8 febbraio 2008

Alessandra Borghese, una principessa a Lourdes (Messori per "Il Corriere")


Vedi anche:

I Parroci ed il clero di Roma chiedono...il Papa risponde "a braccio"

Il Papa ai vescovi della Costa Rica: "Si deve difendere il bene della famiglia davanti a tutte le istanze competenti"

SALA STAMPA, CONFERMATA VISITA NEGLI USA DAL 15 AL 20 APRILE

Le "stationes" quaresimali nella tradizione della Chiesa (Osservatore Romano)

Il Papa: la fede non è un peso per l’uomo ma liberazione (Avvenire)

Vito Mancuso rifà da capo la fede cattolica. Ma la Chiesa dice no (Magister)

Svolta nella laica Francia «Anche i feti nati morti hanno diritto a un nome» (Filippi per "Il Giornale")

Inutile far finta di niente «L'inferno esiste ed è eterno» (Farina per "Libero")

La deriva della sperimentazione sugli embrioni umani: come si può generare un figlio con "riserva"?

Il Papa ai parroci e al clero della diocesi di Roma: "La fede non è un peso ma una liberazione per l'uomo" (Osservatore Romano)

CALENDARIO DELLE PROSSIME CELEBRAZIONI PRESIEDUTE DAL SANTO PADRE

I rabbini al Papa: pausa nel dialogo (Accattoli per "Il Corriere della sera")

Il suicidio mediatico dello spirito critico: anche alla Sapienza si riflette sul discorso di Benedetto XVI (Osservatore Romano)

Sala stampa vaticana, due donne in corsa come «vice» (Corriere della sera)

Preghiere quotidiane e rose bianche per Benedetto XVI: parla la priora del monastero "Mater Ecclesiae" in Vaticano

Card. Kasper sulla modifica della preghiera per gli Ebrei: "Per un vero dialogo è necessario il rispetto delle reciproche diversità religiose"

Pochi irriducibili anti Papa. La citazione di Feyerabend attribuita erroneamente a Ratzinger? Non essenziale! Il Papa ha difeso Galileo? Irrilevante!

Che delusione i racconti sulle onde neo-guelfe (Cerocchi risponde a Schiavone)

Clamoroso flop della tavola rotonda contro il Papa: solo una trentina di studenti, un pugno di docenti ma tanti giornalisti :-)

IL PAPA E L'OSCURANTISMO INTOLLERANTE DEI LAICISTI UNIVERSITARI: LO SPECIALE DEL BLOG

LA VITA DI JOSEPH RATZINGER, parte quarta (a cura di Gemma)

Ratzinger: "Il mio Concilio: ricordi dell'attuale Pontefice" (Reset e Repubblica)

Elzeviro

La conversione di Alessandra Borghese

UNA PRINCIPESSA A LOURDES

di VITTORIO MESSORI

Convertita? Al cattolicesimo, poi? Non sembra davvero fare notizia, per una donna che, quando va a San Pietro, vede inciso sulla facciata il nome del suo avo, il papa Paolo V, che la fece erigere. Una che, se porta Pucci, la deliziosa jack-russell, a fare un po' di corse, la conduce tra i pini e i fiori e i capolavori della villa celeberrima costruita da un altro suo antenato, il cardinal Scipione. O che, se vuol pregare, può raccogliersi nella più splendida delle cappelle — il sepolcreto di famiglia — della basilica di Santa Maria Maggiore. Alle spalle di questa giovane signora, secoli di una Chiesa di cui la famiglia da cui viene è stata spesso parte essenziale.
Eppure, proprio di conversione si è trattato. Per Alessandra Romana dei principi Borghese, la fede — quella cattolica in particolare — era diventata un ricordo ingombrante e un po' repellente quando, dopo una laurea in economia, lavorava nell'alta finanza a New York e poi come manager culturale nelle capitali del mondo. Denaro, vizi, eccentricità eleganti, ricerca a ogni costo del piacere e del privilegio. Ma, dentro, domande che premevano, senso di inutilità che cresceva. Sino alla riscoperta — convinta, motivata, tenace — della fede, quella stessa degli avi, che le ha permesso di guardare a se stessa e agli altri Con occhi nuovi. Così il titolo del libro in cui ha raccontato il suo percorso spirituale e che è divenuto un bestseller da noi e nel mondo, dove è stato tradotto persino in giapponese.

Tra i volumi che sono seguiti, anche una inchiesta affettuosa nella Baviera di quello Joseph Ratzinger di cui è ammiratrice convinta, sin dai tempi del ritorno non a una religiosità liberal, ma a una fede tradizionale, «papista», degna della pronipote di un Pontefice.

Adesso, ecco in libreria Lourdes, presentato da Mondadori (pagine 100, e 16,50). Da ragazza, Alessandra fu condotta al grande santuario, secondo una tradizione delle famiglie aristocratiche che in qualche modo subiva. Poi, il lungo periodo «mondano», dove le devozioni religiose sembravano remote se non ridicole. Dopo la riscoperta della fede, Lourdes è divenuta per lei il luogo privilegiato, quello dove ritemprarsi spiritualmente ed esercitare una carità verso i più deboli senza la quale il Vangelo non è che un vecchio libro. Almeno due volte all'anno la principessa romana indossa l'abito dell'Ordine di Malta o il camice della hospitalière addetta alle piscine e si pone interamente al servizio dei malati. I viaggi verso il santuario sono ancora sui lunghi e lenti «treni bianchi»: giorni e notti per arrivare alla meta, ma, oggi come nell'Ottocento, il solo modo per condurre sino ai Pirenei infermi altrimenti intrasportabili.
Nella débâcle postconciliare della Chiesa francese, Lourdes è rimasta una straordinaria trincea di resistenza. Mentre il cattolicesimo sembrava svuotarsi sotto i colpi della secolarizzazione, il numero dei frequentatori del santuario non ha fatto che crescere. Negli ultimi anni ci si è avvicinati ai sei milioni di pellegrini, ma per questo 2008 le previsioni sono per otto, se non addirittura dieci milioni. In effetti, questo è l'anno giubilare, un secolo e mezzo da quell' 11 febbraio del 1858 in cui la Signora con una tunica bianca e una fascia azzurra apparve per 18volte alla piccola Bernadette Soubirous.
Le pagine di Alessandra Borghese giungono, dunque, più che mai opportune e sono un invito per tutti a conoscere un luogo unico, un imbuto dove affluisce tutta la sofferenza e, insieme, tutta la generosità del mondo. Generosità di denaro ma anche, ciò che più conta, di tempo, di fatica, di attenzione verso chi è nel dolore, fisico o morale. Un libro attento, informato, di chi conosce la storia, di chi non ascolta solo il sentimento ma usa pure riflessione e ricerca. Ma, soprattutto — e sta qui il pregio maggiore —un témoignage, una testimonianza «a cuore aperto», in uno stile limpido e semplice, affettuosamente pedagogico. Da «sorella», insomma, come la chiamano i malati mentre, in divisa, la principessa si affaccenda attorno alle loro barelle.

© Copyright Corriere della sera, 8 febbraio 2008

Nessun commento: