22 febbraio 2008

Nuova preghiera, gli ebrei respingono la mediazione (Brogi per "Il Corriere")


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Nuova preghiera, gli ebrei respingono la mediazione

Paolo Brogi

ROMA — Arrivano nella sala «Visconti» dello Sheraton direttamente dall'assemblea rabbinica italiana. Riccardo di Segni, rabbino capo di Roma, e Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano, confermano subito: la pausa di riflessione, decisa di fronte al ritorno al vecchio testo della preghiera per il Venerdì Santo, continua.
Nella sala piena Sandro Di Castro, presidente di Bené Berith, l'associazione nata nell'800 per proteggere gli ebrei dai pogrom e che ha convocato questo «chiarimento», esordisce ricordando che per gli ebrei tre sono gli «episodi preoccupanti » dell'ultimo periodo. Con la lista di proscrizione dei docenti ebrei c'è anche questa vicenda della preghiera che ripropone l'antica «ossessione della nostra conversione».
«Sarò pacato », aveva premesso Di Segni. Ma poi la sua «lectio magistralis » sull'annosa questione della preghiera contestata si tinge di tinte drammatiche.
«Perfidi giudei» cita Di Segni alla platea, ricordando come la preghiera originaria aveva un'aggettivazione etimologicamente neutra come ebrei «privi di fede», con la pretesa di togliere il «velo dai nostri cuori» nella «speranza che riconosciamo Gesù». Cita i cambiamenti introdotti, con le ambiguità postconciliari capaci di una duplice lettura della «pienezza della Redenzione». Poi il «tuffo indietro di 43 anni», il ritorno alla «versione espurgata», «una notizia che sgomenta», «regressione nei confronti del Concilio».
«Non ci interessa se la Chiesa sia di destra o di sinistra, progressista o reazionaria, non è questo il nostro problema spiega il rabbino capo.
Il problema è se ci sono temi aggressivi e insultanti. Hanno dato un colpo di spugna sugli ultimi 40 anni. E se domani ne volessero cancellare altri 40? Non sappiamo cosa può succedere. Fino a questo febbraio avevamo una speranza che qualcosa stesse cambiando nel pensiero cattolico... ».
Poi spunta l'ombra del cardinale Kasper. È lui, s'intuisce, l'autore di una «corrispondenza privata che presto diverrà pubblica». Che cosa è stato proposto? «L'idea che la preghiera sia rivolta solo a Dio e che sarà Dio a decidere se e come attuarla...».
«E' assurdo», conclude il rabbino capo. E aggiunge: «Questo è un modo di deresponsabilizzarsi». La mediazione è respinta al mittente.

© Copyright Corriere della sera, 21 febbraio 2008

Mah!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

a questo punto non riesco a capire da dove e' partita la richiesta di cambiare questa preghiera se a loro non dava tutto questo fastidio.

Anonimo ha detto...

il rabbino Di Segni è un ottimo politico ma un pessimo Teologo.
Forse lui si aspettava che il cristianesimo rinunciasse al fatto salvifico? Secondo me questi discorsi son pericolosi e credo la Chiesa debba smetterla di cedere di qua e di la. Leggiamo i Vangeli della Passione, da li sono nati i testi liturgici; possono essere rivisitati ma non stravolti. Se il Rabbino vuole che noi rinunciamo alla salvezza portata da Cristo attraverso la Croce, sofferta propter nostram salutem e non per mano solo romana ma anche ebraica, beh non è colpa nostra. Non per rendere il fatto una colpa originaria e originante, ma le cose diciamole per quel che sono. Meno male che hanno avuto l'onestà intellettuale di dire il vero senso del termine "perfidi", almeno di questo gli si da atto, ma i loro intenti forse sono altri??!!
Evitiamo le zuppe religiose che poi portano sempre a nulla o a far emergere, attraverso un secolare vittimismo, poteri occulti e molto più pericolosi di una frase che ha senso solo nella liturgia.

euge ha detto...

Caro Don Marco le do pienamente ragione forse è il caso che la chiesa smetta di cedere e rimanga un pò di più sul suo binario originario. Purtroppo, la mania di cedere e dichiedere scusa in continuazione, sarà anche prova di buona volontà ma, spesso viene fraintesa per pura debolezza e strumentalizzata all'occorrenza da chicchessia.