9 febbraio 2008

In diocesi: L’incontro del Papa con il clero (RomaSette)


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In diocesi: L’incontro del Papa con il clero

L’udienza ai sacerdoti in servizio pastorale nella diocesi di Roma si è svolta giovedì 7 febbraio nell'Aula delle Benedizioni

di Marco Fibbi

La priorità educativa, la passione per i giovani e l’impegno per far arrivare a tutti il Vangelo. Questi i temi al centro dell’incontro del Papa con il clero romano, il 7 febbraio scorso. L’incontro, come ogni anno, si è svolto il giorno dopo il mercoledì delle Ceneri. Proprio all’inizio della Quaresima, quei «quaranta giorni di disciplina interiore» in grado di «creare spazi di silenzio e di ascolto della Parola vera».
Ed è stato questo il compito affidato da Benedetto XVI ai preti romani: riannunciare la Parola di salvezza contenuta nel Vangelo a ogni persona con una nuova proposta del volto di Gesù. Il Santo Padre ha accolto così il giovane sacerdote che ha voluto fargli omaggio di una sua opera ritraente «Cristo alla colonna». E lo ha invitato, insieme con gli altri, a stare vicino ai giovani. I ragazzi oggi sono bombardati da proposte ingannevoli per raggiungere la felicità; nessuna, però, dona loro la "vita" in pienezza.

Rimane quindi la questione di come attirare l’attenzione sulla scelta di Dio, che è la vita? «Insegnando l’amicizia con Gesù presente nel suo corpo che è la Chiesa», ha risposto il Papa. E ha suggerito di mostrare ai giovani una «comunità con tutte le debolezze umane, ma tuttavia reale, con una strada chiara, e una solida vita sacramentale, nella quale possiamo toccare anche ciò che a noi può sembrare così lontano, la presenza del Signore». «Scegliere Dio - ha proseguito - significa vivere secondo la sua Parola, ricevere il dono della sua amicizia». Bene quindi gli incontri di gruppo, o la lettura in comune delle Sacre Scritture, finalizzati a risvegliare nei ragazzi il bisogno profondo di Dio. Il Papa ha poi riproposto alcuni temi contenuti nella “Spe salvi”, come la dottrina su Inferno, Purgatorio e Paradiso, realtà necessarie per conoscere il vero bene nel presente e lavorare efficacemente per «riedificare la terra».

«Tutte le grandi ideologie hanno promesso: noi prenderemo in mano le cose, non trascureremo più la terra e, invece, hanno distrutto il mondo - ha detto il Papa riprendendo alcune sue affermazioni contenute nella recente enciclica - i cristiani lavorano per la terra e noi tutti siamo chiamati a lavorare perché questa sia realmente una città per Dio e di Dio». A tale proposito ha riferito degli incontri di queste settimane con i vescovi in visita ad limina provenienti da Paesi ex comunisti. Questi hanno raccontato al Papa come, «nei loro paesi, dove più del 50 per cento si dichiara ateo o agnostico, in realtà tutti hanno sete di Dio». Benedetto XVI ha ricordato anche quanti, in cerca di un sostegno, si rivolgono alla psicoterapia. «La psicoterapia oggi è così diffusa e anche necessaria di fronte a tante psiche distrutte o gravemente ferite. Le anime malate hanno bisogno non solo di consigli ma di un vero rinnovamento, che può venire solo dal potere di Dio» nel sacramento della Riconciliazione.

A chi gli ha chiesto invece dei grandi raduni giovanili, come Colonia o Loreto, il Pontefice ha risposto ringraziando i sacerdoti per l’impegno nel seguire da vicino i ragazzi, nel farli partecipare attivamente all’Eucaristia. Ha poi ricordato i primi tentativi di grandi liturgie, in occasione, ad esempio, del Congresso Eucaristico internazionale del 1960, e degli sforzi di far partecipare tutta l’assemblea alla celebrazione. È poi tornato indietro con la memoria anche parlando del ruolo del diaconato nella diocesi. Ricordando il loro servizio liturgico durante il Concilio, ha dunque detto: «I sacerdoti rimangono diaconi e i diaconi esplicitano questa dimensione diaconale del nostro ministero, intronizzare nel mondo la parola di Dio, la Parola vivente, Cristo. Nello stesso tempo, può essere anche un collegamento tra il mondo laico, il mondo professionale, e il mondo del ministero sacerdotale». Sono oltre 100 i diaconi permanenti a Roma - ha detto il cardinale Ruini, chiamato a intervenire dal Papa sulla situazione in diocesi - per lo più impegnati nelle parrocchie, ma anche nella pastorale sanitaria e nella missio ad gentes, come testimoniato dalla presenza all’udienza del diacono Luigi Bencetti, per molti anni impegnato con la moglie, nella missione di Carabayllo in Perú. In conclusione dell’udienza, il Papa ha ringraziato i sacerdoti per il loro impegno nella scuola, per la loro capacità di creare ponti con i giovani anche lontani dalla fede, rendendo possibile anche per loro la «formazione del cuore» e non solo quella intellettuale. E ha sottolineato anche l’importanza del servizio dei preti nei quartieri multiculturali, «dove la presenza della Chiesa è punto di riferimento per il dialogo e il rispetto reciproco».

© Copyright RomaSette, 8 febbraio 2008

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