15 febbraio 2008
14 donne (le solite note...) contro 'Il Papa oscurantista. Contro le donne, contro la scienza', eppure Benedetto XVI è in ritiro da domenica...
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Roma, 15 feb. (Apcom) - Cinquemila firme in un giorno per l'appello promosso da MicroMega e sottoscritto da 14 donne autorevoli. Alle prime firmatarie si sono aggiunte, tra le altre, anche Cristina Comencini e Rossana Rossanda. Ha aderito anche l'Arcidonna. L'appello sarà pubblicato in apertura del numero speciale di MicroMega, in uscita il 29 febbraio: 'Il Papa oscurantista. Contro le donne, contro la scienza'.
"Caro Veltroni, caro Bertinotti, cari dirigenti del centro-sinistra tutti, ora basta - si legge nell'appello - L'offensiva clericale contro le donne - spesso vera e propria crociata bigotta - ha raggiunto livelli intollerabili. Ma egualmente intollerabile appare la mancanza di reazione dello schieramento politico di centro-sinistra, che troppo spesso è addirittura condiscendenza. Con l'oscena proposta di moratoria dell'aborto, che tratta le donne da assassine e boia, e la recente ingiunzione a rianimare i feti ultraprematuri anche contro la volontà della madre (malgrado la quasi certezza di menomazioni gravissime), i corpi delle donne sono tornati ad essere "cose", terreno di scontro per il fanatismo religioso, oggetti sui quali esercitare potere".
"Lo scorso 24 novembre centomila donne - completamente autorganizzate - hanno riempito le strade di Roma per denunciare la violenza sulle donne di una cultura patriarcale dura a morire. Queste aggressioni clericali e bigotte sono le ultime e più subdole forme della stessa violenza, mascherate dietro l'arroganza ipocrita di "difendere la vita". Perciò non basta più, cari dirigenti del centro-sinistra, limitarsi a dire che la legge 194 non si tocca: essa è già nei fatti messa in discussione. Pretendiamo da voi una presa di posizione chiara e inequivocabile, che condanni senza mezzi termini tutti i tentativi - da qualunque pulpito provengano - di mettere a rischio l'autodeterminazione delle donne, faticosamente conquistata: il nostro diritto a dire la prima e l'ultima parola sul nostro corpo e sulle nostre gravidanze. Esigiamo perciò che i vostri programmi (per essere anche nostri) siano espliciti: se di una revisione ha bisogno la 194 è quella di eliminare l'obiezione di coscienza, che sempre più spesso impedisce nei fatti di esercitare il nostro diritto; va resa immediatamente disponibile in tutta Italia la pillola abortiva (RU 486), perché a un dramma non debba aggiungersi una ormai evitabile sofferenza; va reso semplice e veloce l'accesso alla pillola del giorno dopo, insieme a serie campagne di contraccezione fin dalle scuole medie; va introdotto l'insegnamento dell'educazione sessuale fin dalle elementari; vanno realizzati programmi culturali e sociali di sostegno alle donne immigrate, e rafforzate le norme e i servizi a tutela della maternità (nel quadro di una politica capace di sradicare la piaga della precarietà del lavoro). Questi sono per noi valori non negoziabili, sui quali non siamo più disposte a compromessi".
Tra le prime firmatarie ci sono: Simona Argentieri, Natalia Aspesi, Adriana Cavarero, Cristina Comencini, Isabella Ferrari Sabina Guzzanti, Margherita Hack, Fiorella Mannoia, Dacia Maraini, Alda Merini, Valeria Parrella, Lidia Ravera, Rossana Rossanda, Elisabetta Visalberghi.
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Avete letto i nomi? Beh, niente di nuovo sotto al sole...
Chissa' che cosa c'entra il Papa in tutto cio'. E' da domenica che e' in ritiro per gli esercizi spirituali e, quindi, probabilmente non sa nulla ne' della lista di Ferrara ne' del caso mediaticamente montato di Napoli.
Eh si'...quando si cerca un nemico comune tutto fa brodo...
R.
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13 commenti:
Queste donne sono così accecate dalla loro collera che non si rendono conto dei controsensi, per non dire controverità che scrivono.
