7 aprile 2008
Presentazione del volume “Un Papa laico” sul caso della Sapienza
Vedi anche:
IL PAPA E L'OSCURANTISMO INTOLLERANTE DEI LAICISTI UNIVERSITARI: LO SPECIALE DEL BLOG
Il "passaggio di consegne" fra Giovanni Paolo II e Benedetto XVI: il commento di Salvatore Izzo
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Il Papa: "Vicini a chi soffre per aborto e divorzio" (Paglialunga)
Cinquant'anni fa veniva eletto Giovanni XXIII: l'omaggio dell'Osservatore Romano
La mappa di Papa Ratzinger (Conti per il "Corriere")
Il Papa parla di aborto (e non è un’ingerenza). Benedetto vola più in alto di certi politici ed intellettuali ottocenteschi...(Brambilla)
Divorzio e aborto sono colpe gravi, ma la Chiesa ha il dovere primario di accostarsi con amore e delicatezza alle persone che ne portano le ferite interiori (Discorso del Santo Padre)
Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo:
FONDAZIONE MAGNA CARTA
COMUNICATO STAMPA
Presentazione del volume “Un Papa laico” sul caso della Sapienza
Martedì 8 aprile, ore 11:00, Hotel Nazionale, Roma
Intervengono Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello
Martedì 8 aprile alle ore 11:00 presso la Sala Cristallo dell’Hotel Nazionale di Piazza Montecitorio, a Roma, il vicecoordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto e il senatore Gaetano Quagliariello, presidente della Fondazione Magna Carta, presenteranno alla stampa il volume “Un Papa laico – Il ‘caso Sapienza’ e la lezione di verità di Benedetto XVI”, edito da Cantagalli.
Il libro, a cura di Gaetano Quagliariello, prende polemicamente ed esplicitamente spunto dal volume di MicroMega intitolato “Il Papa oscurantista”, e raccoglie le idee, le argomentazioni e le emozioni di quanti – credenti e non credenti – hanno ritenuto che di fronte agli avvenimenti che hanno portato alla “grande rinunzia” di Benedetto XVI di recarsi all’Università “La Sapienza” fosse impossibile tacere. Il libro pone uno dei temi fondamentali del nostro tempo: il rapporto tra la laicità dello Stato e lo spazio pubblico delle religioni. Esprime con forza il convincimento che per affermare una effettiva laicità non sia né necessario né proficuo abbandonare la propria identità, relativizzare la verità, oltraggiare la fede, soprattutto quando essa non è imposta in modo autoritario ma aspira ad essere donata nella libertà. Rafforza anche l’idea che questo Pontefice, lungi dall’essere “oscurantista”, ha dato e continua a dare con il suo operato e le sue parole una lezione di autentica laicità.
Info 346.5009980 – 339.2785557
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6 commenti:
Ne ha parlato anche Galeazzi sul blog di Tornielli. Penso lo comprerò. Ciao.
Alessia
Ciao Raffa, ti segnalo l'articolo di Tony Blair uscito giorno 4 aprile su Repubblica. Assolutamente da leggere. L'ho ricopiato sul mio blog, visto che sul sito non l'hanno messo. Un abbraccio, Gianni.
http://tuespetrus.wordpress.com/2008/04/07/la-fede-e-il-progresso-nel-mondo-globale/
Grazie Alessia e Gianni :-)
Vorrei segnalare questa intervista a Carlo Ripa di Meana sul corriere di ieri:
Corriere della Sera - NAZIONALE -
sezione: Primo Piano - data: 2008-04-07 num: - pag: 7
categoria: REDAZIONALE
L'ex portavoce dei Verdi «Veltroni è flaccido e acquoso, Pecoraro imperdonabile. Ho rivalutato Tremonti e dico brava alla Moratti»
Ripa di Meana: sceglierò il centrodestra. O Giuliano
MILANO — «È molto probabile che voterò per il centrodestra».
Ma come, Carlo Ripa di Meana, lei era con la «gioiosa macchina da guerra» di Occhetto. E nel '96, da leader dei Verdi, era sul palco con Prodi.
