19 aprile 2008
Il teorico dell'islam Roy critica il discorso del Papa all'Onu ma in realtà gli fa un grande complimento...(Corriere)
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Il Corriere definosce Roy un "islamista", meglio definirlo teorico dell'islam o islamologo.
R.
Il discorso di ratzinger, critico il giudizio dello studioso
Il Papa in Usa, l'islamista Roy: «Sulle religioni resta il messaggio di Ratisbona»
Da un lato lancia un'apologia della libertà religiosa, dall'altra si oppone al vero dialogo interreligioso
Cecilia Zecchinelli
«Niente di nuovo, siamo ancora a Ratisbona », dice in sostanza Olivier Roy, commentando le parole di Benedetto XVI all'Onu. Tra i massimi esperti d'Islam, consulente del governo francese, professore a Parigi e autore di molti saggi tra cui Global Muslim, Roy dà un giudizio critico sul nuovo messaggio del pontefice, in nome della «libertà religiosa nel mondo» che — pur senza citarlo — sembra rivolta soprattutto all'Islam.
Perché critico?
«Innanzitutto non ritengo che il messaggio sia nuovo: è una tesi che Ratzinger ripete fin da quando era cardinale.
E poi perché vi scorgo una contraddizione: da un lato lancia un'apologia della libertà religiosa, dall'altra si oppone al vero dialogo interreligioso che dev'essere ecumenico e includere e minimizzare le differenze, com'era infatti nel Concilio Vaticano II. Ratzinger invece le sottolinea. E ribadisce che la Verità appartiene solo al cattolicesimo».
Eppure la richiesta di libertà religiosa anche «nella sfera politica», può essere un aiuto a chi lotta nel mondo islamico per la democrazia.
«È vero, come è vero che il problema della libertà religiosa è soprattutto politico, non teologico. È stato il Parlamento algerino a proibire la costruzione di nuove chiese, la Corte suprema malese a sancire il divieto di cambiare religione. Ma tranne pochissimi casi, come la sempre citata Arabia Saudita, il problema non è la pratica del cristianesimo, ma il proselitismo e le conversioni.
D'altra parte nella Spagna franchista era proibito il protestantesimo».
Tornando al dialogo, il Papa e il Vaticano ne hanno comunque avviato uno con i famosi 138 "saggi" musulmani: il primo incontro è fissato a novembre. Non è un passo avanti?
«Ma rispetto al pontefice precedente la prospettiva è molto diversa: non si cerca una base comune su un piano religioso, piuttosto si vogliono stabilire le "regole del gioco", dirimere il problema conversioni, quelli del culto. Ratzinger ha sempre messo in guardia dal dialogo che mette tutte le fedi sullo stesso piano. Non vuole simmetrie. Che potrebbero essere utilizzate, tra l'altro, dai musulmani italiani a cui sono negate le moschee. Anche questa è libertà religiosa».
© Copyright Corriere della sera, 19 aprile 2008 consultabile online anche qui.
Quante contraddizioni in questa intervista.
Roy sembra dimenticare quale sia la religione di maggioranza in Arabia Saudita ed in Algeria.
Torna ancora l'accusa di proselitismo...enno'!
Questo problema va superato dal punto di vista delle "regole".
Non e' possibile un dialogo teologico con l'islam ma vi puo' essere un accordo sui valori e sull'etica.
Leggo cose che mi fanno trasalire:
E poi perché vi scorgo una contraddizione: da un lato lancia un'apologia della libertà religiosa, dall'altra si oppone al vero dialogo interreligioso che dev'essere ecumenico e includere e minimizzare le differenze, com'era infatti nel Concilio Vaticano II. Ratzinger invece le sottolinea. E ribadisce che la Verità appartiene solo al cattolicesimo».
E ci mancherebbe altro! Il vero dialogo interreligioso deve includere e minimizzare le differenze? Davvero? E chi deve tacere la Verita', l'uno o l'altra parte o entrambe?
Il dialogo si fa solo parlando chiaro nel reciproco rispetto delle differenze. Se ciascuno rinuncia a qualcosa per accontentare l'altro, prima o poi le contraddizioni esplodono e fanno crollare il gigante dai piedi di argilla.
Ratzinger ha sempre messo in guardia dal dialogo che mette tutte le fedi sullo stesso piano
E ci mancherebbe altro!
R.
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8 commenti:
Sono impressionata dal calore umano degli americani. Ho un'impressione positiva anche dai giornali americani. Sembra proprio che l'abbiano capito.
Oggi non ho mangiato limoni e quindi non scriverò acida, anche se ne ho la tentazione.
Sono contenta.
E poi, cara Raffaella, questa contro-verità, che vorrei potere definire con una delle espressioni fiorite di cui solo mariateresa ha il segreto.
"Ma tranne pochissimi casi, come la sempre citata Arabia Saudita, il problema non è la pratica del cristianesimo, ma il proselitismo e le conversioni."
Ah sì? e questo le sembra poco? Il solo fatto di portare una croce è già fare proselitismo! E per le conversioni, chi ha il problema? Chi è condannato a morte come apostata?
Effettivamente il solo essere cristiani in tanti Paesi musulmani, purtroppo sempre più numerosi, perchè in mano dei fondamentalisti, o sotto la loro influenza, è considerato un problema che si risolve ,per i cristiani, con la loro esclusione, persecuzione e anche messa a morte!
È poi sintomatico leggere un esperto che evita di parlare del proselitismo musulmano, un dovere per ogni musulmano !