"... corpi delle donne sono tornati ad essere "cose", terreno di scontro per il fanatismo religioso, oggetti sui quali esercitare potere".
I soli corpi che sono ridotti allo stato di "oggetto" o cosa sono i corpi che si trovano all`interno del corpo della madre...piccolo dettaglio...questi corpicini, si tende a dimenticarli, si parla sempre e solo del corpo della donna.
La sola ad esercitare un potere, che reclama come un diritto, è la donna che reclama il diritto di vita e morte sul corpo "cosa" del suo bambino. È la donna ad avere e pretendere questo terribile potere, che vuole essere sola a esercitare!
Non capovolgiamo la realtà con slogans disonesti.
"...il nostro diritto a dire la prima e l'ultima parola sul nostro corpo e sulle nostre gravidanze. "
Come volevasi dimostrare, diritto di vita e morte sul bambino, sulla vita senza difesa che sarà soppressa seconda l`ultima parola della madre se questa parola sarà:
"non ti voglio, o meglio non "lo" voglio, questa cosa che sta crescendo nel mio corpo, corpo che mi appartiene , dunque questo bambino che squatta il mio corpo mi appartiene pure lui ed io decido, in virtù del mio potere. di sopprimerlo.
Sì un`ultima parola che equivale ad una condanna a morte.
E sempre eancora queste femministe scalmanate dimenticano il bambino, la vita, che sarebbe solo un`idea astratta, come ho sentito dire Bartinotti ieri al Tg1!
se il nostro caro Papa Benedetto XVI e oscurantista e contro le donne, chi sono, e come sono certe altre religioni? sono pazze queste donne che dicono una cosa come questa; pazze; "contro le donne"???? nessuno (si, il papa JP II) ha diffeso tanto forte e con tant'amore la donna sulla terra; "oscurantista", perchè? perchè Lui piange sui bambini uccisi prima della nascità? io sono una donna e io non uccisero ma un bambino, e Lui, Papa che è un uomo, Lui ha capito questa nel suo cuore, grazie grande Papa!!!
Danielle,
donna che dice"GRAZIE" al papa
questi sono ancora convinti che chi non la pensa come loro è "perchè lo dice il Papa". Ma vadano a farsi un giro nel mondo e la smettano di frequentare solo i loro salotti. Vedranno in quanti, anche tra i non devoti e persino tra coloro che ritengono intoccabile la legge 194, sono perplessi di fronte a qualcosa che si vuole a tutti i costi proporre come diritto della donna quando è ormai chiaro che l'aborto è nettamente andato oltre la donna ed è in alcuni casi diritto acquisito di stato nel controllo e nella seleszione delle nascite, oltre che della specie. Quando poi vedo persone che firmano contro qualcuno che non conoscono, e di cui non hanno mai direttamente letto o ascoltato un discorso, ma solo perchè glielo consiglia il politico o il colto della loro cerchia, allora si che rabbrividisco. Per costoro, le parole del Papa in tutta coscienza non si possono ascoltare, quelle di chi crea liste di proscrizione si.
Alle signore a cui tanto è caro il diritto di autodeterminazione della donna, poi, direi di pensare con più lungimiranza anche al diritto della donna indiana o cinese a nascere e vivere, indipendentemente dal suo sesso embrionale . Credo sia soprattutto questo il senso della moratoria e non la legge di casa nostra; che sia in gioco l'aborto come fatto culturale e non come legge. E' un peccato che in questo paese non si riesca ad andare oltre il proprio cortile e che chi si commuove di fronte ad un pluriomicida nel braccio della morte sia capace di portare avanti altre battaglie con la rabbia dell'odio contro la più piccola possibilità di ragionare sul diritto di qualcuno che non ha chiesto a nessuno di essere concepito, almeno nella fase in cui comincia ad assumere sembianze umane.
Trovo poi contraddittorio parlare di ferita e diritto nello stesso tempo: ciò che ci ferisce non può essere considerato diritto. L'aborto sia una possibilità tutelata dalla legge per la donna che decide di abortire ma personalmente provo disagio nel pensarlo come diritto
Ps: non sapevo che Benedetto XVI fosse il primo papa oscurantista che pronuncia parole forti contro l'aborto. Peccato che gli archivi online dei giornali italiani abbiano memoria corta (e così i loro cronisti)
La domanda da farsi (e che nessuno fa) è la seguente: quante di quelle donne che scendono in piazza urlando slogans o firmano rabbiosi comunicati ha "vissuto" la disabilità di un figlio? Scommetto che non ce n'è neppure una. Infatti chi "conosce" la disabilità, anche grave (non le imperfezioni della Klinefelter), sa che è un "valore" inestimabile. Nonostante le sofferenze, le difficoltà, le paure (inevitabili in questa vita), ciò che rimane è puro amore e la vita acquista un significato "eterno". Purtroppo (o per fortuna!) le famiglie che vivono la disabilità sono una minoranza e non riusciranno mai a convincere "gli altri" che la loro è una condizione di privilegio. Ferrara e Mancuso ci provano con coraggio... e siamo tutti con loro!
Piero
"Quando un parlamento autorizza l'interruzione della gravidanza, consentendo la soppressione del nascituro , commette un grave sopruso nei confronti di un essere umano innocente e privo, oltre tutto, di qualsiasi capacità di autodifesa. I parlamenti che approvano e promulgano simili leggi devono essere consapevoli di spingersi oltre le proprie competenze e di porsi in palese conflitto con la Legge di Dio e con la legge di natura"
Giovanni Paolo II, "Memoria e identità"
aggiungo anch'io un GP2 quote:
"Nel corso del mio servizio come Successore di Pietro ho sentito il dovere di insistere con forza su alcuni di questi diritti che, affermati teoricamente, risultano spesso disattesi sia nelle leggi che nei comportamenti concreti. Così, sono ritornato più volte sul primo e più fondamentale diritto umano, che è quello alla vita. Infatti “la vita umana è sacra e inviolabile dal suo concepimento al suo naturale tramonto [...]. Una vera cultura della vita, come garantisce il diritto di venire al mondo a chi non è ancora nato, così protegge i neonati, particolarmente le bambine, dal crimine dell'infanticidio. Ugualmente essa assicura ai portatori di handicap lo sviluppo delle loro potenzialità, e ai malati e agli anziani cure adeguate (...) In particolare, ho insistito sul fatto che l'embrione è un individuo umano e, come tale, è titolare dei diritti inviolabili dell'essere umano. La norma giuridica, pertanto, è chiamata a definire lo statuto giuridico dell'embrione quale soggetto di diritti che non possono essere disattesi né dall'ordine morale né da quello giuridico".
(dalla lectio magistralis di Giovanni Paolo II in occasione del conferimento della laurea honoris causa in giurisprudenza da parte dell'università La Sapienza, la stessa in cui Papa Benedetto ha dovuto rinunciare ad andare).
59. A decidere della morte del bambino non ancora nato, accanto alla madre, ci sono spesso altre persone. Anzitutto, può essere colpevole il padre del bambino, non solo quando espressamente spinge la donna all'aborto, ma anche quando indirettamente favorisce tale sua decisione perché la lascia sola di fronte ai problemi della gravidanza: in tal modo la famiglia viene mortalmente ferita e profanata nella sua natura di comunità di amore e nella sua vocazione ad essere «santuario della vita». Né vanno taciute le sollecitazioni che a volte provengono dal più ampio contesto familiare e dagli amici. Non di rado la donna è sottoposta a pressioni talmente forti da sentirsi psicologicamente costretta a cedere all'aborto: non v'è dubbio che in questo caso la responsabilità morale grava particolarmente su quelli che direttamente o indirettamente l'hanno forzata ad abortire.
Responsabili sono pure i medici e il personale sanitario, quando mettono a servizio della morte la competenza acquisita per promuovere la vita.
