22 febbraio 2008

Aborto e democrazia liberale: lo scontro fra due diritti (Ostellino per "Il Corriere")


Vedi anche:

La cattedra di Pietro nella catechesi di Papa Benedetto XVI

Origini e significati della festa della Cattedra di Pietro (Osservatore Romano)

Rosso "malpela" i soliti Lerner e Flores con "i teologi soft ed i laicisti hard"

La Fraternità Sacerdotale di San Pietro organizza per venerdì 22 febbraio alle ore 19 la recita del Santo Rosario

Mons. Sgreccia: "Con speranza e solidarietà accanto all'uomo sofferente" (Osservatore Romano)

Le intuizioni del Papa sulla vera speranza (Parte II). Intervista a padre James Schall (Zenit)

Il Papa: "La crisi nel Kosovo richiede prudenza e moderazione"

Vittorio Messori sul celibato sacerdotale: "Quando la Chiesa delle origini scelse la via della «continenza sessuale»" (Corriere)

Incontro con scintille dei due grandi intellettuali: Ferrara e Magris

Il Papa ai vescovi cubani: "Cuba spalanchi la mente, il cuore e la vita a Cristo"

Il rettore Guarini da Benedetto XVI per consegnare doni della Sapienza (Repubblica)

Il Papa ai Gesuiti: la Chiesa ha bisogno di voi e conta su di voi per portare il Vangelo dove altri non arrivano (Radio Vaticana)

Se l’antropologo inciampa sul Papa...(Lucetta Scaraffia per "Avvenire")

La Compagnia di Gesù deve continuare a formare con grande cura i suoi membri nella scienza e nella virtù, senza accontentarsi della mediocrità...

Istanza dei preti brasiliani a Papa Benedetto per l'abolizione del celibato....

Per Agostino, più importante del fare grandi opere di respiro alto, teologico, era portare il messaggio cristiano ai semplici...

ABORTO E DEMOCRAZIA LIBERALE

Lo scontro tra due diritti

di Piero Ostellino

Sarebbe difficile non condividere l’opzione morale di Giuliano Ferrara contro l’aborto. Che è sempre un dramma per la donna che vi fa ricorso. Meno facile condividere la sua opzione politica per una lista elettorale sulla «moratoria dell’aborto ».

Sotto il profilo etico l’aborto è un omicidio. Quello alla vita è un diritto naturale soggettivo fondamentale. Incommensurabile, non negoziabile. Ma ha poco senso chiedere alla scienza — che per la sua stessa natura è relativista — e tanto meno al diritto, che nello Stato moderno è distinto dalla morale, di risolvere un problema etico.

Meno ancora ne ha chiederlo alla politica. Come ha mostrato il mancato raggiungimento del quorum nel referendum abrogativo della legge sulla procreazione assistita, è irragionevole pensare che la natura di Persona o di «cosa» dell’embrione possa essere definita con un voto di maggioranza. D’altra parte, si fa politica non (solo) per sostenere un’opzione morale, bensì (soprattutto) per dare risposte politiche. E qui spunta la contraddizione fra opzione morale e opzione politica.

L’aborto, nei Paesi di democrazia liberale, non è, sotto il profilo legale, un omicidio. Anche la libertà, come la vita, è un diritto fondamentale. Incommensurabile, non negoziabile. Così, in quanto riconosciuto e codificato dallo Stato, l’aborto non riguarda solo la sfera della coscienza individuale, ma anche il concreto esercizio di un diritto pubblico, cioè la libertà di scelta della donna. La contraddizione, eticamente insanabile, ma legalmente composta, fra diritto alla vita (del nascituro) e diritto di libertà (della donna), è espressione di quel «pluralismo dei valori» di cui parla Isaiah Berlin. L'esistenza di molteplici fini umani fra loro in conflitto e non riducibili a una specifica concezione del Bene. Il pluralismo dei valori esclude che tutte le questioni morali abbiano una sola risposta corretta, riconducibile a un unico sistema etico. In tale definizione si concreta la differenza fra Chiesa e Stato, fra peccato e reato, cioè il concetto di laicità. Per lo Stato non può valere la convinzione di Sant’Agostino che «la peste dell’anima è la libertà di peccare ».

La lista elettorale per la «moratoria dell’aborto » di Giuliano Ferrara —che pur sa ben distinguere fra peccato e reato — rischia di confondere la condanna dell’«aborto di Stato», in Cina, in India, nella Corea del Nord come coercitivo strumento pubblico di controllo collettivo delle nascite, e l’aborto, come legittima scelta individuale della donna, da noi. L’«aborto di Stato» è, eticamente, «omicidio di Stato» e, legalmente, «violenza di Stato» nei confronti della libertà di scelta della donna. Sul piano etico sempre di aborto si tratta. Ma su quello politico fa tutta la differenza fra totalitarismo e individualismo liberale. Nell’averli messi sullo stesso piano sta secondo me, lo dico con stima e con affetto, la difficoltà di Ferrara di comprendere non tanto le ragioni degli abortisti quanto del liberalismo.

© Copyright Corriere della sera, 22 febbraio 2008 consultabile online anche qui

Vedi anche:

La Cei boccia la lista anti-aborto

Nessun commento: