26 agosto 2008
Orissa: indù bruciano case e chiese di cristiani. Tre morti per asfissia. Mons. Cheenath: "Nazionalismo indù, “un cancro” dell'India" (Asianews)
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Su segnalazione di Alessia leggiamo:
INDIA
Orissa: indù bruciano case e chiese di cristiani. Tre morti per asfissia
di Nirmala Carvalho
Continuano il pogrom dei radicali indù contro strutture e persone cristiani. Colpite alcune istituzioni protestanti e cattoliche. La gente fugge nella foresta, senza cibo e riparo. La polizia ha decretato il coprifuoco.
Bubaneshwar (AsiaNews)
Ancora violenze nel distretto di Kandhamal dove è in atto un vero e proprio pogrom dei cristiani. Ieri notte, nella zona di Raikia, altre tre persone sono morte per asfissia, mentre le loro case venivano bruciate da gruppi di radicali indù.
Con quelle di stanotte, salgono a 5 le vittime delle violenze scatenate dopo la morte del leader del Vhp (Vishwa Hindu Parishad), Swami Laxanananda Saraswati.
Ieri in due diversi incidenti sono morti la missionaria laica Rajani Majhi di 21 anni (in precedenza si pensava fosse una religiosa), arsa viva mentre cercava di salvare gli ospiti di un orfanotrofio della missione di Bargarh, e un uomo, anch’egli bruciato vivo, a Kandhamal. Intanto cresce il numero di chiese cattoliche e protestanti distrutte e incendiate, case razziate e bruciate, villaggi assediati, scuole assalite. Molte persone sono fuggite nella foresta e non hanno cibo né riparo.
Stamane una chiesa cattolica e 5 case di cristiani sono state date alle fiamme nel villaggio di Badimunda.
Il p. Dibakar Pariccha, di Giustizia e Pace di Bubaneshwar, ha stilato una lista delle violenze (che riportiamo altrove) e ad AsiaNews indica le urgenze della situazione: “in tutto lo Stato, e soprattutto nel distretto di Kandhamal molte famiglie sono senza cibo, moltissimi senza tetto e perfino senza abiti per coprirsi. La notte scorsa, con tutta la forte pioggia, molta gente era nascosta nella foresta all’addiaccio. La condizione di bambini e donne è indescrivibile. I bambini non possono andare a scuola e sono traumatizzati dalle violenze; le donne esauste di fronte alla distruzione delle loro case e delle loro famiglie”.
Intanto polizia ed esercito cercano di garantire l’ordine, ma razzie e assedi continuano anche oggi, dopo lo sciopero di ieri voluto dai radicali indù, che ha bloccato il traffico di tutto lo Stato dell’Orissa. Su tutto il distretto di Kandhamal è stato imposto il coprifuoco a tempo indefinito. Personale antisommossa è stato posto davanti a obbiettivi sensibili, come istituzioni cristiane, scuole, collegi.
Per l’assassinio di Swami Laxanananda la polizia sospetta dei guerriglieri maoisti. Ma i gruppi radicali indù – in particolare un membro della Vhp, la signora Nivedita Miyar Cuttak - hanno accusato i cristiani. In seguito a ciò, alcuni leader hanno cominciato ad arringare folle di fanatici gridando slogan del tipo: “Uccidete i cristiani e distruggete le istituzioni dei cristiani”.
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INDIA
Vescovo dell’Orissa: Nazionalismo indù, “un cancro” dell’India
di Nirmala Carvalho
Mons. Raphael Cheenath, arcivescovo di Cuttack-Bubaneshwar parla della situazione della sua Chiesa, dopo i nuovi attacchi contro chiese, auto e persone in Orissa. C’è un legame fra l’ideologia nazionalista indù e il nazismo. Ma il cristianesimo ha ormai “profonde radici” e la Chiesa è “luce” per molti tribali e fuori casta.
