6 febbraio 2008

Choc in laboratorio, creati in provetta figli con tre genitori: è polemica (Il Giornale e Libero)


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Choc in laboratorio, creati in provetta figli con tre genitori: è polemica

di Manila Alfano

I genitori multipli sono l’ultima equazione per un figlio a regola d’arte. Due mamme e un papà, due donne, di cui una sana che va in aiuto di quella malata, e prende le sue cellule buone. La partita della normalità si gioca in laboratorio, la corsa al figlio sano si vince a colpi di provette e siringhe, esperimenti e fecondazioni in vitro, vetrini e microscopi.

È l’azzardo del camice bianco per il figlio buono: un passo verso Frankenstein. La maternità fatta a pezzi, divisa in due, un incrocio di geni mischiati in laboratorio.

Questa è l’accusa. La difesa sostiene: è la scienza che combatte contro un destino avverso, contro la malattia. È un nuovo giro di carte per chi è stato tradito dalla fortuna. Dall’università del Newcastle, Inghilterra, i ricercatori hanno sorpassato un’altra frontiera. Malattie come l’epilessia, cecità, sordità, distrofia muscolare si possono annullare con una formula astuta, scientifica, promettente: far nascere bimbi sani creando un embrione portatore del Dna di un uomo e di due donne. I ricercatori hanno prelevato il nucleo contenente il materiale genetico del padre e della madre (affetta da malattia mitocondriale) per poi impiantarlo in un ovulo donatore il cui Dna era stato completamente rimosso, fatta eccezione per i geni che controllano lo sviluppo del mitocondrio. Gli embrioni si sono sviluppati normalmente e test condotti sui topi hanno mostrato che sebbene contengano il materiale genetico di tre soggetti, il Dna dell’ovulo del donatore influenza solo lo sviluppo del mitocondrio e nessuna caratteristica del nascituro. «Una formula più che promettente», assicurano gli scienziati di Newcastle. Correzioni, «piccoli bari» come in una partita a poker per cancellare l’imperfezione, per una vita sana.

Scelte che pongono quesiti, ci si interroga, dove sia il limite, superato il quale si cade nel baratro, nell’uomo-laboratorio, nel prototipo, nel mero risultato da laboratorio. Dubbi etici che si affiancano a valutazioni scientifiche, dibattiti, scontri, la scienza da un lato che non vuole rallentare la sua corsa e i comitati etici che implorano di rallentare, di fare marcia indietro. «Bebè disegnati a tavolino con tecniche rischiose e pericolose, un impulso verso i bambini Ogm», dicono dai gruppi pro-vita inglesi.

In Italia la notizia arriva ad effetto boomerang, si resta a guardare, si commenta guardando da lontano. Da noi esistono più limiti. Gli embrioni di scarto da trattamenti di fertilizzazione in vitro su cui hanno fatto le sperimentazioni in Inghilterra, qui, in Italia, sono fuori legge. «Nessuna novità nella creazione di un embrione con due mamme e un papà se non forse un miglioramento nella tecnica con cui gli scienziati dicono di aver ottenuto gli embrioni», è il commento del genetista Giuseppe Novelli dell’Università di Roma Tor Vergata: «Nel mondo - precisa - sono documentati già almeno 30 bambini nati in modo simile per scongiurare malattie mitocondriali». L’esperimento inglese per il presidente della commissione Sanità del Senato Ignazio Marino, «è una terapia per la salute degli embrioni. Non vedo problemi etici - afferma - nella creazione di un embrione con tre genitori, perché in realtà i genitori sono due e restano due». Di segno opposto la valutazione fatta dal vicepresidente del Comitato nazionale di bioetica Lorenzo D’Avack: «il vero problema è che si mette fortemente in discussione l’identità stessa del nascituro e l’impressione è che si stia superando ogni confine».
Duro il giudizio del capogruppo Udc alla camera Luca Volontè: «Le folli pretese inglesi di giocare ad esser Dio fanno esplodere l’eugenetica. L’assedio dell’uomo contro l’intera umanità deve essere spezzato al più presto». Claudio Giorlandino, presidente della Società Italiana di Diagnosi Prenatale si mantiene sul filo del rasoio: «Bisogna rispondere cosa sia più etico: far nascere un bambino cieco o epilettico, o modificare, fin dall’inizio, il corso errato di un processo biologico?».

