e per questo esorta a non essere amichevoli.
Insomma per lui dialogare non si può perché Benedetto si mette allo stesso livello dei laici, dice che i suoi argomenti hanno una loro razionalità e rifiuta di accettare un complesso di inferiorità o una tara all’origine. A dire la verità ricordo argomenti simili in Melloni anche se Melloni la fa più ingarbugliata e preferisce gli argomenti sulla Chiesa “altra”, il Concilio, ecc.
Devo ammettere che trovare un punto di incontro con Rusconi , con queste premesse, è una cosa ardua. Penso che se Rusconi ha letto il discorso che Benedetto ha fatto al Parlamento in Austria sull’aborto, quando ha detto esplicitamente che non richiamava questa questione per motivi religiosi , abbia rischiato seriamente di diventare giallo dalla rabbia. Soprattutto quando i parlamentari lo hanno applaudito.