Il dialogo con i musulmani non può essere teologico, ma culturale. Loro lo sanno, noi lo sappiamo, minimizzare le differenze vorrebbe dire, per i fautori di un dialogo ad ogni costo, rinunciare alle basi della nostra fede negati dai musulmani....Gesù non è il Figlio di Dio, non è morto in Croce, negazione della Santa Tinità, Gesù un profeta e solo un profeta.... i musulmani non rinunceranno mai a credere che loro posseggono l`ultima e definitiva rivelazione.....
E' chiaro e questo c'era da aspettarselo, che qualche irriducibile trovasse nel discorso di ieri all'ONU, l'aggancio per una critica che effettivamente come detto da Raffaella, diventa un complimento. Infatti, visto che qui viene tirato in ballo il discorso di Ratisbona, secondo me anche in modo un tantinello forzato, vorrei dire e ribadire per l'ennesima volta, che un vero dialogo e reciprocità fa religioni si può aprire seriamente soltandto parlandosi chiaro anche sulle differenze. Probabilmente, questo signore dimentica che proprio a seguito del discorso di Ratisbona, ci fu e non mi stancherò mai di ripeterlo, il viaggio in Turchia che si rivelò un vero successo non solo diplomatico, ma anche e soprattutto, tracciò l'inizio del dialogo con i musulmani. Per cui senza fare troppe polemiche, io direi che come al solito c'è chi ha franinteso e forse letto con troppa superficialità il discorso di ieri alle Nazioni Unite dandone come al solito una interpretazione distorta .
Non penso che Roy sia molto contento di essere definito dal Corsera islamista lui che si considera uno dei migliori islamologhi (?),conoscitori dell`Islam....se è musulmano non lo so!
QUesta intervista è assolutamente farneticante! Mi stupisco che il Corriere accetti di pubblicare le affermazioni di un personaggio dallo spessore culturale così scarso. E poi, sì, è islamico.
Io non mi sono stupita, invece, del fatto che il Corriere abbia accettato di pubblicare quell'intervista piena di aria fritta sull'essenza e il contenuto del dialogo interreligioso. Niente di nuovo sotto il sole, il solito bla-bla, su Benedetto XVl che vuole riportare tutto a prima del Concilio, il paragone (velato)con Giovanni Paolo II. Uff, credo che non vale la pena di occuparsi di questi articoli, dopo aver visto come Papa Benedetto negli USA stia letteralmente "spopolando".
Caro anonimo, mi sarei stupita se il Corriere avesse pubblicato qualcosa di diverso da quest'articolo che come Carla ha giustamente fatto notare, sono sempre le stesse noiose cstatazioni sul Concilio, su Giovanni Paolo II anche se velate, insomma la solita pappa stracotta a binario unico che conosciamo bene.
Il punto è che quando si vedono pubblicate sui giornali certe cose è difficile non rispondere ma, anche qui Carla ha ragione alla faccia della zuppa stracotta del Corriere che io reputo un offesa all'intelligenza di chi legge, parlano i fatti cioè, le immagini, le interviste a chi ha avvicinato Papa Banedetto e le standing ovation di ieri alle Nazioni Unite.
Se tanto mi da tanto..........
trai da te le tue conclusioni.
tutti esegeti del cristianesimo, anche gli islamologi...ora anche loro ci insegnano cosa ha detto il Concilio (ho capito bene? Rinnegare Cristo Verità?)
Poveri giornali e tv italiane, fanno a gara per scovare i detrattori...che si contraddicono pure fra loro, pensando l'uno il contrario dell'altro e vedendo nel discorso del Papa l'uno il contrario dell'altro. Pensare che ieri sera su Sky c'era qualcuno che lo accusava di aver al solito condannato la scienza, la modernità, il relativismo e ribadito la necessità di purificazione della ragione da parte della fede... Ma quante singole letture di un discorso che evidentemente nessuno ha capito...
Eppure, sarebbe bastato pronunciare un bel discorso ruffiano, con voce a tratti tuonante (possibilmente non monocorde e meno rispettosa dei timpani della platea) condito di stop alla guerra, no alla pena di morte, cura dell'ambiente, lotta alla povertà, ridistribuzione delle ricchezze e condanna del capitalismo, solidarietà agli oppressi delle altre religioni (monaci buddisti?) e i cristiani perseguitati affidati alle mani del Dio unico. Sarebbe stato un gran bel discorso, ma a me personalmente sarebbe apparso banale, ideologizzato e ripetitivo , fotocopia di tanti altri presenti sui blog radicali e del pensiero unico. Dal Papa mi aspetto altro che il ricercare il consenso altrui a tutti i costi. Se avesse potuto, forse, certo, avrebbe sviluppato meglio il discorso di Ratisbona, ma da quell'evento in poi, ho come avuto la sensazione che non solo il Papa, ma noi tutti, siamo diventati meno liberi di esprimere ciò che pensiamo perchè in quell'occasione, non solo l'occidente europeo ma anche quello americano e la maggior parte dei successori degli apostoli, ci ha fatto capire che di fronte al timore di ripercussioni, la libertà di pensiero è inopportuna. Quella si, è stata un'occasione perduta, cara commentatrice americana del post precedente di cui, poco male, non ricordo il nome. Mi piacerebbe sapere cosa ha scritto lei, dopo Regensburg
Come mi piacerebbe capire perchè tutte le omelie, i discorsi e i gesti del Papa debbano passare impunemente sotto le lenti degli islamologi, pronnciati all'Onu come in San Pietro. Pare che nessuno dei nostri quotidiani possa farne a meno. Ma i loro sermoni non si discutono
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