Ma la responsabilità coinvolge anche i legislatori, che hanno promosso e approvato leggi abortive e, nella misura in cui la cosa dipende da loro, gli amministratori delle strutture sanitarie utilizzate per praticare gli aborti. Una responsabilità generale non meno grave riguarda sia quanti hanno favorito il diffondersi di una mentalità di permissivismo sessuale e disistima della maternità, sia coloro che avrebbero dovuto assicurare — e non l'hanno fatto — valide politiche familiari e sociali a sostegno delle famiglie, specialmente di quelle numerose o con particolari difficoltà economiche ed educative.
Non si può infine sottovalutare la rete di complicità che si allarga fino a comprendere istituzioni internazionali, fondazioni e associazioni che si battono sistematicamente per la legalizzazione e la diffusione dell'aborto nel mondo.
In tal senso l'aborto va oltre la responsabilità delle singole persone e il danno loro arrecato, assumendo una dimensione fortemente sociale: è una ferita gravissima inferta alla società e alla sua cultura da quanti dovrebbero esserne i costruttori e i difensori.
Come ho scritto nella mia Lettera alle Famiglie, «ci troviamo di fronte ad un'enorme minaccia contro la vita, non solo di singoli individui, ma anche dell'intera civiltà».
Ci troviamo di fronte a quella che può definirsi una «struttura di peccato» contro la vita umana non ancora nata.
(Giovanni Paolo II, Enciclica "Evangelium Vitae", n. 59.
Volevo inserire anch'io qualcosa dell' Enciclica Evangelium Vitae ma, vedo che lo hai già fatto tu cara Raffaella grazie! Questa è la dimostrazione di quanto ignobili e false siano le affermazioni delle " solite note"; Giovanni Paolo II come Benedetto XVI ha sempre difeso strenuamente la vita in ogni suo momento però allora non si parlò ne di donna oggetto e ne di oscurantismo clericale chissà perchè........ E' sempre la solita storia colpire l'odiato nemico colpire il Papa colpire il Card. Ratzinger.
Ribadisco di essere fiera del mio Papa al quale voglio un bene infinito ed al quale non mancherà mai il mio appoggio.
- SEMPRE CON BENEDETTO XVI -
Quando andranno in ritiro anche le firmatarie? :)
"(...)Ciò facendo, voi avete dimostrato la vostra solidarietà all’invito dei vostri Vescovi, i quali, durante la Quaresima, hanno attirato l’attenzione di tutta la società sulla grande minaccia che incombe su questo valore fondamentale che è la vita umana e in particolare la vita dei nascituri. È compito della Chiesa riaffermare che l’aborto procurato è morte, è l’uccisione di una creatura innocente. Di conseguenza, la Chiesa considera ogni legislazione favorevole all’aborto procurato come una gravissima offesa dei diritti primari dell’uomo e del comandamento divino del “Non uccidere”.
Tutti questi vostri sforzi, tutto il lavoro della Chiesa, in Italia come in ogni altra parte del mondo, che mira ad assicurare la santa inviolabilità della vita concepita, io oggi desidero presentare a Cristo, il quale ha detto: “Sono venuto perché abbiano la vita”. Affinché questi esseri umani più piccoli, più deboli, più indifesi abbiano la vita, affinché questa vita non venga loro tolta prima che nascano, noi appunto a questo serviamo e serviremo in unione col Buon Pastore perché questa è una causa santa.
Servendo questa causa, serviamo l’uomo e serviamo la società, serviamo la patria"
Giovanni Paolo II, Regina Coeli del 10 maggio 1981 (la domenica precedente la consultazione referendaria sull'aborto)
Accusatori ad oltranza di Benedetto XVI e sedicenti sostenitori di Giovanni Paolo II leggete attentamente questi scritti che sicuramente ignoravate già all'epoca e vedrete e spero capirete, che non è cambiato nulla perchè la chiesa non può e non deve indietreggiare nella difesa dei famosi e tanto bersagliati principi non negoziabili.
Grazie per i testi :-))
(...) Infatti Dio, padrone della vita, ha affidato agli uomini l'altissima missione di proteggere la vita: missione che deve essere adempiuta in modo degno dell'uomo. Perciò la vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; l'aborto e l'infanticidio sono delitti abominevoli (...)
(Costituzione pastorale "Gaudium et Spes", Concilio Vaticano II)
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