21 settembre 2007

Banco di prova per i rapporti fra Vaticano e Cina: oggi l'ordinazione del vescovo di Pechino


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Oggi l'ordinazione. Card. Bertone lo aveva definito "idoneo"

Roma, 20 set. (Apcom) - Dopo che nei mesi scorsi i rapporti tra la Cina e il Vaticano avevano registrato tensioni per la scelta di Pechino di nominare alcuni vescovi senza il previo assenso papale, oggi verrà ordinato il nuovo arcivescovo di Pechino, monsignor Joseph Li Shan, che la Santa Sede ha avuto modo di definire un soggetto "molto idoneo e buono".
Monsignor Li è stato eletto in luglio da un consiglio di rappresentanti della diocesi pechinese e la sua elezione è stata poi approvata dal Consiglio dei vescovi cinesi. "Non abbiamo comunicazione ufficiale", aveva commentato il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano a luglio stesso. "Finora l'elezione è avvenuta secondo i canoni della Chiesa ufficiale. Normalmente entrano in contatto con la Santa Sede e chiedono l'approvazione. Speriamo che ciò avvenga, ma certo il soggetto scelto è molto idoneo e buono, e certamente la sua scelta è un segno positivo".

Ad oggi non vi è ancora alcuna conferma ufficiale di contatti sino-vaticani sul suo nome. "Fonti ecclesiali a Pechino assicurano che l'ordinazione di mons. Li ha ricevuto l'approvazione del Papa", scrive però l'agenzia stampa 'Asianews' del Pontificio istituto missioni estere. In Vaticano ci si limita a rilevare che "la situazione può essere vista con serenità".

L'ordinazione del presule avverrà stamattina, alle 9 ora locale (le 15 in Italia) nella cattedrale dell'Immacolata concezione (Nan Tang). Saranno presenti anche personalità politiche. Monsignor Li, 43 anni, succederà a monsignor Michele Fu Tieshan, in rotta con il Vaticano e legato all'Associazione patriottica, l'organizzazione dei cattolici legata al Governo.
Lo scorso 8 settembre era stato nominato il nuovo vescovo coadiutore della diocesi di Guizhou, monsignor Paolo Xiao Zejiang, con l'approvazione dal Vaticano.
Con una lettera ai cattolici cinesi firmata lo scorso 27 maggio il Papa ha voluto riaprire un dialogo con Pechino. Benedetto XVI ha ribadito, al contempo, la necessità di "salvaguardare l'unità e la comunione ecclesiale anche a costo di grandi sacrifici". I rapporti diplomatici tra Cina e Santa Sede sono sospesi dal 1951 per l'arrivo al potere del Partito comunista. Negli anni recenti sono ripresi contatti informali. La canonizzazione di quattro missionari gesuiti in Cina nel 2000 e le nomine unilaterali cinesi hanno creato altrettanti screzi diplomatici. I cattolici cinesi sono divisi tra una Chiesa 'patriottica' (quattro milioni di fedeli stimati) e una Chiesa clandestina fedele al Vaticano (dieci milioni, sempre secondo le stime).
Proprio in queste ore, peraltro, si è sviluppata una polemica tra Cina e Stati Uniti proprio sul tema della libertà religiosa. Alle critiche formulate nell''International Religious Freedom Report 2007' pubblicato dal Dipartimento di Stato Usa, ha reagito una portavoce del governo di Pechino. Tutte le persone e i gruppi etnici che vi sono in Cina godono di una "piena" libertà di credo "così come previsto dalla legge", ha spiegato la signora Jiang Yu a quanto riportato dall'agenzia stampa semi-ufficiale 'Xinhua'. "Il governo cinese ha deciso una politica di lungo termine per il rispetto e la protezione della libertà religiosa dei suoi cittadini", ha aggiunto. Per la portavoce cinese gli Stati Uniti dovrebbero "smetterla di usare argomenti come la religione per intervenire negli affari interni cinesi".


L'ordinazione del nuovo vescovo di Pechino. Disgelo Cina-Santa Sede?

di Mattia Bianchi

Viene ordinato oggi mons. Li Shan, nuovo vescovo della capitale cinese, che dovrebbe aver ricevuto l'approvazione del papa. L'Associazione patriottica dice di non saperne nulla, ma chiarisce: se è vera, è una notizia positiva.

Dovrebbe poter avere l’approvazione del papa il nuovo vescovo di Pechino, mons. Li Shan, che sarà ordinato oggi. Secondo fonti ecclesiali locali, citate dall'agenzia Asianews, la cosa è certa, anche se ieri, in un'intervista all'Ansa, il vice presidente dell'Associazione patriottica (l'organismo statale che controlla il culto cattolico, attraverso una sorta di chiesa nazionale ndr.), Liu Bainian, ha lanciato qualche dubbio.
Con sprezzo, il leader dei cattolici "patriottici" ha parlato di ''fonti cattoliche'', di ''funzionari del Vaticano'' e della stessa Asianews, come di fonti non attendibili. Tuttavia, non è stata chiusa la porta. "Se è vera, la notizia è positiva'', spiega, e va ''nella direzione'' del miglioramento delle relazioni tra la Cina ed il Vaticano. Liu Bainian ha confermato che Padre Li Shan verrà ordinato in una cerimonia che si terrà nella più grande delle 22 chiese della capitale, quella di Nantang. Secondo fonti di AsiaNews, l’ordinante principale sarà mons. Giovanni Fang Xingyao di Linyi (Shandong). Alla concelebrazione parteciperà anche mons. Paolo Pei Junmin di Liaoning. Entrambi i prelati (di 54 e 38 anni) fanno parte della nuova generazione di vescovi ordinati con l’approvazione dalla Santa Sede.
Il nuovo vescovo, 43 anni, succederà a Michele Fu Tieshan, morto il 20 aprile scorso, uno dei pochi vescovi ufficiali che non ha mai cercato la riconciliazione con la Santa Sede, già presidente dell'Ap. Mons. Li Shan, dal punto di vista formale, è stato eletto da un consiglio di rappresentanti della diocesi e approvato dal Consiglio dei vescovi cinesi.
Ancora da capire la portata dell'ordinazione di oggi, ma certo è che dopo la lettera del papa ai cattolici e con la visibilità delle Olimpiadi, anche nell'Associazione patriottica possa prevalere una maggiore prudenza e uno spirito di dialogo. La questione della nomina dei vescovi era esplosa l' anno scorso quando Pechino ha proceduto alla nomina di tre vescovi senza consultare neanche informalmente la segreteria di Stato. La Santa Sede e la Cina non hanno relazioni diplomatiche dal 1951, quando la Nunziatura Apostolica (Ambasciata della Santa Sede) venne spostata a Taiwan. L'Associazione patriottica rinconosce il governo di Pechino, e non il papa, quale autorità ultima ed ha cinque milioni di iscritti. Si ritiene che i fedeli aderenti alla cosidetta chiesa ''clandestina'' siano circa il doppio.

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