18 febbraio 2008

Vaticano – Sarà più difficile essere proclamati Santi


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Vaticano – Sarà più difficile essere proclamati Santi

Il Prefetto della Congregazione per le cause di beatificazione, cardinale Josè Saraiva Martins, ha illustrato le nuove norme dettate da papa Benedetto XVI. Sono pendenti oltre 2200 “processi”

CITTÀ DEL VATICANO - Maggiore attenzione da parte dei vescovi nell’apertura della cause di beatificazione di un servo di Dio, più chiarezza sulla procedura che riguarda l’accertamento dei miracoli. È quanto stabilito dalle nuove normative in materia di beatificazione e canonizzazione presentate oggi in Vaticano con un documento della Congregazione per le cause dei santi.
Il documento dal titolo “Istruzione per lo svolgimento delle inchieste diocesane o eparchiali nelle cause dei santi”, è stato approvato il 23 febbraio del 2007 dal Papa. Il Prefetto della Congregazione per le cause dei santi, il cardinale Josè Saraiva Martins, aveva anticipato i contenuti fondamentali del testo all’«Osservatore romano» spiegando che le nuove norme derivano anche dal fatto che lo stesso Benedetto XVI fra le prime decisione assunte nel suo pontificato ha preso quella di riportare il rito di beatificazione nella terra natale del santo. Da ciò deriva la maggiore responsabilità che dovranno avere i vescovi nelle varie fasi dell’istruzione della causa diocesana. Il documento, si legge nell’introduzione del documento, in primo luogo tratta «dell’istruzione delle inchieste diocesane o eparchiali che riguardano le virtù eroiche o il martirio del servo di Dio. Prima di decidere di iniziare la causa, il vescovo dovrà compiere alcuni accertamenti determinanti per la sua decisione».
«Dopo aver deciso di iniziare la causa - prosegue il testo - darà l’avvio all’inchiesta vera e propria, ordinando la raccolta delle prove documentarie della causa. Se non vengono rilevate difficoltà insormontabili, si procederà all’escussione dei testi e, infine, alla chiusura dell’inchiesta e all’invio degli atti alla Congregazione, dove inizierà la fase romana della causa, ossia la fase dello studio e del giudizio definitivo della stessa causa».
Quindi, nel documento si fa un riferimento esplicito al problema die miracoli: «Per quanto riguarda le inchieste sui presunti miracoli, l’Istruzione mette in evidenza alcun elementi della procedura che, in questi ultimi vent'anni, si sono rivelati problematici nelle applicazioni delle norme riguardanti le medesime inchieste sui miracoli».
La pubblicazione del documento - aveva spiegato Saraiva Martins - si è resa necessaria a seguito delle novità introdotte da Benedetto XVI nelle procedure del rito di beatificazione, la più importante delle quali è senza dubbio - dice il cardinale Josè Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi in una intervista a “L'Osservatore Romano” - quella di celebrare il rito nella terra natale del santo. Si tratta di un’innovazione molto importante perché avvicina ancora di più il popolo di quella nazione alla Chiesa universale.
Proprio per questo però i vescovi locali, nell’esaminare le richieste per aprire nuovi processi, devono tener conto delle nuove disposizioni e comunque «dovranno procedere con maggiore cautela e con maggiore accuratezza».
La pubblicazione, di circa venti pagine, raccomanda ai vescovi «più sobrietà e maggiore rigore nell’accogliere richieste di apertura di nuovi processi diocesani per beatificazioni e canonizzazioni» afferma ancora il cardinale.
Il documento è stato presentato nella Sala stampa vaticana «perché merita ampia diffusione - spiega il cardinale Martins - ma anche perché intendiamo richiamare l’attenzione speciale dei postulatori sul documento stesso. Sto anche pensando ad una giornata di studio riservata proprio ai postulatori per illustrare nei dettagli il documento. Sono convinto infatti che debbano essere proprio loro i primi a conoscere perfettamente cosa i vescovi diocesani devono fare».
«Va detto subito - aggiunge poi il porporato - che si tratta di innovazioni molto importanti, capaci di sottolineare in modo efficace la teologia della Chiesa locale così come è stata riaffermata con forza dal Concilio Vaticano II. La beatificazione di un servo di Dio nella Chiesa cui appartiene è qualcosa che tutta la comunità vive in maniera compatta, in un clima di fede che si trasforma in gioia e festa ecclesiale per il fatto che uno di loro è stato elevato agli onori degli altari. Ma proprio in virtù di questa nuova valenza, di questo fervore ulteriore che connota tali eventi è necessario procedere con ancor maggiore cautela e con più
accuratezza».
Oggi le cause in giacenza alla Congregazione sono oltre 2200.

