4 ottobre 2008

Benedetto XVI parla poco di sessualità e da cardinale aveva osservato che "in passato" si è parlato troppo dell'argomento (Accattoli)


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Luigi Accattoli

CITTÀ DEL VATICANO

Per la seconda volta in quattro mesi il papa teologo segnala la «difficoltà» che la Chiesa cattolica incontra con la sua condanna della contraccezione artificiale, che risale all'enciclica «Humanae vitae » di Paolo VI (1968): l'aveva fatto in maggio e l'ha rifatto ieri sempre parlando a congressi riuniti nel 40° di quel documento.

Papa Ratzinger parla poco di sessualità e da cardinale aveva osservato che «in passato » da parte degli uomini di Chiesa «si è detto troppo e troppo di frequente» su questo.

Ma ieri — come già a maggio — ha difeso su tutta la linea l'enciclica di Paolo VI che affermò la necessità per gli sposi di praticare un amore che sia «sempre aperto alla vita», ricorrendo dunque ai soli «metodi naturali» — cioè all'astinenza nei periodi fecondi del ciclo femminile — per «diradare» le nascite.
A maggio aveva affermato che quell'insegnamento «non facile» di Paolo VI fu un «segno di contraddizione » e risultò spesso «frainteso ».
«Possiamo chiederci — ha aggiunto ieri — come mai oggi il mondo, e anche molti fedeli, trovano tanta difficoltà a comprendere il messaggio della Chiesa, che illustra e difende la bellezza dell'amore coniugale nella sua manifestazione naturale».
«Certo — ha osservato — la soluzione tecnica anche nelle grandi questioni umane appare spesso la più facile», ma «la tecnica non può sostituire la maturazione della libertà, quando è in gioco l'amore ».
Benedetto XVI ha fatto queste affermazioni in un messaggio inviato a un congresso che si tiene alla Cattolica di Roma. Vi è scritto che la Chiesa basa la sua dottrina sulla «verità intima» del matrimonio, che si può insegnare «orientando le coppie a capire con il cuore il meraviglioso disegno che Dio ha iscritto nel corpo umano».
«Capire con il cuore» perché «neppure la ragione basta » a ciò e «solo gli occhi del cuore riescono a cogliere le esigenze proprie di un grande amore, capace di abbracciare la totalità dell'essere umano». Quell'amore comporta di «farsi dono l'uno per l'altra senza riserve»: e sarebbe una «riserva» quella di escludere con metodo artificiale la fecondità dell'atto sessuale. Ben sapendo che numerosi teologi e intellettuali cattolici ritengono eccessivamente rigorosa questa visione dell'amore umano — in luglio ci fu un manifesto internazionale di dissenzienti, che ne chiedeva la revisione — il papa ha affermato che «l'amore coniugale ha un modo proprio di comunicarsi: generare dei figli».
Il «messaggio» papale ha provocato consenso tra i cattolici e proteste tra i laici. La Società italiana dei ginecologi osserva che «i metodi naturali non possiedono la stessa sicurezza anticoncezionale dei contraccettivi ormonali». Ma Luca Volontè dell'Udc afferma il contrario: «I metodi naturali sono molto più sicuri di ogni metodo chimico». Il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella invita i laici a «ripensare » il «distacco della sessualità dalla procreazione». Franco Grillini presidente di Gaynet ricorda che «il condom rappresenta l'unica via per la difesa dalle malattie».

© Copyright Corriere della sera, 4 ottobre 2008 consultabile online anche qui.

2 commenti:

euge ha detto...

Ma questo della sessualità sta diventando un chiodo fisso quasi una ossessione e per molti già lo è ad ogni livello ed estrazione sociale.
Pare che senza parlare di sesso non si possa vivere.......... Un vecchio proverbio che trovo adatto a mio parere per questa circostanza diceva:" La lingua batte dove il dente duole". Mi astengo dal postare un altra frase per rispetto di Raffaella e del blog in cui scrivo. Non ha tutti i torti Ratzinger quando da cardinale diceva che se ne è parlato anche troppo; ora ci si lamente perchè non se ne parla e non è vero o se ne parla poco e chi lo dice? Del resto ora non si parla più di amore quello inteso come reciproco donarsi l'un l'altro in funzione della nascita di una vita ma, si parla di amore a sproposito. Molto spesso, si confonde perchè fa comodo, l'amore con il sesso due cose che dovrebbero essere complementari; perchè fino a prova contraria, a meno che non si vogliano imitare gli animali, l'atto sessuale è subordinato ad un sentimento forte di amore reciproco ed anche di rispetto reciproco; non può e non deve essere relegato ad un momento squallido di piacere personale. Questo è stato detto miglioni di volte anche da Benedetto XVI ma, evidentemente come sempre, si capisce soltanto quello che si vuole capire il resto, sono parole incomprensibili.

euge ha detto...

Scusate una precisazione: anche gli animali pur seguendo il loro istinto, riescono a conservare un minimo di intimità e di " affetto" definiamolo così per il loro compagno/a.