© Copyright Il Giornale, 6 febbraio 2008


Un neonato, tre genitori E nove embrioni sacrificati

di RENATO FARINA

Davvero la scienza è qualcosa di assoluto e neutrale, cui prestare ossequio senza ma e senza se? La ricerca è un assoluto che non ha alcuna regola salvo l'andare oltre? Ieri è stato dato l'annuncio di un nuovo clamoroso progresso scientifico. In un laboratorio inglese si è riuscito a creare un bambino lavorando con il patrimonio genetico di un uomo e due donne. Tre-genitori-tre. Gli scienziati dell'Università di Newcastle sono soddisfatti ma prudenti: occorreranno altri esperimenti. Essi garantiscono così che sarà possibile evitare almeno 40 malattie ereditarie, tipo epilessia, cecità e sordità. In che senso? Si prende tutto il Dna del padre sano. Quanto all'aspirante madre si elimina la parte portatrice di qualche tara, e la si sostituisce con materiale genetico (il Dna mitocondriale) di un'altra donna, che sarà mamma per un quarto, o forse un terzo del bambino. I medici protagonisti di questa conquista, al convegno di Londra dove hanno presentato questa novità, hanno fornito altri elementi: «Garantiamo, dopo aver fatto esperimenti sui topi, che il bambino somiglierà per gli aspetti fisici esteriori soltanto ai due genitori principali». Per riuscire a portare avanti questo esperimento sono stati usati dieci embrioni, scarti di produzione, scorie di laboratorio, inutilizzati da genitori e ginecologi perché imperfetti. Come al solito altri scienziati, non si sa se gelosi o realisti, sono scettici, non ci credono, chiedono altre prove. Cioè nuovi tentativi, magari alla tivù? No, grazie, non si fa, non si deve fare. Un prezzo troppo alto
Ho scritto: no, grazie, eccetera. Conosco già la replica. La costruisco più lealmente che posso. «Caro lei, ovvio che possa sostenere quel che crede, c'è libertà di opinione. A lei non piace la genetica che impedisce il proliferare delle malattie». Ehi, io sono favorevole. Ma non può essere questo il prezzo: sopprimere dieci embrioni, costruire un bambino con pez- zi di tre genitori. Si sovverte la natura. «La natura... tesi arcaiche. Però ha il pieno diritto di sostenere le sue baggianate. Lei però non ha il diritto di impedire o di invocare restrizioni a quanti ritengono non solo lecito ma persino un dovere procedere così per il bene del prossimo. Lei e chi la pensa come lei non usi queste tecniche, ma lei non imponga a quegli scienziati e ai genitori loro futuri beneficiari di comportarsi come desiderano. Altrimenti, caro lei, è un fondamentalista». Questo non è un affare privato, non c'entra la moralità dei singoli. Qui c'è di mezzo un terzo: una creatura che sarà gettata nella vita come se fosse una cavia: ah, ecco il bambino con tre genitori. Ci sono anche i "terzi", gli embrioni sacrificati per un esito riuscito per me non sono qualcosa ma qualcuno, e questi "qualcu no" non sono di proprietà di chi li fa. «Lei è davvero un fondamentalista.

Impone agli altri la sua morale. Come fece la Chiesa con Galileo, come pretende Ratzinger. Ha letto la lettera dei 67 scienziati contro il Papa e la sua pretesa di ancorare la scienza alla verità e al bene, e di venire a predicarla pure in università? Lo faccia in Vaticano e con gente come lei. Ha visto che ormai sono 1500 a essere con quei 67; e tra essi ci sono fior di filosofi come Vattimo, di giuristi come la Cantarella, e di storici come Tranfaglia? Non si può permettere che il Papa possa impunemente venire alla Sapienza di Roma e sostenere che quando la scienza pretende di centrarsi su se stessa porta alla rovina. Il Papa è oscurantista, e lei un suo manutengolo».

Scienza non è empietà

Bel libero pensatore, lei come quei 1500. Ci si paragoni sulle conseguenze di chi predica e pratica la bontà della scienza in sé. E non vale il discorso che la scienza è sempre buona, semmai può essere cattiva la tecnologia. Ormai la scienza dipende da strumenti così sofisticati e invasivi della materia per cui non è distinguibile dalla tecnologia. Inoltre si applica su embrioni e uomini i quali sono in sé beni superiori alla scienza. «Occorre fidarsi della scienza. Altrimenti il mondo non sarebbe dov'è. Libertà della scienza, punto e a capo. Vatican=Taliban!». Libertà anche per gli scienziati di Al Qaeda che lavorano per inventare armi biologiche superlative? In fondo, vogliono il progresso dell'umanità. La scienza è preziosissima. Gli scienziati più grandi, Einstein compreso, hanno però accettato qualcosa sopra di loro. Altrimenti è ùbris, empietà, un'idea precristiana, ma molto logica. «Lei ha torto. Ma ammesso avesse ragione, se non lo facciamo noi, lo fanno gli inglesi. Se non lo fanno gli inglesi, lo fanno i cinesi. È un illuso». Sarà, ma sto con Papa Don Chisciotte.

LA SCHEDA

LA RICERCA Ricercatori dell'università di Newcatsle hanno comunicato di aver ottenuto un embrione umano da tre genitori, usando il Dna di un uomo e due donne. Lo scopo è prevenire problemi legati a difetti del Dna mitocondriale, materno, che può trasferire, quando difettoso, determinate malattie al nascituro, come alcune forme di epilessia o patologie muscolari.

I MITOCONDRI

I mitocondri sono organelli intracellulari che forniscono energia e che contengono Dna. Difetti al Dna mitocondriale sono riconosciuti responsabile di una quarantina di malattie.

IL PROCEDIMENTO

Il procedimento richiede una fertilizzazione in vitro e la succesiva rimozione del nucleo della cellula uovo materna. Il nucleo è poi inserito in un ovocita di donatrice il cui Dna è stato rimosso. Il risultato è un feto che ha ereditato i geni materni e paterni ma i mitocondri di una terza persona (femmina). La tecnica è per ora stata sperimentata solo in laboratorio e gli embrioni ottenuti sono stati distrutti dopo sei giorni.

GLI SCIENZIATI

La ricerca è stata presentata durante la Medical Research Council Centre for Neuromuscular Diseases conference a Londra.

© Copyright Libero, 6 febbraio 2008

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