«Sono amareggiato. La sinistra è cambiata, senza ritorno. Non c'è più la sensibilità, la passione per la sacralità del passato. C'è un avvitamento verso l'abisso».
Addirittura? Non starà esagerando?
«Ormai sono adoratori del Pil, immersi nella menzogna. Io sento il bisogno di uscirne».
Ma ora c'è Veltroni.
«Ho sentito finire tutto nelle sue parole, nel suo lessico insieme acquoso e fumista. Descrive vaghi scenari di riscatto e poi sfonda il Pincio per farci un supergarage. A Roma è stato portavoce dei giganti immobiliari. Non ha doti palingenetiche. È acquoso, flaccido. Stringi e non c'è nulla».
È attento all'ambientalismo.
«Ha inglobato Legambiente con lo slogan del fare, senza neanche qualificarlo come fare bene».
Pecoraro Scanio?
«Imperdonabile, brilla per intransigenza. E dire che all'inizio era nella destra dei Verdi».
Come uscirne?
«Dinnanzi a tanta traumatica mediocrità mi sono interrogato».
E cosa si è risposto?
«Che alla mia verde età, 80 anni, operato a cuore aperto da meno di un mese, potrei attraversare l'Umbria e andare a votare per il Pdl».
Ma perché?
«Confesso. In certi momenti mi assale un terrore profondo. Vedo il Paese assediato. Profezie cupissime. Un martellamento di cattive notizie. La bufala, il Brunello, il Fondo monetario».
Tutta colpa del centrosinistra?
«Ha preso pessime decisioni. Sul paesaggio si è comportato in maniera arrogantissima. Il disincanto è vastissimo».
Sicuro che Berlusconi e il Pdl diano più garanzie?
«Non c'è dubbio che abbiano un record di condoni, di leggi obiettivo, di ponti sullo Stretto. Molte pagine nere».
Però?
«Prendiamo Tremonti: ne ho detto peste e corna per anni, accusandolo di voler vendere il Colosseo, la Fontana di Trevi. Ma devo riconoscere: il suo pamphlet è coraggioso. È il leader dei conservatori. E poi c'è la Moratti».
Lei non è un amante degli Expo.
«Sono un expoicida. Queste mostre sono anche un cattivo affare. Ma la Moratti è stata bravissima a respingere il torracchione, voluto da questi Fuksas, predicatori di futuro che cercano la loro nicchia di immortalità. E non è stata arrogante».
Lei è ancora radicale?
«Non ho rinnovato la tessera. Troppo anticlericalismo. Si coglie in Ratzinger un pensiero minaccioso di regresso: io lo vivo come una meravigliosa messa in questione delle certezze contemporanee».
Trova utile anche Giuliano Ferrara?
«Magnifico, di una grandezza senza pari, al livello di Bernanos. Lo trovo grande, sono ammirato, ha il rango di una natura che interroga, che fa luce. Sono attratto».
Nel senso che lo voterà? Non vota Pdl?
«Ecco, ha colto nel segno. Sono combattuto. È una brutta lotta».
Alessandro Trocino
E' straordinario come questo Papa sia più compreso dai laici che da una certa Chiesa sclerotizzata su posizioni di "retro-avanguardia"
A proposito di Micromega e della pubblicazione del suo volume 2Il Papa oscurantista" .: non c'è che dire, c'è stata una notevole evoluzione (o meglio, involuzione) di questa rivista: un pò di tempo fa infatti comprai un volumetto, contenente il resoconto di un dibattito a 360°(appassionato, ma nel contempo "civile) al Teatro Quirino tenutosi nel 2000 tra Flores d'Arcais e l'allora Card. Ratzinger (moderatore Gad Lerner).
