21 febbraio 2008
Gli inchini fra i due grandi partiti e gli sberleffi sui temi eticamente sensibili (Delle Foglie per "Avvenire")
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GLI INCHINI TRA I DUE GRANDI PARTITI E GLI SBERLEFFI SUI TEMI SENSIBILI
Superato davvero l’odio politico? Questo sia, ma verso tutti
DOMENICO DELLE FOGLIE
La domanda è questa: l’odio civile è stato bandito per sempre dalla scena politica italiana? La domanda si ripropone in questi primi giorni di una campagna elettorale che dai suoi vagiti aspirerebbe ad essere 'normale'. Giusto per utilizzare un aggettivo molto in voga nella passata legislatura, ogni qual volta il Paese si trovava dinanzi agli eccessi (non solo verbali) e agli strappi dell’una o dell’altra parte politica.
Sostiene Giuliano Ferrara, con il suo linguaggio intellettualmente sempre urticante: «Non avrei mai pensato di candidarmi con una lista per la vita, candidarmi a fare il ministro della Salute, diventando il bersaglio di una campagna di odio civile».
Di questa campagna abbiamo avuto solo un assaggio durante le proteste abortiste seguite al caso di Napoli (l’indagine avviata dalla magistratura a seguito di una telefonata che denunciava un caso di aborto effettuato fuori dai limiti della legge 194).
Come sapete, la verità è venuta a galla e bene ha fatto Avvenire a segnalare gli eccessi verificatisi in questa occasione con «dichiarazioni al limite dell’isteria e una campagna mediatica con punte di violenza verbale da lasciare senza fiato».
Ma torniamo al centro della nostra domanda: l’odio civile che ha segnato profondamente gli ultimi quindici anni della vita repubblicana è stato bandito per sempre dalla scena pubblica? La domanda non può, per ora, ottenere una risposta compiutamente positiva. Proviamo a mettere in fila i segnali di cui disponiamo.
Innanzitutto c’è la scelta di non aggressione condivisa e verbalmente sottoscritta dai candidati premier delle due principali forze in campo che aspirano a trasformare il malfermo bipolarismo italiano in un bipartitismo a forte connotazione dirigista.
Berlusconi non parla più dell’assedio comunista all’Italia e Veltroni non ha inserito il conflitto d’interesse e le questioni giudiziarie del Cavaliere nei dodici punti del suo programma. A questo va aggiunto che sulle questioni eticamente sensibili c’è, al momento, una convergenza da parte dei due leader nel ritenere che non debbano essere oggetto della campagna elettorale.
Ricordiamo, però, che se Veltroni difende la 194 così com’è, Berlusconi si appella al criterio dell’assoluta libertà di coscienza.
Questo è lo scarno stato delle cose, ma dobbiamo essere prudenti e attendere lo sviluppo di una campagna elettorale nella quale la comunicazione non è tutta concentrata nelle mani di quei due leader.
Dal canto loro Ferrara, Casini, Pezzotta e Mastella non sembrano affatto disposti, pur da posizioni diverse, a mollare la presa sulle questioni eticamente sensibili. Anzi, toccherà a loro subire gli affondi più sgraziati dei seminatori di odio. Basti pensare al ruolo esercitato per anni, con assoluta spregiudicatezza, da parte del Partito radicale contro chi solo volesse discutere del tema dell’aborto. Valga per tutti, come esempio, l’ostracismo politico e più ancora culturale subìto da uomini come Carlo Casini che con il suo Movimento per la vita ha tenuto accesa la fiammella del diritto alla vita contro tutto e contro tutti. Lui sì che può dire di aver subìto una vera e propria persecuzione anche mediatica. Dalla quale è uscito vincitore, dopo trent’anni, solo in occasione del referendum sulla legge 40 (fecondazione assistita) che lo ha visto prevalere in nome dei diritti del concepito.
Qual è dunque il pericolo che intravediamo?
In sostanza c’è da temere che l’odio civile sia stato allontanato dalla contesa fra le due grandi forze in campo per essere incanalato sul terreno del diritto alla vita e dei suoi difensori. Ora, per vivere una campagna elettorale veramente 'normale' sarà bene che l’odio civile venga bandito con rigore e onestà intellettuale da tutti. E su tutti i versanti, anche quello delle questioni eticamente sensibili. Altrimenti, sarà una pacificazione dimezzata.
© Copyright Avvenire, 19 febbraio 2008
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