Gazzetta del Mezzogiorno online

VATICANO/ NUOVA ISTRUZIONE CAUSE SANTI, PIU' RIGORE E SOBRIETA'
Escono nuove disposizioni per i beati e i santi

Città del Vaticano, 18 feb. (Apcom) - Un documento di un centinaio di pagine - scritto in italiano e inglese - intitolato 'Sanctorum Mater' e contenente nuove norme per lo svolgimento delle inchieste diocesane nelle cause dei santi: esce oggi l'Istruzione già annunciata un mese fa dal cardinale Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, con il quale si raccomanda ai vescovi locali più "sobrietà" e "maggiore rigore" nell'accogliere richieste di apertura di nuovi processi diocesani per beatificazioni e canonizzazioni.

"Prima di decidere di iniziare la causa - scrive il porporato nell'introduzione - il vescovo dovrà compiere alcuni accertamenti determinanti per la sua decisione. Per quanto riguarda le inchieste sui presunti miracoli - spiega Saraiva Martins - l'istruzione mette in evidenza alcuni elementi della procedura che, in quest'ultimi venti anni, si sono rivelati problematici nell'applicazione".

Il documento, che ha la forma di una Istruzione, è stato approvato il 22 febbraio del 2007, festa della Cattedra di San Pietro, da Papa Benedetto XVI e consta di una introduzione, di una prima parte (dedicata alle 'Cause di beatificazione e canonizzazione') di una seconda parte (intitolata 'Fase preliminare della causa'), di una terza parte dedicata alla 'Istruzione della causa', di una quarta parte dedicata alla 'Raccolta delle prove documentali', di una quinta parte dal titolo 'Raccolta delle prove testificali', di una sesta parte ('Chiusura dell'inchiesta') e di un appendice ('Ricognizione canonica dells spoglie mortali di un Servo di Dio').

Il cardinale Saraiva Martins aveva anticipato i contenuti dell'Istruzione in una intervista all''Osservatore Romano'. "A chi parla di fabbrica di santi - aveva detto - non vale nemmeno la pena rispondere se non altro perché si tratta di gente che non capisce la grandezza della santità e dunque non sa che i santi sono e non si fanno. Per quanto si riferisce alle accuse inflazionistiche di santi e beati - aveva aggiunto - vorrei ricordare solo quello che Giovanni Paolo II rispondeva quando gli si faceva notare proprio questo tipo di accusa mossa alla Chiesa. Egli diceva che se c'erano tanti santi in giro bisognava chiederne conto al buon Dio, poiché suscitava tanta santità nel cuore degli uomini. La Chiesa non fa altro che prenderne atto, seguire un percorso e giungere ad una conclusione".

Del nuovo documento della Congregazione delle Cause dei santi, però, si è avvertita l'esigenza, secondo Saraiva Martins, "per meglio rispondere allo spirito nuovo introdotto da Benedetto XVI nelle procedure del rito di beatificazione". Nell'intervista all''Osservatore romano', il 'ministro' del Papa per i santi e i beati contestava, poi, due altre accuse formulate contro il Vaticano: quella delle cause 'comprate', e quella dei santi 'raccomandati'. "I soldi con il riconoscimento della santità non hanno nulla a che vedere", aveva risposto Saraiva Martins. "E' vero che se dietro c'è una congregazione religiosa, il maggior onere delle spese se lo accolla lei, ma le assicuro che per riconoscere la santità non servono né la statua più bella né la borsa più piena: quando c'è di mezzo un santo vero è la Chiesa popolo di Dio a mobilitarsi e quel minimo che occorre si trova sempre. Tanto è vero - aggiunge - che io, nella mia esperienza, ho imparato che non esistono cause povere: se una causa è 'povera' vuol dire che è una povera causa, nel senso che povera è la stessa fama di santità".

1 commento:

Gonzalo ha detto...

Questa mattina ero alla conferenza stampa (la cronaca è su http://lacognizione.blogspot.com/2008/02/la-santit-nella-chiesa.html); non mi sembra di aver sentito che "sarà più difficile essere proclamati santi"... Anche sul sito del Coriere nel pomeriggio ho trovato qualche inesattezza. Se solo, ogni tanto, qualcuno leggesse i documenti!
Buon lavoro.
E una richiesta: se per sbaglio capiti sul mio blog troverai un appello che rivolgo anche alle persone che non conosco ma che so capiscono il valore della preghiera, è per un Amico.
Grazie e scusa il disturbo.