4 dicembre 2007
Nuove nomine ai Musei Vaticani ed allo Ior (Tornielli e Rodari)
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Svolta internazionale per i Musei Vaticani
di Andrea Tornielli
Antonio Paolucci, uno dei più noti storici dell’arte italiani, già ministro dei Beni Culturali ed ex-Soprintendete per il Polo Museale a Firenze, sarà il nuovo direttore dei Musei Vaticani. La decisione di Benedetto XVI sarà resa nota all’inizio della prossima settimana. Paolucci sostituisce l’attuale direttore, l’archeologo Francesco Buranelli, il cui incarico era scaduto lo scorso maggio.
La scelta di Paolucci, un grande e stimatissimo professionista della cultura italiana, sta a indicare la volontà del Pontefice e del Segretario di Stato Tarcisio Bertone di rilanciare a livello internazionale i Musei Vaticani, con un’attenzione particolare alla salvaguardia, alla conservazione e alla valorizzazione delle opere preziose conservate in quella che Papa Giovanni Paolo II ha definito «una delle più significative porte della Santa Sede aperte sul mondo».
Paolucci ha iniziato la sua carriera al ministero per i Beni e le Attività Culturali nel ’69. A partire dall’80 ha ricoperto il ruolo di soprintendente, prima a Venezia, poi a Verona, Mantova e infine a Firenze, dove è stato Soprintendente speciale per il Polo Museale Fiorentino e Direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana fino all’anno scorso. Dal gennaio ’95 al maggio ’96 è stato ministro per i Beni Culturali durante il governo Dini. Dopo il terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche, nel ’97 è stato nominato Commissario straordinario per il restauro della Basilica di San Francesco ad Assisi. Ha al suo attivo molte monografie (una sulle Pietà di Michelangelo) e saggi sulla pittura rinascimentale.
La decisione di Papa Ratzinger non rappresenta una novità assoluta: anche Paolo VI decise di chiamare alla guida dei Musei Vaticani una personalità riconosciuta come Carlo Pietrangeli, noto curatore fino a quel momento dei Musei Capitolini.
I Musei Vaticani sono tra i più visitati del mondo: nel 2006 le presenze hanno superato i quattro milioni e il trend è in crescita.
Il primo nucleo museale è costituito dalla raccolta di sculture formata da Giulio II (1503-1513). I Papi furono tra i primi regnanti a mettere a disposizione della cultura e del pubblico le raccolte d’arte del loro palazzo. Come raccolta ed esposizione ordinata di opere, i Musei nascono dalla decisione dei Papi Clemente XIV (1769-1774) e Pio VI (1775 -1799): dai loro nomi deriva l’appellativo di Museo Pio-Clementino. Pio VII, all’inizio dell’Ottocento ampliò notevolmente le raccolte di Antichità Classiche, e arricchì la Raccolta Epigrafica ospitata nella Galleria Lapidaria. Gregorio XVI (1831-1846) fondò il Museo Etrusco, quello Egizio, e il Museo Profano Lateranense, con statue, bassorilievi, mosaici di età romana. Il suo successore Pio IX inaugurò il Museo Cristiano, mentre Pio X aggiunse il Lapidario Ebraico. Papa Pio XI raccoglierà la Pinacoteca Vaticana in un apposito edificio presso il nuovo ingresso dei Musei, mentre sarà Giovanni XXIII a far trasportare in Vaticano alcune delle antiche collezioni che si trovavano nel palazzo Lateranense. Nel 1973 si è aggiunta la Collezione di Arte Religiosa Moderna e Contemporanea, voluta da Paolo VI.
© Copyright Il Giornale, 30 novembre 2007
Alcuni movimenti nella "finanza " vaticana
Sono cinque gli uffici con competenze finanziarie del Vaticano. Oltre all’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica), al governatorato dello Stato della Città del Vaticano, alla prefettura degli Affari Economici e alla congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, c’è lo Ior (l’Istituto per le Opere di Religione), in sostanza la banca vaticana. L’istituto è controllato da una commissione cardinalizia di vigilanza dalla quale, questa settimana (si dice domani), dovrebbe ufficialmente uscire l’attuale presidente, ovvero l’ex segretario di Stato vaticano Angelo Sodano che lo scorso 23 novembre ha compiuto 80 anni ed è così entrato nell’età in cui non si può più far parte, come membri effettivi, dei vari “ministeri” della Santa Sede.
