26 agosto 2008
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LE PAROLE DI PIETRO
Commentando il Vangelo di Matteo, domenica all’Angelus il Pontefice ha sottolineato che missione della comunità ecclesiale è «riunire in Cristo l’umanità intera in un’unica famiglia»
Il Papa: la Chiesa è di tutti i popoli
DA ROMA MIMMO MUOLO
Una domenica con doppio appuntamento pubblico, la penultima di agosto per il Papa, che come di consueto in questo periodo l’ha trascorsa a Castel Gandolfo.
A mezzogiorno si è affacciato dalla finestra del cortile interno del Palazzo apostolico per recitare l’Angelus, insieme con alcune migliaia di fedeli.
Mentre in serata ha assistito al concerto offerto in suo onore sempre nello stesso Palazzo. In entrambe le occasioni ha rivolto ai presenti un breve discorso. Al momento della preghiera mariana di metà giornata, Benedetto XVI – prima di allargare lo sguardo sulla difficile situazione internazionale (come riferiamo a parte) – ha richiamato l’attenzione sul Vangelo proclamato durante le Messe domenicali, sottolineando l’importanza della missione della Chiesa («riunire in Cristo l’umanità intera in un’unica famiglia») e di quella di Pietro e dei suoi successori («servire quest’unità dell’unica Chiesa di Dio formata da giudei e pagani di tutti i popoli»).
«La duplice domanda che Gesù pose un giorno ai suoi discepoli ('La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?' e 'Voi chi dite che io sia?') – ha fatto notare all’inizio del suo intervento che Avvenire
pubblica integralmente in questa pagina – è rivolta a noi cristiani, ma al tempo stesso ad ogni uomo e ogni donna». È questa «la solenne professione di fede, che da allora la Chiesa continua a ripetere».
Anche oggi, ha ricordato il Pontefice, vogliamo ripeterla insieme. Perciò ha ribadito che Gesù «è il Figlio del Dio vivente, il Messia promesso, venuto sulla terra per offrire all’umanità la salvezza e per soddisfare la sete di vita e di amore che abita in ogni essere umano». Quale vantaggio, ha sottolineato Benedetto XVI, «avrebbe l’umanità accogliendo quest’annuncio che porta con sé la gioia e la pace ».
Questo fa sì che la Chiesa e il Papa abbiano una precisa missione da compiere. E il riferimento all’unità della famiglia umana appare perfettamente in linea con le parole pronunciate nel dopo Angelus, quando il Pontefice ha richiamato «il rischio di un progressivo deterioramento di quel clima di fiducia e di collaborazione tra le Nazioni, che dovrebbe invece caratterizzarne i rapporti».
Davanti ai fedeli papa Ratzinger ha voluto anche mettere in rilievo «l’enorme responsabilità» e «l’importanza del servizio alla Chiesa e al mondo» svolto dal Papa. «Per questo – ha concluso – chiedo a voi, fratelli e sorelle, di sostenermi con la vostra preghiera».
© Copyright Avvenire, 26 agosto 2008
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