24 febbraio 2008

IL PAPA: "PURTROPPO NON PARLO ROMANESCO"


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PAPA: "PURTROPPO NON PARLO ROMANESCO"

Purtroppo non parlo romanesco, ma tra cattolici siamo tutti romani, portiamo Roma nel cuore e sono stato contento di essere salutato in questo bel dialetto".

Benedetto XVI ha risposto cosi' al saluto in romanesco, rivoltogli da un fedele della parrocchia di Santa Maria Liberatrice a Testaccio dove un incontro molto familiare ha concluso la visita del Papa per il centenario della comunita' salesiana.

"La santita' consiste nello stare molto allegri", aveva esordito il presidente del Consiglio Pastorale presentandogli i diversi responsabili dei settori pastorali e il Papa ha poi fatto sua questa frase di don Bosco. "La vera santita' - ha spiegato - e' essere allegri, dall'incontro con Cristo nasce l'allegria e questo dinamismo di annunciarlo". "Mi ha colpito - ha aggiunto - anche la frase del vostro parroco: 'abbiamo piu' futuro che passato'. E' cosi': la Chiesa ha sempre piu' futuro che passato". Parlando a braccio, il Pontefice ha poi rievocato l'episodio evangelico della Samaritana che e' stato riproposto dalla liturgia di oggi. "Questa donna samaritana - ha detto - puo' apparire una rappresentante della modernita': ha avuto cinque mariti e convive con un altro. Come accade oggi, lei fa ampio uso della liberta' ma cosi' si allontana sempre piu' dalla felicita'. Si allontana da Dio, ma nella profondita' del suo cuore resta la domanda su Dio e anche in questo e' uno specchio della nostra vita nella quale c'e' sempre la domanda su Dio.
Tutti come questa donna siamo in cammino per essere veramente liberi ma poi ci troviamo sulla strada sbagliata. Ma - ha concluso il Papa - anche noi possiamo capire che la fede e' l'acqua di cui anche noi abbiamo sete. Dando la fede anche noi possiamo capire che e' l'acqua di cui anche noi abbiamo sete".

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