Bubaneshwar (AsiaNews) – Il nazionalismo indù, che sta fomentando attacchi contro i cristiani, è un vero e proprio “cancro” che mette in crisi la convivenza fra comunità, che è alla base della società indiana. Le radici di questo nazionalismo – soprattutto attraverso la Rss (Rashtriya Swayamsevak Sangh, Organizzazione dei volontari nazionalisti) si possono trovare nel nazismo hitleriano. Mentre i suoi sacerdoti sono in fuga per salvarsi dalle folle di fanatici che stanno dando la caccia ai cristiani, l’arcivescovo di Bubaneshwar afferma: la Croce ha ormai radici molto profonde in Orissa…La Chiesa sarà luce per molte generazioni a venire”.
Mons. Raphael Cheenath, verbita, arcivescovo di Cuttack-Bubaneshwar (Orissa) racconta ad AsiaNews la situazione dei suoi fedeli, dopo gli attacchi di questi ultimi due giorni da parte di radicali indù a chiese, centri sociali e pastorali, parrocchie e conventi:
“P. Thomas, il direttore del nostro centro pastorale è nascosto nella foresta e guarda piangente e triste il centro pastorale che sta bruciando. Poco prima dell’attacco mi ha telefonato e gli ho detto: Prega e stai attento”, ma poi ha visto tutta la folla che arrivava e hanno dovuto fuggire nella foresta per salvarsi la vita. Il centro pastorale ci era costato oltre 15 milioni di rupie”.
La nuova ondata di distruzioni è avvenuta dopo l’uccisione del leader radicale indù Swami Laxanananda, avvenuta il 23 agosto, di cui sono stati accusati i cristiani. “Noi cristiani – continua il vescovo – rifiutiamo la violenza e condanniamo ogni atto di violenza e terrorismo. E siamo anche contrari a coloro che vogliono farsi giustizia da sé. Appena saputa la notizia dell’assassinio di Swami Laxamananda Saraswati e di altri 5 suoi seguaci, ho diffuso una mia dichiarazione in cui condannavo con forza il vile attacco e le uccisioni. Ho chiesto a tutti di rimanere pacifici e in armonia. Noi vogliamo relazioni di amicizia con tutte le comunità”.
Notizie di nuove violenze continuano a giungere da tutta la diocesi: una cappella bruciata a Sundergarh, un veicolo delle suore distrutto a G. Udayagir,…
“Siamo totalmente abbandonati. Questa mattina le autorità hanno mandato qui 3 poliziotti per vigilare il convento delle suore e la casa del vescovo. Non hanno neanche un bastone: come potranno proteggerci dalla furia della folla?”.
Per mons. Cheenath l’origine di queste violenze contro i cristiani (e musulmani) sta nell’ideologia costruita attorno all’Rss (che ispira anche molti gruppi fanatici, legati politicamente al Bjp (Bharatiya Janata Party, il partito all’opposizione in India). “Golwalkar, un membro fondatore dell’Rss in un suo libro traccia un’idea di nazione presa in prestito dal nazismo di Hitler. La sua ammirazione per Hitler è nota. Egli rifiutava l’idea che l’India è un Paese laico, e proponeva al suo posto la Hindu Rashtra (“sistema indù”) che influenza una parte della popolazione indiana”.
Nell’Hindu Rashtra non vi è spazio per le altre confessioni religiose.
“Noi qui in Orissa – continua mons. Cheenath – siamo colpiti a causa della Croce”. In Orissa oltre il 94% della popolazione è indù. Il cristianesimo è praticato dal 2,4% degli abitanti. Ma si registrano molte conversioni fra i tribali, spesso abusati dalla popolazione delle città.
“Qui – aggiunge il vescovo – la maggioranza vorrebbe eliminare la croce,… ma essa ha ormai radici molto profonde in Orissa e il cancro del nazionalismo non prevarrà. La Chiesa sarà luce per molte generazioni a venire”.
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