Carissima ti segnalo quest'altra uscita libraria sul nostro Benedetto:
IL LIBRO DI GIUSEPPE DE CARLI SUI PRIMI TRE ANNI DI PONTIFICATO DI BENEDETTO XVI
La profondità di una missione
04/04/2008
“Sono un umile lavoratore nella vigna del Signore”. Si presentava così al mondo intero Joseph Ratzinger, il 19 aprile 2005, ormai divenuto Benedetto XVI. A tre anni esatti dalla sua elezione al soglio di Pietro, Giuseppe De Carli, responsabile della struttura Rai Vaticano, con il libro “Benedictus XVI. Servus servorum Dei” (Elledici, Rai-Eri, 232 pagine, 60 euro) ripercorre le tappe significative di questi primi tre anni di pontificato soffermandosi sulla vita e sulle esperienze ecclesiali, dal Concilio in poi, che hanno forgiato Joseph Ratzinger. “Una panoramica per immagini soprattutto - scrive De Carli -, sulla vita di un uomo che ha segnato profondamente la vita della Chiesa cattolica e dell’umanità. Una sorta di ‘numero unico’ di un giornale, un numero monografico che cerca di fare sintesi, pur nella ricchezza delle sfaccettature”. Il viaggio è lungo. Le foto che ne scandiscono le tappe ci fanno rivivere quei momenti così pregnanti: la fine del pontificato di Giovanni Paolo II, i giorni del Conclave, quelli dell’elezione di Ratzinger, i viaggi, “pochi ma mirati”. È un Benedetto XVI figlio del Concilio, quello che emerge dalle pagine del libro di De Carli, con lo sguardo rivolto all’Europa che tarda ancora a riconoscere le sue radici cristiane, l’attenzione alla famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna, il dialogo profondo con i giovani, tanto cari al suo diretto predecessore a cui Ratzinger si richiama continuamente, il dialogo ecumenico ed interreligioso, che segna dei positivi passi in avanti. Come sottolinea De Carli, ogni documento di questo pontificato è un successo editoriale. In particolare le due grandi encicliche, “Deus caritas est” e “Spe salvi”, l’esortazione apostolica “Sacramentum caritatis”, e soprattutto il primo volume di cristologia, “Gesù di Nazaret”. De Carli evidenzia anche quello che è stato definito lo stile “B 16”. Ratzinger è “un Papa che ama unire l’antico e il nuovo, la tradizione e la modernità in un’incessante catechesi visiva”. “Un Papa - scrive De Carli - che è una sintesi perfetta di tradizione e post-moderno, che rinuncia alla tiara nel suo complicatissimo stemma, che si definisce ‘una bestia da soma’ e che spiazza tutti con l’autoironia: ‘Per fare il Papa - confesserà - non bisogna mai prendersi troppo sul serio’”. “Le belle pagine di Giuseppe De Carli - scrive mons. Rino Fisichella nella prefazione -, ricche di momenti storici, hanno il pregio di non far dimenticare i momenti salienti della vita di Joseph Ratzinger; ma, comunque, non tralasciano di addentrarsi nel merito del suo insegnamento. L’uno e l’altro fanno parte di un tutt’uno che scandiscono la storia personale di questo uomo mite e dai tratti indifesi che non ha avuto timore, fin dai primi giorni del suo pontificato, di chiedere ai cristiani di pregare per lui perché possa essere deciso nelle scelte da compiere. […] La sua parola -prosegue Fisichella - risuona sempre come credibile e vicina, comprensibile e profonda perché segnata dal desiderio di far conoscere dove conduce la fede per quanti si abbandonano ad essa con il desiderio della verità”. Quali altre sorprese ci riserverà Benedetto XVI nel corso del suo, speriamo lungo, pontificato? Pochi attenti osservatori, tre anni fa, avrebbero potuto immaginare come egli ci avrebbe stupito e soprattutto come il suo insegnamento sarebbe riuscito a penetrare e a scuotere i cuori di milioni di fedeli in tutto il mondo. De Carli ricostruisce fedelmente questi primi mille giorni di pontificato nella loro bellezza e nella loro profondità. Pronto a continuare a raccontarci il seguito di questo pontificato ed i frutti che esso produrrà non solo nella Chiesa, ma nel mondo intero.
Francesco Antonio Grana
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