19 aprile 2008

A tre anni dall'elezione: La testimonianza di Papa Benedetto. L'editoriale di Giovanni Maria Vian per l'Osservatore Romano


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A tre anni dall'elezione

La testimonianza di Papa Benedetto

Da tre anni Joseph Ratzinger è vescovo di Roma. L'anniversario della sua elezione - una delle più rapide nella storia, in un conclave che mai era stato così numeroso - ricorre mentre il Papa è negli Stati Uniti d'America, e il significato di questa coincidenza può essere ritrovato in una frase raccolta da "Usa today".

Giovedì, il quotidiano più diffuso nel Paese s'interrogava infatti sul fenomeno, fino a poche settimane fa del tutto inaspettato, dell'interesse che ha suscitato la visita papale, muovendo per l'occasione diverse decine di migliaia di persone da ogni parte dell'Unione.

Un fenomeno spiegato da CeAnne Laramee con semplicità: "Il mondo - ha dichiarato al giornale la donna, venuta appunto a Washington dalla Florida con due figlie - ha bisogno di vedere l'amore che Gesù vuole donare a noi tutti".

Ecco, è proprio questo il significato essenziale del servizio che, come successore di Pietro, Benedetto XVI sta svolgendo con gentile mitezza: testimoniare l'amore di Cristo per renderlo visibile e mostrarne la credibilità nel mondo di oggi.

Come ora il Papa sta facendo nel suo percorso americano, vero e proprio viaggio missionario che è finalizzato ad annunciare, a un grande Paese e davanti all'Organizzazione delle Nazioni Unite, Cristo nostra speranza.
A questa speranza, nella quale siamo salvati, Benedetto XVI ha dedicato lo scorso autunno la sua seconda enciclica, per richiamare ciò che davvero importa nel frastuono di tante voci: non un'ideologia e nemmeno una morale che si aggiungerebbero a tante altre, ma l'incontro unico con una persona che è in grado di cambiare la vita di ogni essere umano, secondo l'affermazione iniziale dell'enciclica programmatica del pontificato, dedicata a Dio che è amore.
Ed è un annuncio quello del Papa intenzionato a mostrare come sia possibile superare l'individualismo, il relativismo e il materialismo che segnano le nostre società e favoriscono l'ingiustizia, offuscando la speranza più profonda del cuore umano e mettendo a tacere la stessa legge iscritta nelle coscienze: quella ragione che permetterebbe invece a credenti e non credenti di procedere insieme.

Da tre anni la predicazione di Benedetto XVI è così rivolta senza stancarsi ad annunciare a donne e uomini del nostro tempo, e con il loro linguaggio, la verità di Cristo.

In continuità con la tradizione cattolica, che è dinamica e vitale proprio perché rivolta al futuro, alla venuta definitiva dell'unico Signore.

g. m. v.

(©L'Osservatore Romano - 19 aprile 2008)

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