Ancora oggi, nella commissione cardinalizia di vigilanza dello Ior, vi sono insieme a lui Tarcisio Bertone (attuale segretario di Stato vaticano), Juan Sandoval Iniguez (arcivescovo di Guadalajara), Attilio Nicora (presidente dell’Apsa) e Adam Joseph Maida (arcivescovo di Detroit).
Da domani, il posto di presidenza dovrebbe essere automaticamente consegnato al cardinale Bertone mentre per il nome di chi andrà a occupare il quinto e ultimo posto ancora disponibile i giochi sono aperti. Si parla con insistenza dell’arrivo del neo cardinale Giovanni Lajolo (presidente del governatorato) anche se non è escluso che il Pontefice, sentito innanzitutto il cardinale Bertone, possa optare per un nome più “internazionale”. La commissione cardinalizia di vigilanza dello Ior, infatti, ha quasi sempre avuto al suo interno, oltre a un cardinale proveniente dagli Stati Uniti, anche uno proveniente dalla Germania. Si tratta dei due paesi che raccolgono la maggiore quantità di offerte per la Santa Sede ed è logico che abbiano una rappresentanza agli alti livelli della banca vaticana.
La struttura dello Ior ha subìto nei mesi scorsi alcuni importanti cambiamenti. Il primo ottobre scorso Paolo Cipriani ha preso il posto del direttore generale Lelio Scaletti. Cipriani, 53enne romano, sposato con due figli, prima di entrare in servizio allo Ior aveva prestato la propria attività presso il Banco di Santo Spirito e la Banca di Roma, svolgendo anche compiti di rappresentanza di questi istituti in Lussemburgo, a New York e a Londra. Attualmente presidente dell’Ior è il banchiere Angelo Caloia. Ma da gennaio il suo posto potrebbe essere preso dall’ex presidente della Bundesbank, Hans Tietmeyer, membro della pontificia Accademia delle scienze.
Resta tutta da decifrare, invece, la posizione dell’attuale segretario personale del cardinale Sodano, monsignor Piero Pioppo, nominato prelato dello Ior dallo stesso Sodano durante i suoi ultimi mesi alla guida della segreteria di Stato, dopo aver rispolverato una carica che era rimasta vacante dai tempi dell’uscita di scena del discusso e potente monsignor Donato De Bonis, braccio destro di Paul Marcinkus.
In settimana, pare domani, dovrebbe avvenire anche l’importante nomina del nuovo direttore dei musei vaticani. Si tratta di Antonio Paolucci, storico dell’arte, già ministro dei beni culturali ed ex-soprintendete per il polo museale a Firenze. Insieme, si parla dell’arrivo alla congregazione per l’evangelizzazione dei popoli di monsignor Ermes Viale, oggi officiale della prima sezione della segreteria di Stato vaticana, quale nuovo capo dell’ufficio amministrativo del ministero retto dal cardinale Dias.
Più in là, invece, probabilmente entro e non oltre il mese di gennaio, dovrebbe avvenire un cambio ai vertici dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Viene dato per probabile l’arrivo, come nuovo presidente, dell’attuale vice presidente dell’ente ospedaliero “Ospedali Galliera” di Genova, il professor Giuseppe Profiti. L’ospedale genovese, in ossequio al suo statuto, è oggi presieduto dall’arcivescovo della città, il cardinale Angelo Bagnasco. Istituito, infatti, come opera pia, l’ente deve le sue origini alla munificenza della Marchesa Maria Brignole Sale, duchessa di Galliera, che lo ha edificato tra il 1877 e il 1888. Da sempre l’ente genovese ha avuto la peculiarità della presidenza affidata all’arcivescovo in carica in città. L’eventuale arrivo di Profiti al Bambino Gesù - ospedale a oggi di proprietà della Santa Sede - permetterebbe una certa continuità di governo con la gestione precedente.
© Copyright Il Riformista, 3 dicembre 2007
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