11 settembre 2008

Il Papa in Francia: in un certo senso il viaggio a lui più congeniale (Rondoni)


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IL PAPA A PARIGI E LOURDES

IN UN CERTO SENSO IL VIAGGIO PIÙ CONGENIALE

DAVIDE RONDONI

Il Papa domani va a Parigi.
E sarebbe già una grande notizia, anzi è una grande notizia. Perché Parigi è Parigi e il Papa è il Papa.
E nulla si può com­prendere della storia del mondo – del­la società, dell’arte, della civiltà – senza Parigi. E nulla senza il Papa. Ma, se si può dire, in questo caso è una super­notizia.
Un superincontro. Non so come scrivere: ma questi saranno giorni sto­rici. Sarebbe un segno di grave ottusità trattarlo come un solito viaggio papale – a parte il fatto, che tali viaggi sono 'so­liti' solo per gli osservatori superfciali, dato che per chi vi partecipa davvero ciascuno di essi è speciale.
Quel che inizia domani è realmente un evento speciale: perché è 'questa' Pari­gi, ed è 'questo' Papa. È la Parigi che ha sperimentato prima di altri, nei recenti anni dei disordini nelle banlieues e nelle polemiche sui segni religiosi, il fallimen­to di superficiali ipotesi di convivenza co­siddette 'multiculturali', garantite da re­lativismo storico e ideale. È la Parigi che sta ricordando i quarantenni delle ma­nifestazioni del ’68 e delle crisi che ne se­guirono e che scossero le ideologie do­minanti. È la Francia dove, come ha do­cumentato questo giornale, c’è una si­gnificativa riscoperta della fede cristiana da parte di intellettuali di primo piano. Ed è la Francia che sta provando a elabora­re con una ricerca inquieta ma fertile un volto e un con­tenuto nuovi alla parola ' laicità', termine che è sem­pre stato caro e di­feso, come se fosse il figlio prediletto della Dea Ragione, anche quando sembrava ridursi a nome di un fan­toccio, a eufemi­smo per coprire un odio anticristiano, o a mascherare una fredda volontà di dominio insofferente di ogni disturbo.
È questa Parigi da tanto tempo città del­l’amore e della bellezza, cantati da poeti antichissimi e recenti. La città del gran­de Baudelaire che accusava i pensatori illuministi di chiamare 'progresso' il lo­ro tentativo di eliminare Dio e il proble­ma del peccato e della salvezza. La città del personalismo di Mounier, della pas­sione di Péguy, dell’inquieta certezza di Bernanos e Mauriac, del nitore amoroso di Claudel. Le viene incontro il Papa che ha conoscenza e rispetto per la ragione. E che non la oppone alla fede. Il Papa che non scambia la tensione alla fraternità – parola cristiana resa francesissima – con un astratto e inefficace insalatone senti­mentale che uccide ogni sapore e non impegna nessuno alla serietà, facilitan­do dunque derive e disordine.

Arriva questo Papa, che dell’amore e del­la bellezza di cui la vita e la storia si ar­ricchiscono nell’incontro con Cristo par­la a tutti, in libri ed encicliche colte, e in chiacchiere improvvisate. In questa Pa­rigi che si trova ancora una volta al cro­cevia della storia e delle sue tensioni più urgenti, arriva il Papa che chiede agli Sta­ti di rispettare il fondamento di ogni lai­cità, pena lo scadere in violenti, ipocriti e sottili totalitarismi: ovvero rispetto del­la vita, e favorire le condizioni più natu­rali per la vita.

E che chiede siano rispet­tate, laicamente, le vere libertà, che non sono una somma di azioni giustificate dall’arbitrio individualistico, ma le e­spressioni della intera personalità: la li­bertà di espressione, di far figli e di edu­carli, di religione, e di intrapresa sociale ed economica.

Il Papa incontrerà la Francia e la Francia incontrerà il Papa. Sarà un incontro di autorità. Ma sarà soprattutto un incon­tro di popolo, a Parigi e in quel luogo di grande fede popolare che è Lourdes.

U­no di quei luoghi cristiani dove la fede di tanti chiede il miracolo. Che è anche u­no di quei luoghi cristiani da cui tutti, se hanno gli occhi laicamente aperti, rice­vono uno choc di umanità e di speranza.

© Copyright Avvenire, 11 settembre 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io non vedo l'ora, per me è il viaggio più bello del papa! Perchè amo la francia e i francesi! Marco

P.S.: consiglio a tutti di guardare e pregare con il papa i vespri di domani, saranno splendidi per la cattedrale di notre dome (capolavoro arte gotica) e la musica (naturalente togliere commento giornalista)! Marco